Nessuno tocchi la pasta agli italiani. Le ricette per prepararla non mancano, dalle più elaborate alle più semplici, dalle più innovative alle tradizionali. Ognuno ha i suoi gusti e vanno rispettati, l’ingrediente di base è sempre lo stesso. Dagli Usa arriva una interessante novità: la pasta piatta che si gonfia mentre cuoce, ideale per risparmiare sugli imballaggi e per essere consumata anche nello Spazio.
La pasta rimanda ad una tradizione di nonne con le mani sporche di farina. In Italia è facile immaginare distese di pasta appena impastata e formata, stesa ad asciugare. O almeno lo era fino a qualche tempo fa, prima che la produzione industriale prendesse il sopravvento. Tempi più veloci, sicuramente, ma dalla fabbricazione al trasporto, l’impatto ambientale è notevole.
Esistono davvero tante forme ed è forse questo uno degli aspetti che rendono la pasta così apprezzata. Ci sono i fusilli, le pennette, le farfalle, i bucatini, gli intramontabili spaghetti e tantissime altre forme. Ma vi siete mai fermati un attimo a pensare a quanto imballaggio richiedano le confezioni? Queste forme tridimensionali infatti occupano inevitabilmente tanto spazio e per essere confezionate si utilizza tanto materiale che viene presto scartato ai danni dell’ambiente.
Un team di ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania (Stati Uniti) ha trovato una possibile soluzione a questo problema. Hanno infatti sviluppato la pasta morphing, una pasta piatta che si trasforma durante la cottura prendendo la forma dovuta.
La pasta morphing utilizza tutte le proprietà della pasta tradizionale. Infatti, questa, anche se da cruda ha già una forma tridimensionale, in cottura si ammorbidisce e si dilata. Ad ispirare l’idea sono stati i noodles, che possono essere confezionati in una specie di mattonella piatta salva spazio, che si gonfia poi in acqua calda. Perché quindi non creare una pasta piatta che prende volume una volta bollita?
Sulla base di questo presupposto, il team ha stampato modelli di minuscole scanalature nella tradizionale pasta piatta composta esclusivamente da farina di semola e acqua. Queste scanalature, durante la cottura, diventano più profonde e sono capaci di far piegare la pasta per farle assumere la forma dovuta. Ecco che un pezzetto piatto di farina e acqua si trasforma in tubi, onde, spirali e tanto altro mentre bolle.
Un progetto tanto innovativo che renderebbe la pasta un prodotto da consumare facilmente anche nello Spazio.
“Siamo stati ispirati dai mobili imballati in modo piatto e dal modo in cui hanno risparmiato spazio, reso più facile lo stoccaggio e ridotto l’impronta di carbonio associata al trasporto”, ha affermato Lining Yao, direttore del Morphing Matter Lab, il laboratorio che ha pubblicato lo studio sulla pasta piatta sul numero di maggio 2021 di Science Advances.
La pasta piatta, oltre a ridurre la quantità di imballaggi, riduce anche i tempi di cottura rispetto a quella tradizionale, con un notevole risparmio di energia.
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