Un giorno la storia di Sonia Gambino diventerà una serie Netflix con Matilda De Angelis, una storia che parla di Sicilia di sogni e vigne: tre cose che nella vita bastano e avanzano per essere felici.
Siciliana nel cuore e nel Dna, pur non essendoci vissuta mai, Sonia nasce e cresce a Milano e torna a Maletto (dove il nonno gestiva la cantina del paese) solo per le vacanze. Studia a Pollenzo alla corte di Slow Food, seguono esperienze di eno-nomadismo come enologa in giro per il mondo tra Francia, Cile e Nuova Zelanda.
Poi il ritorno a Milano, quasi tre anni di lavoro nel mondo asettico della comunicazione vinicola, la sicurezza noiosa della vita di città, la voglia di ripartire e di sporcarsi le mani di terra. Un legame emotivo mai sopito con la Sicilia e il suo sole.
La svolta l’incontro con Nino Barraco che la porta a lavorare nelle leggendarie vigne fronte mare, a Marsala. Il ritorno alla vita, la ritrovata dimensione agricola sembra una favola. Poi arriva il Covid, il mondo del vino si ferma e d’improvviso Sonia si ritrova, nella casa dei nonni, nel paese da cui tutto era iniziato, sola, a pensare cose fare, cosa essere, come vivere.
Ricomincia da quello che ama, da quello che sa fare, dalla terra, piantando l’orto davanti casa sua. Ma questa non è, o almeno non è soltanto, una storia di ortaggi. È una storia di vino, di uva e per questo entra in gioco il signor Enzino, un pensionato del paese, amico di suo nonno, che passando di fronte all’orto la mattina, durante le sue passeggiate comincia a consigliare la ragazza sull’orto, su come poteva farlo crescere meglio, quali piante scegliere.
Tra un consiglio sulle zucchine e una lezione sui fagiolini, Enzino le parla della sua vigna che ha sempre curato fino all’anno prima fino a quando, ritrovandosi senz’auto, non ha più potuto raggiungere e che gli manca tanto. Raggiungono con la macchina di Sonia questa vigna in contrada Nave, a Etna Nord Est (per me uno dei terroir etnei da scoprire: assaggiate Quota N di Eduardo Torres Acosta).
Con quella vigna è amore a prima vista e Sonia sceglie di adottarla. La dedizione di Sonia per quelle antiche piante innesca nel paese un nuovo fenomeno: altri coetanei del signor Enzino offrono a Sonia la possibilità di lavorare le uve delle loro vigne semi abbandonate se si prenderà cura delle viti. Lei le riprende, le cura e le riporta in forma.
La ragazza così si trova con cinque vigne, il suo garage e una nuova squadra di aiutanti. A Maletto infatti stringe amicizia con tre bambini dall’energia contagiosa: Ettore, Salvatore e Andrea che la aiutano a sistemare e ridipingere vecchie vasche di cemento e damigiane che Sonia nel frattempo aveva raccolto da rigattieri vari, in condizioni quasi disperate. A quel punto mancava soltanto qualcuno che aiuti per la vendemmia.
Sonia si ricorda quindi di avere un passato nella comunicazione. Produce una sorta di brochure con la sua storia, foto di Enzino, dei suoi giovani aiutanti e parla di Maletto Revolution, della sua nuova vita, delle vigne da vendemmiare. Quindi la inoltra ai contatti Whatsapp della sua vita precedente. Il feedback è da subito stupefacente, oltre ogni aspettativa, messaggi di incoraggiamento in quattro lingue di amici anche lontanissimi, voli prenotati all’istante, tanta voglia di essere a Maletto.
Nonostante le difficoltà legate al Covid più di trenta persone riescono a raggiungere la Sicilia e in due meravigliosi weekend di sole, forbici in mano, raccolgono i frutti, sensazionali delle vigne Enzino e degli altri amici. Le vengono vengono pigiate grazie ai potenti piedi dei bambini e al torchio del nonno riportato in vita.
I vini che assaggio dalle vasche sono giovani, puliti e freschi come la loro storia che più che una storia potrebbe essere un programma politico di rinascita, una di quelle storie di cui abbiamo bisogno in questi tempi colorati in modo sbagliato. Un recovery found per la mente e per il cuore, l’ennesima conferma che questo paese ripartirà solo se ripartirà dalle sue vere ed eterne ricchezze, la sua terra e gli esseri umani che la abitano.
Un luogo di design dal fascino internazionale, divenuto un punto di incontro per chi vive…
Emblema del terroir vulcanico, composto al 90% da Corinto Nero, è il vino simbolo nell’intento…
Giusina in cucina con Marianna Bonanno Con oltre 130.000 presenze in tre giorni, lo Sfincione…
La sesta edizione di Spumanti dell’Etna, la rassegna che celebra il territorio etneo e le…
A Nodo Nostro, l’iniziativa di Santa Filomena District per celebrare il primo anniversario, suggella l’impegno…
Le nuove frontiere sono sostenibilità, biodiversità, enoturismo, ricerca e innovazione