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Export del vino, calo nei cinque maggiori mercati mondiali ma l’Italia resiste
26 Feb 2021 07:59

Anno nero per l’export del vino. La pandemia di Coronavirus ha provocato un calo a livello globale per i cinque mercati della domanda di vino. Mentre Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Canada chiudono in 2020 con il segno negativo, l’Italia limita le perdite. Sono i dati di base a fonte dogane elaborati da Nomisma Wine Monitor.

Export del vino, calo nei cinque maggiori mercati mondiali ma l’Italia resiste

Gli effetti del Covid hanno avuto ricadute negative anche sui cinque mercati della domanda di vino in tutto il mondo. A livello globale, infatti, tutti i dodici mesi del 2020, anno della pandemia, hanno registrato un profondo calo nel mercato. Anche gli Stati Uniti, top buyer, sono scesi dell’11,1%. Brusco calo anche per l’emergente domanda cinese che registra un -27%. Geramania e Uk perdono circa 4%, mentre il Canada si assesta a -0,9%.

In questo generale clima negativo, l’Italia riesce a resistere. Le perdite del Belpaese sono limitate e riesce ad ottenere risultati migliori della media mondiale in aree fondamentali come Stati Uniti (-3,3%) e Germania (+1,1%).

Sono i dati di base a fonte dogane elaborati da Nomisma Wine Monitor, sotto la lente alla Valpolicella Annual Conference. Si tratta del nuovo evento 100% digitale del Consorzio di tutela della prima Dop di vino rosso in Veneto e tra i più importanti d’Italia, in programma venerdì 26 e sabato 27 febbraio. La conferenza porrà l’accento su mercati, politiche e strategie di posizionamento, ma anche tasting e approfondimenti sul futuro della denominazione, a partire dalla sostenibilità.

Il Consorzio Vini Valpolicella vanta oltre l’80% della rappresentatività della denominazione. Nella provincia leader in Italia per export di vino, la Valpolicella detiene quasi 8.400 ettari vitati dislocati nei 19 comuni della Doc veronese ed esprime ogni anno un giro d’affari di circa 600 milioni di euro.

Secondo le anticipazioni di Nomisma Wine Monitor per il Consorzio, il Belpaese è riuscito a contenere le perdite (-2,9% nei primi 11 mesi a base Istat) grazie ad una parziale ma importante redistribuzione dei canali di vendita, con la rivincita della Gdo.

La multicanalità, infatti, sarà al centro dell’appuntamento di apertura della due giorni, dedicato al futuro commerciale del vino tra ‘Gdo, horeca, e-commerce’ (26/2, ore 11.00). Interverranno Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor; Francesco Scarcelli, responsabile alcolici Coop Italia; Paolo Zanetti, fondatore Callmewine; Alessandro Boga, specialist Wilson Daniels portfolio Italia; Luca Pizzighella, brand manager Signorvino, e Roberto Burro, docente di psicologia Università di Verona.

La seconda giornata si aprirà con il punto di vista di istituzioni e filiera e il confronto sulle ‘nuove politiche a sostegno del mercato del vino italiano’. Dialogheranno Federico Caner, assessore Agricoltura Regione Veneto, Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, entrambi membri della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo, Giovanni Mantovani, direttore generale Veronafiere, Paolo Castelletti, segretario generale Unione italiana vini e Christian Marchesini, presidente Consorzio vini Valpolicella.

Seguono (dalle ore 11.00) gli approfondimenti sul ‘posizionamento dei vini della Valpolicella sui principali mercati target’ (a cura di Denis Pantini) e la relazione sul ‘cambiamento climatico: le influenze in Valpolicella’ di Diego Tomasi, ricercatore Crea-Vit.

In primo piano anche le degustazioni, sempre in formato completamente digitale. Sono 1200 i campioni di Amarone, Valpolicella e Ripasso che hanno raggiunto 25 Paesi e che ora sono pronti per essere “stappati” – rigorosamente live – dai 100 stakeholder (operatori del trade, wine specialist, Master of wine e stampa specializzata).


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