Il Rito del caffè espresso italiano tradizionale e la Cultura del caffè napoletano continuano la loro corsa per diventare patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco. Il Mipaaf, infatti, lo scorso 17 marzo, ha reso noto di aver presentato le candidature.
Il caffè espresso italiano patrimonio Unesco, presentata la candidatura
Un altro passo avanti per due grandi riconoscimenti. Il Rito del caffè espresso italiano, infatti, è una vera e propria arte. La Cultura del caffè napoletano si snoda tra rito e socialità. Proprio su queste basi il Mippaf ha presentato le candidature a patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
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Lo scorso 17 marzo si è conclusa l’istruttoria delle proposte di candidature che ha portato il Rito del caffè espresso italiano tradizionale e la Cultura del caffè espresso napoletano ad essere già inserite nell’Inventario dei Prodotti agroalimentari italiani (INPAI). Lo ha annunciato il Mipaaf in una nota.
Il percorso
Il Gruppo di lavoro Unesco del Mipaaf ha quindi deciso all’unanimità di proporre le candidature e di inviare la documentazione alla Commissione Nazionale dell’Unesco. Sarà la commissione a decidere l’avvio del procedimento per l’inserimento nel patrimonio immateriale dell’umanità di un elemento che ha importanti risvolti culturali, sociali, storici e di tradizione.
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Di recente, il Gruppo di Lavoro Unesco del Ministero ha espresso all’unanimità parere favorevole all’iscrizione del Rito (Arte) del caffè espresso italiano tradizionale nell’inventario nazionale del patrimonio agroalimentare italiano (Inpai). A promuovere la candidatura del Rito (Arte) del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, il Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, che vede coinvolta la quasi totalità delle Torrefazioni Italiane.
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La priorità per l’elemento Rito del caffè espresso italiano tradizionale, a parità degli elementi costitutivi del dossier, deriva dalla presentazione della relativa proposta all’inizio del 2019. Quella della Cultura del caffè espresso napoletano, invece, risale alla metà del 2020.
Dopo la scadenza del termine per la presentazione delle candidature, prevista per il 31 marzo, l’Unesco sarà chiamata a pronunciarsi sulla proposta di candidatura.
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