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Bestmedgrape, in Sardegna si producono cosmetici dagli scarti della macerazione dell’uva
17 Gen 2021 07:59

La Sardegna capofila nella realizzazione di cosmetici dagli scarti della macerazione delle uve. Il progetto Bestmedgrape si inserisce nell’ambito del programma Eni Cbc Med. Lo scopo è il recupero e il riutilizzo degli scarti della macerazione delle uve per la produzione di prodotti cosmeceutici e nutraceutici nanoformulati.

Bestmedgrape, in Sardegna si producono cosmetici dagli scarti della macerazione dell’uva

La svolta green che sta interessando diversi settori coniuga, questa volta, l’uva e la cosmesi. Dagli scarti della macerazione delle uve, infatti, è possibile ricavare dei cosmetici. La Regione Sardegna è Autorità di Gestione del programma Eni Cbc Med. Al suo interno è stato finanziato, per il periodo di programmazione 2014-2020, il progetto Bestmedgrape. Alla guida c’è l’Università degli Studi di Cagliari.

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L’idea nasce dall’intuizione di voler utilizzare tutto ciò che si ottiene dalla raccolta dell’uva. Gli acini, infatti, sono ricchi di polifenoli capaci di proteggere l’organismo dallo stress ossidativo grazie alle loro proprietà antitumorali, antinfiammatorie, antinfettive e antimicrobiche. Attraverso le nanotecnologie, quindi, si possono estrarre le componenti funzionali e trasformarle in bio-attivi per realizzare integratori alimentari e cosmetici.

Gli scarti o vinacce (gambi, bucce e semi d’uva) vengono selezionati e coltivati nella Banca del Germoplasma dell’Università di Cagliari. Qui, allo stesso tempo, le piante vengono allevate per verificarne la vitalità e la resistenza agli stress ambientali.

Il trasferimento delle competenze tecnologiche per l’estrazione dei fitocompressi dalle vinacce avviene grazie ai “living labs”. Sono il Centro Servizi di Ateneo per l’innovazione e l’imprenditorialità dell’Università di Cagliari e il CNR a Sassari ad organizzare i living labs in Sardegna.

Il progetto Bestmedgrape

L’iniziativa coinvolge 5 Paesi del bacino Euro-Mediterraneo. I primi laboratori si sono sviluppati già lo scorso autunno. Il termine è previsto per la fine di agosto 2022, per un costo complessivo di 3,3 milioni di euro (2,6 mln dall’Ue e il restante 20% da Italia, Francia, Tunisia, Libano e Giordania).

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Con questo progetto si supporta la creazione di start-up che, collaborando con le aziende vitivinicole, ne salvano gli scarti. Contemporaneamente ripuliscono i terreni da sostanze potenzialmente nocive per i nuovi raccolti.

I partner finora coinvolti in Sardegna sono le Cantine Argiolas, la Icnoderm e l’Istituto tecnico Ottone Baccaredda di Cagliari.


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