Il settore dell’olio ha bisogno di investire sull’innovazione, sulla biodiversità e sulla sostenibilità per rimanere competitivo nel mercato futuro. E’ quanto emerge da una ricerca di Confagricoltura realizzata con Assofrantoi, Op Confoliva e l’ente di formazione Enapra. La survey è stata presentata durante il webinar “Innovazione, digitalizzazione, competenze nel settore olivicolo”, lo scorso 22 aprile.
Un gap di competitività che è necessario colmare. Tra le top five delle innovazioni più importanti per l’olivicoltura del domani, ci sono gli strumenti di monitoraggio, tracciabilità e blockchain. Soltanto investendo in questa direzione, oltre che sulla biodiversità e la sostenibilità, il mondo dell’olio potrà affrontare il mercato del futuro.
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L’ indagine, realizzata con la collaborazione di Nomisma, ha coinvolto 90 aziende olivicole . Nel presentare lo studio, Confagricoltura ha ricordato che la filiera olivicola olearia vale 4,5 miliardi di euro, occupa 160 mila addetti, di cui oltre il 90% nelle aziende agricole. La trasformazione conta oltre 4.000 frantoi e 200 industrie.
“In uno scenario- ha commentato Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma- che nel 2020 ha visto crescere la spesa dell’ olio del 10,1% e del 164% nei canali online con un export aumentato del 6,5% è emersa dalla survey la chiara consapevolezza dei gap di competitività da colmare, ma ha propensione all’innovazione e sensibilità sui temi della biodiversità e della sostenibilità”.
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