Reboro e Vino Santo Trentino, Marco Pisoni si racconta tra storia e sogni di sostenibilità

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Anche quest’anno andrà in scena il Reboro Day, l’evento che celebra il progetto di adozione di una vite di Rebo, “Your Vine, your Wine”, per la valorizzazione di questo vitigno figlio di terra trentina. L’iniziativa, in programma per sabato 3 giugno, è promossa dall’azienda viti-vinicola Fratelli Pisoni di Pergolese, nella Valle dei Laghi, in Trentino Alto-Adige, che da anni lavora con altre aziende del territorio per promuovere i prodotti tipici di questo territorio. 

Ogni appassionato che adotta una vite di Rebo con 10 euro entra, infatti, di diritto nella community del Wine Club Pisoni, e durante il Reboro Day ha l’opportunità di collocare personalmente la targhetta col proprio nome su una vite, salendo sulla collina di San Siro, a pochi passi dall’azienda Pisoni, in un paesaggio d’incanto immerso tra i boschi. Per ricevere in tempo la targhetta, occorre adottare la pianta entro il 15 maggio. L’evento è a numero chiuso (info: https://www.pisonivini.it/reboro-day-2023/). 

Ne parliamo con Marco Pisoni, titolare col cugino Stefano Pisoni di questa appassionata azienda vinicola della Valle dei Laghi: 

Come produttore trentino dell’azienda vitivinicola Fratelli Pisoni, avete rilanciato assieme ad altri viticoltori il progetto Reboro, ce ne vuole parlare? 

“L’idea del progetto Reboro nasce per valorizzare la varietà Rebo, un vitigno nato dall’incrocio tra il Teroldego ed il Merlot, creato negli anni 50 da Rebo Rigotti, da cui prende il nome. Il Reboro viene prodotto grazie la tecnica dell’appassimento che per la Valle dei Laghi è una tradizione legata al Vino Santo Trentino DOC. Dall’inizio degli anni 2000 abbiamo provato l’appassimento di diverse varietà rosse e il Rebo è la varietà che ha dato i risultati migliori per via della sua buccia resistente e del suo gusto fruttato. Dopodiché nel 2009 abbiamo condiviso questo progetto con gli altri Vignaioli del Vino Santo e quindi, oggi è un marchio registrato a nome della nostra associazione. Abbiamo redatto un disciplinare interno dove si definiscono le regole per la produzione di questo vino, che delimitano la zona di produzione, la varietà, i tempi di appassimento, di permanenza in legno e in bottiglia prima della vendita”.

Che caratteristiche organolettiche ha il Reboro? 

“È un vino potente, molto colorato caratteristica tipica del “papà” Teroldego, ma con un frutto molto prevalente che nell’appassimento si concentra ne caratterizza il sapore. L’abbinamento migliore è con le carni rosse, ma si può degustare anche con formaggi stagionati o anche da solo magari in buona compagnia”. 

Come è possibile entrare nella vostra community, che valorizza il Reboro e che da quest’anno ha lanciato anche il progetto Reboro En Primeur?

“Dal 2018 la nostra cantina ha lanciato l’idea di creare una comunità di appassionati del Reboro, con la possibilità di adozione di una pianta di Rebo in un nuovo vigneto di circa 1 ettaro, situato sulla collina di San Siro vicino alla nostra azienda. (Per info pisonivini.it). Questa adozione ha un valore simbolico in quanto consente di apporre una targhetta con il proprio nome alla vigna scelta, all’interno del vigneto seguendo delle coordinate legate al numero di filare il numero di pianta. Poi ci sono molti altri vantaggi quali una scontistica dedicata, sia nell’acquisto dei prodotti, che per la partecipazione ai nostri eventi o alla possibilità di prenotare le annate future”. 

Proprio sabato 3 giugno si terrà il Reboro Day, evento arrivato alla quinta edizione. Come si svolge e a chi è rivolto?

“Il Reboro Day è un giorno dedicato alla comunità degli amanti del Reboro dove i nuovi affiliati trovano la propria targhetta con il nome inciso sopra e tutti insieme si raggiunge il vigneto per scegliere la propria pianta o per visionare la vigna già adottata. A seguire una serata in compagnia con buona cucina ma soprattutto con buon vino”. 

Un altro vino da appassimento tipico del vostro territorio è il Vino Santo Trentino. Ce ne parla? 

“In Trentino la produzione del “Vino Santo” è legata strettamente alla Valle dei Laghi e al suo clima Mediterraneo e le zone maggiormente vocate a tale produzione sono appunto quelle dove è situata la Azienda Vitivinicola Pisoni (vicino al lago di Toblino). Questo vino passito – particolare per morbidezza e giusto tenore zuccherino – viene prodotto usando unicamente uve di Nosiola, vitigno tipico di questa zona. Le uve sono poste ad appassire su particolari graticci (chiamati in dialetto arele), in ambienti ben aerati. Il periodo di appassimento è molto lungo e dura dai 5 ai 6 mesi. L’ammostatura delle uve viene eseguita nel periodo Pasquale, durante la Settimana Santa: di qui l’origine del nome. In Trentino sono pochissimi i viticultori che si dedicano ancora a questa delicata produzione: tanti quanti le dita di una mano e, infatti, la produzione totale non supera i 300 ettolitri l’anno. La nostra azienda, la Fratelli Pisoni è tra queste, vantando una tradizione e un primato: quasi cento anni di ininterrotta produzione del Vino Santo”. 

