Che aspetto ha la “normalità” nella seconda metà del 2020 e oltre? E quali sono gli effetti del lockdown sul comportamento dei bevitori di vino di 12 diversi paesi? Ecco i risultati del rapporto finale della serie “Covid-19 Impact Report” di Wine Intelligence. In particolare sono cinque i punti in comune tra tutti gli intervistati.
Quando la vita diventa difficile, i piccoli lussi contano
Il viaggio di una vita potrebbe dover attendere, la tradizionale vacanza in famiglia potrebbe essere solo un viaggio per vedere i parenti (ovviamente mantenendo le distanze) e l’idea di cambiare casa o ottenere un nuovo lavoro ancora un po’ troppo rischioso. Nella quotidianità, i piccoli lussi diventano più importanti e il vino (insieme ad altri prodotti alcolici) ne ha beneficiato. I consumatori nei mercati europei e nordamericani hanno acquistato più vino durante questo periodo e anche altri prodotti di “comfort” come il cioccolato, le patatine e i servizi di intrattenimento domestico come Netflix ne hanno beneficiato.
Degustazioni online grazie a Zoom e ai Millenials
La socializzazione online con un bicchiere di vino in mano ha aiutato il comparto vitivinicolo a resistere, nonostante la pandemia e le restrizioni. In alcuni mercati, come il Canada, circa 3 bevitori di vino su 10 affermano di aver consumato vino in questa occasione almeno una volta alla settimana; negli Stati Uniti, il 42% dei bevitori di vino – circa 32 milioni di persone – ha bevuto vino durante una chat online settimanale o più spesso. In entrambi questi mercati – e nella maggior parte degli altri – l’occasione di” Zoom-and-wine” è stata guidata da Millennials (25-39 anni).
La vendita al dettaglio online e la convenienza sono i canali vincenti
Non è un segreto che la vendita online sia stata vincente. Nella categoria dei vini, la regolamentazione è stata più problematica in alcuni mercati, ma in quei luoghi in cui il vino può essere venduto senza troppe restrizioni alle licenze, le vendite sono cresciute. La Cina è già in testa al mondo in termini di vendite di vino online e il suo gruppo di consumatori chiave – ancora una volta, i Millennials – ha abbracciato ancora di più il mondo online. Durante il periodo di confinamento, oltre la metà di tutti i cinesi bevitori di vino regolari (54%) ha dichiarato di aver utilizzato Internet per acquistare vino.
La socializzazione è importante ma bisogna essere prudenti
In alcuni paesi, dove l’esposizione al coronavirus è stata relativamente scarsa , come l’Australia, si è registrata una maggiore preoccupazione nel frequentare i locali, come i bar. Nel complesso, tuttavia, abbiamo osservato un modello abbastanza coerente: circa 1 consumatore su 6 nei 12 mercati studiati, non vedono l’ora di tornare al ristorante, nei negozi e bar, mentre circa un quarto o un terzo si tiene alla larga da luoghi affollati. Il gruppo nel mezzo, in genere circa la metà della popolazione, si aspetta di tornare alle sue abitudini a tempo debito, ma sembra non avere alcuna fretta di farlo.
Le preoccupazioni economiche freneranno la spesa per almeno 12 mesi
I consumatori cercheranno di spendere meno e risparmiare di più nei prossimi 12 mesi. Non è certo una sorpresa, data la perturbazione economica derivante dal lockdown, dalle sue conseguenze e la minaccia a lungo termine di una grave recessione. Tali punti stanno rendendo gli economisti molto preoccupati, perché tali cambiamenti possono causare importanti contrazioni nell’economia. I dati di Wine Intelligence suggeriscono che le principali vittime di questo congelamento della spesa saranno le decisioni a lungo termine come il trasloco, l’acquisto di un’auto o la pianificazione di grandi viaggi all’estero (che in gran parte non sono possibili al momento). Meno colpiti saranno i piccoli lussi di cui al punto uno, sebbene anche qui la posizione di default del consumatore sarà quella di cercare valore ed evitare prodotti ed esperienze rischiosi, esoterici e potenzialmente deludenti.
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