La Fiera Agricola di Verona si prepara per aprire i battenti dal 26 al 29 gennaio 2022. La 115/a edizione accoglie la sfida della sostenibilità e mette al centro l’agricoltura digitale e le agroenergie, con due aree tematiche dedicate.
L’innovazione come motore per l’agricoltura. La Fiera Agricola di Verona, per la sua 115/a edizione attesa per il prossimo gennaio punta sulla sostenibilità. E lo fa rilanciando con due aree specifiche ad alto tasso di innovazione: il salone dell’agricoltura digitale e il salone delle agroenergie.
Le aree tematiche andranno dunque oltre lo schema consolidato, che vede insieme nel quartiere fieristico meccanizzazione agricola, zootecnia, produzioni ad alto valore aggiunto come vigneto e frutteto, agrofarmaci, fertilizzanti, sementi e servizi per il settore primario, per spaziare verso le nuove frontiere dell’agricoltura, stando al Green Deal europeo, la riforma della Politica agricola comune (Pac) 2021-2027, da gennaio 2023.
Sempre nuove opportunità per l’agricoltura, che in Italia vale circa 540 milioni di euro (dato 2020, +20% sul 2019) e oltre 13,7 miliardi di dollari nel mondo.
Il comparto si apre a tante novità tra cui i droni, la sensoristica, le soluzioni IoT, i sistemi per la mappatura dei terreni, le colture, gli strumenti per l’interconnessione dei macchinari e dei mezzi agricoli, i software gestionali.
Grazie alle risposte della digitalizzazione i ritmi di crescita e di diffusione delle nuove tecnologie sono elevati. Il processo innovativo si traduce in un uso razionale delle risorse, per la possibilità di ridurre le emissioni (e rispondere agli obiettivi di emissioni zero al 2050), per la trasparenza nei processi produttivi e nella possibilità di certificare ogni passaggio lungo la filiera.
Occhi puntati sulle energie rinnovabili, sia come fonte di reddito multifunzionale sia come strategia a sostegno dell’economia circolare e della transizione ecologica. E faro anche sulle agro-energie, con il biogas e il biometano, fronte avanzato nella valorizzazione dei reflui zootecnici e degli scarti agricoli, e sull’agro-voltaico.
L’agricoltura 4.0 avrà effetti positivi anche a livello occupazionale. Aumenterà sempre di più, infatti, la richiesta di profili professionali specializzati, in grado di interpretare i big data raccolti dalle macchine e dagli strumenti dell’ agricoltura di precisione.
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