Non si pensa ancora troppo alla Sicilia quando si parla di Syrah (rigorosamente al femminile), ma è qui che forse succedono alcune tra le cose più interessanti per quanto attiene a quest’uva mediterranea. E questo per storia, attitudine e anima.
Siamo a Mazara del Vallo, terra che ha fatto di cosmopolitismo e contaminazioni mediterranee la sua cifra esistenziale, tanto che la sua casba è un caso di studio a livello mondiale.
Stiamo parlando di un cru, ma in senso ontologico prima ancora che gustativo. Un single “vineyard” da un ettaro e mezzo nella piana bonificata della Gazzarotta dove si fa solo un vino: il Velluto Blu di Agricola Giammalvo.
Parlare di territorio non è, almeno in questo caso, solo un cliché. Questa Syrah, grazie ai 4 mesi di tonneau di rovere francese, riesce a camminare sul sottile equilibrio tra intensità e freschezza senza mai scivolare troppo su nessuna delle due.
Le dolcezze sensuali dell’olfatto si ritrovano all’assaggio che riesce ad appagare dissetando. Le mollezze stucchevoli che caratterizzano spesso le Syrah a queste latitudini, sono tenute lontane da una sapidità importante e una freschezza inaspettata e longeva sostenuta da un tannino educato ma mai sottomesso.
Un rosso che sa di lontano e che guarda lontano, ma non stanca mai al palato pur ponendosi, almeno all’ingresso, con assertiva, sudista intensità. Velluto blu è un vino che nasce per conquistare con la sua rotondità che non diventa mai ridondante o banale. Un vino scuro ma mai impenetrabile, con una sensualità mai urlata eppure presentissima: un vino per innamorarsi o almeno per sognare di farlo.
Da abbinare a un versione made in Tunisia di The man who sold the world. Lei si chiama Emel, buon ascolto e buona Syrah.
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