Nasce in Sicilia la prima filiera agroalimentare delle sementi antiche. Il progetto mira alla valorizzazione dei grani antichi e alla loro tutela dal punto di vista economico. La presentazione dell’iniziativa è avvenuta a Noto, nella cornice di Palazzo Giavanti, sede del Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale, nell’ambito di un tavolo tecnico promosso da M’Ama.Seeds, start up fondata dall’avvocato Alessia Montani.
Il progetto ha un obiettivo più vasto. Si parte in Sicilia per estendere il riconoscimento della filiera agroalimentare anche a tutte le semenze antiche italiane, cerealicola, orto-frutticola, vitivinicola e delle erbe aromatiche. Si intende aggregare così tutti coloro che in Italia recuperano le antiche colture.
Il prossimo passo necessario è quello di adottare una precisa normativa nazionale per distinguere le antiche sementi autoctone da quelle frutto di importazione e/o modificazioni genetiche. Proprio per colmare il vuoto normativo, è stato istituito un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, presieduto dal professor Vincenzo Cerulli Irelli. Sul tavolo, la proposta di norme nazionali a tutela dell’identità e dell’origine delle antiche semenze italiane.
«La nostra idea è di salvaguardare la grande ricchezza delle sementi italiane e valorizzarla, considerato come sia oggettivamente un po’ messa da parte – ha dichiarato Alessia Montani -, qui in Sicilia il progetto è quello di costituire la prima filiera agroalimentare delle sementi antiche. Ortaggi, frutta, erbe e quant’altro. Parlo di una intera filiera nuova, dedicata alle sementi autoctone».
Ormai da qualche tempo, sempre più spesso si sente parlate di grani antichi siciliani. La tendenza è quella della riscoperta i vecchie tradizioni ma soprattutto delle materie prime di una volta. Il rischio frode, però, è sempre in agguato.
La tutela di produttori e di consumatori da possibili frodi commerciali nei prodotti a base di grani antichi siciliani è alla base di uno studio presentato già un anno fa. Si mira anche alla preservazione di questo patrimonio per futuri programmi di miglioramento genetico, salvaguardando la biodiversità .
Si tratta del primo studio su 40 varietà di grano siciliane, raccolte a partire dagli anni ’40 da Ugo De Cillis e Nazzareno Strampelli, padri fondatori della ricerca agricola italiana, oggi conservata presso la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia di Caltagirone. Lo studio è pubblicato sulla rivista ‘Plants’.
Il Crea, con il suo Centro di Ricerca sulla Cerealicoltura e le Colture Industriali, ha partecipato allo studio insieme all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, all’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr di Palermo e alla Stazione Consorziale siciliana.
Lo studio ha preso in considerazione la caratterizzazione genetica e morfo-qualitativa della collezione di germoplasma di 27 varietà di grano duro, una di frumento tenero e due varietà storiche di grano duro. Questo ha permesso di evidenziare la diversità genetica di ciascuno rilevando così un’impronta utile per la tracciabilità dei prodotti della filiera del grano antico.
In Sicilia, una delle regioni storicamente più importanti per la produzione di grano duro, si assiste da alcuni anni all’incremento delle superfici coltivate con varietà storiche locali per anni quasi dimenticate. Si è sviluppata così una piccola filiera dedicata che ha portato all’iscrizione di 16 varietà di frumento siciliano locali. Queste si aggiungono alle tre già iscritte nel “Registro Nazionale delle varietà da conservazione delle specie agrarie e delle specie ortive”.
Durante il seminario è stato presentato anche il progetto del Parco dell’Anima: un’oasi agro culturale nei terreni storicamente a vocazione agricola di Noto.
Ideato su progetto dell’architetto Fernando Miglietta, tra i più noti protagonisti della cultura e della ricerca artistica e architettonica italiana, il Parco dell’anima non vuole essere un semplice salotto di intrattenimento en plein air, ma un progetto costruttivo di cultura civiltà e salute. Un veicolo di rilancio per l’economia del territorio rivolto a mutare l’orizzonte dei processi produttivi nel segno dell’innovazione, del benessere accessibile, della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità vegetale e animale.
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