Il Sangiovese di Romagna è come Huawei per i telefoni, lo compri per risparmiare ma poi scopri che non è male per niente. Sì, ci si fanno vini molto più fighi col Sangiovese, il Chianti, il Brunello di Montalcino e un sacco di altri, che fanno molto più engament su Instagram e figo sulle wine List ma ma poi forse non sempre sono tanto meglio, anzi.
Parlare del Terroir non è quasi mai facile, essendo la zona d’elezione di questo rosso quella Predappio che in Italia non fa subito pensare al vino quanto la si nomina, o almeno non come prima cosa.
Godenza 2018 di Noelia Ricci è un rosso che appaga, un comfort wine potresti definirlo, di colore scarico ma non ingenuo, trasparente e sincero ma che non si da mai del tutto, come certe studentesse di lettere, con cui negli anni zero, vedevi certe carnali albe adriatiche, di amori liberi come le spiagge che li ospitavano, e dopo un naso senza pose, ammiccamenti, e depistaggi, che semplicemente anticipa ciò che sarà alla bocca: dalla semplicità indimenticabile, poetico e diretto come un pezzo del primo Dylan.
Naso campestre, ma non selvaggio, composto e pacificato ma con un’ombra di speziata inquietudine che torna in bocca, nel tannino sottilmente verde che nel finale con una leggera nota amara, imprevista, sulla lingua, dopo tutto quel frutto, quel succo, quel rosso.
Succoso, lunghissimo, pieno di sole, estate, possibilità, ma con quella sottile malinconia, dei pomeriggi troppo lunghi d’estate, in cui il tramonto arriva ogni giorno qualche secondo prima di quello che lo ha preceduto, in cui ogni giorno rosicchia qualche secondo di luce e ti avvicina sempre un po’ di più all’autunno.
Ottimista sì ma non con il crudele ottimismo da positive thinking, un ottimismo realista, potremmo dire, come l’Adriatico, che è un mare che fa il suo sporco lavoro, un posto in cui divertirsi innamorarsi e sognare, senza pensare per forza di essere ai Caraibi insomma.
Un vino folk, poeticamente provinciale, drammaticamente attuale, da bere subito o anche tra un po’, baciando o facendo l’amore anche, senza per questo, giurarsi mentendo amore eterno, (per quello c’è il Brunello di Montalcino, che sempre Sangiovese è), un vino per grandi amori a breve termine, che forse sembrano gli unici previsti in questo mondo post-covid, post gender, post datati, post Malone.
Io ci abbino un pezzo di un disco di Dylan che non ha quasi nessuno, inciso a Nashville, di quelli che non fa figo avere a casa, quando avete ospiti. Il titolo è bellissimo, “Tonight I’ll Be Staying Here With You“ andatelo a sentire, ma prima aprite un Godenza 2018, potrebbe essere, se non siete da soli, un momento di trascurabile felicità.
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