Un omaggio ad una terra ancora da scoprire ed il desiderio di creare una rete di collaborazione intelligente tra giovani artigiani dell’Alto Casertano. Così si potrebbe riassumere la serata organizzata da Cosimo Chiodi, pizzaiolo e Patron della Pizzeria del Corso (Pietramelara), qualche giorno prima della festività natalizie. La sua pizza diventa così ambasciatrice di un territorio, quintessenza di un progetto ed emblema della sua coraggiosa iniziativa di riunire quei nuovi interpreti dell’agricoltura che, altrimenti, risulterebbe difficile scovare. Una serata trascorsa all’insegna del sano confronto e piacevole convivialità, grazie al savoir-faire dello staff del locale, capace di accogliere gli ospiti e spiegare le varie preparazioni con dovizia di particolari e sorrisi.
Come “tradizione comanda” in quest’angolo d’Italia, l’apertura del pasto è assegnata ad una montanara fritta, proposta con un piacevole contrasto tra ricotta di bufala e confettura di mela annurca, noci e limone dell’azienda agricola Verticelli.
Seguono due differenti abbinamenti per la pizza, inno alla tradizione natalizia campana: baccalà mantecato, pomodorino datterino, olive caiazzane e origano; lenticchie, cotechino e cipolla di Alife, entrambi apprezzate per equilibrio di sapori e contrasti.
Segna il passaggio al dolce una declinazione di formaggi locali che costituisce, in realtà, il goloso pretesto per degustare la confettura di peperoncino (varietà Cayenna) realizzata dall’agricola Maroma, felice progetto di riscoperta di tradizionali metodi di coltivazione (biodinamici) e delle antiche prassi di essiccazione contrapposte alla chimica.
Conclude la serata, la dolce coccola ad opera del “Sapore del pane”, forno di Pietramelara che da quest’anno ha iniziato a sperimentare personali interpretazioni di panettone, proposto in tre versioni (classica, kinder bueno, cioccolato) di buona fattura.
Ad allietare la serata contribuisce l’abbinamento con vitigni autoctoni, tra etichette note (Telaro) e piacevoli vignerons “inediti”. Tra questi, la Masseria Masiello, devota ad un’agricoltura biodinamica e alla valorizzazione del Pallagrello Nero; e Pasquale Lombari, agronomo di professione e viticoltore per tradizione di famiglia, appassionato di ricerca e capace di sintetizzare nel calice la territorialità del Pallagrello Bianco (etichetta presentata) e di altre varietà fortemente locali. La sua indole da inguaribile sperimentatore lo ha condotto a rispolverare quelle vetuste tecniche di coltivazione capaci di favorire la biodiversità agricola e il recupero di ecotipi a rischio di estinzione come la cipolla di Alife, impiegata da Cosimo per la realizzazione della ricetta, e talune cultivar di legumi.
La ri-scoperta di un’agricoltura sana e la scoperta di “giovani artigiani” sono stati, quindi, i due capisaldi di una cena che ha fatto della pizza un volano di opportunità per una provincia poco nota, ma ricca; una provincia in cui oasi di sana imprenditorialità esistono e resistono. Così come il giovane Cosimo, con determinazione e passione, persevera nel suo progetto di rendere il suo lievitato un momento di conoscenza e arricchimento culturale.
CREDITS: Le foto sono di Egidio Pettorella. Vietata la riproduzione non autorizzata
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