Che differenze col Vin Santo Toscano? 

“La differenza con quello toscano è la maggior dolcezza e il minor grado alcolico, inoltre non risente di una tecnica di produzione “ossiadtiva” ed è quindi molto più elegante e delicato”.

Ci racconti della sua azienda. Qual è il ricordo più bello?

“La nostra è un’azienda familiare che esiste dalla metà dell’Ottocento, e ha sempre mantenuto un profilo di produzione naturale, arrivando oggi alla certificazione Bío Elio dinamica. Non ci sono ricordi più belli o più brutti perché gestire un’azienda agricola vitivinicola è un’emozione continua, sempre diversa, ma se proprio ne devo scegliere uno, penso a quando ho visto uscire dall’azienda un carico intero diretto al monopolio svedese. Un’emozione incredibile sapere, che i nostri vini sono arrivati tanto lontano!”. 

Come state affrontando il cambiamento climatico in vigna?

“Per noi cambiamento climatico in vigna non è particolarmente dannoso, perché tutti i nostri vigneti sono dotati di impianti di irrigazione a goccia, che negli anni passati servivano solo nei momenti di grande stress, mentre oggi vengono usati più frequentemente”. 

Un altro vino molto particolare è il Mesum da vitigni Piwi. Ci spiega cosa sono questi vitigni resistenti? Saranno il futuro?

“Il Mesum è un vino dal sapore antico. Nasce dalle uve maturate in un vigneto che riprende fedelmente l’affresco di Ottobre del “Ciclo dei Mesi” dipinto nel XIV secolo dal maestro Venceslao sulle pareti di Torre dell’Aquila, presso il Castello del Buonconsiglio di Trento. Un omaggio alla tradizione di questa terra e al lavoro dei contadini: un vino di lieve dolcezza, rispettoso della natura, fedele a una storia secolare. Nel rispetto della tradizione raccontata dall’affresco, nel vigneto non sono stati usati cemento, plastica e filo di ferro, ma solo pali di castagno trentino e materiale naturale. In questo vigneto si realizza pienamente la nostra filosofia biologica e biodinamica. Avendo piantato varietà resistenti, franche di piede, le vigne non necessitano di alcun trattamento fitosanitario. Il lavoro è svolto in modo completamente manuale, senza l’utilizzo di macchinari motorizzati. In autunno, le uve sono raccolte a mano e pigiate con i piedi. Il vino fermenta e si affina in un’anfora di terracotta, rimanendo per mesi sulle sue bucce”.

In ultima battuta: come si immagina la sua azienda tra 10 anni?

“Sempre più sostenibile e totalmente autonoma dal punto di vista energetico. Un luogo dove si fa ancora più cultura e buona accoglienza, senza mai perdere di vista la qualità, che nel vino corrisponde a pura emozione”.

 PISONI IN PILLOLE: 

  • Il team: Marco Pisoni (agronomo e titolare), Stefano Pisoni (agronomo e titolare), Matteo Zucchet (enologo), Daniele Bressan (hospitality).
  • Ettari vitati di proprietà: 16 ettari collocati in parte nella piana vicino al fiume Sarca, con un terreno più sabbioso-limoso, e in parte sulla collina di San Siro ad una altitudine di 450 m.s.l.m. con terreno calcareo.
  • 80mila bottiglie su 17 etichette.
  • Nuovo progetto: Reboro En Primeur.

L’AZIENDA AGRICOLA PISONI, UNICA PER MOLTE RAGIONI: 

L’azienda viti-vinicola Fratelli Pisoni di Pergolese, nella Valle dei Laghi, in Trentino Alto-Adige, coltiva la propria passione per il vino dal 1852. Oggi la quarta generazione, formata dai cugini Marco e Stefano Pisoni, continua la tradizione familiare nel segno dell’agricoltura biologica e biodinamica, assieme a un team di collaboratori, che sono entrati di fatto in famiglia. Un’azienda decisamente fuori dal comune, non fosse altro perché è tra le rare cantine del Trentino specializzata nella produzione del prezioso Vino Santo Trentino Doc, presidio Slow Food, ma anche perché è l’unica dal 1930 a produrre il vino per la messa nella Curia di Trento ed è tra le poche aziende in regione a coltivare le varietà resistenti PIWI (con cui produce il vino Mesum). Cura, inoltre, una linea di prodotti di bellezza a base di vinaccioli da uva biologica colmarchio registrato Ampelié, che ne testimonia una volta di più l’eccezionalità. Un’azienda che ha saputo preservare la tradizione, rinnovandosi grazie a iniziative di valorizzazione del territorio e della cultura viticola. L’ultimo progetto è quello del Reboro En Primeur, un vino da appassimento da vitigno Rebo, legato in primis all’adozione di una vite e riservato alla community del Wine Club Pisoni

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