Lo chef punk Massimo Viglietti avvia una collaborazione con il ristorante giapponese Taki di Yukari Vitti. Dall’unione delle loro esperienze nasce a Roma Taki Labò. Una nuova esperienza di cucina che miscela la tradizione ligure a quella nipponica, con le contaminazioni musicali dello chef Viglietti.
Il lockdown non blocca la creatività dello chef Viglietti. La sua ripartenza parla giapponese. Non sono bastate le due stelle Michelin del ristorante di famiglia in Liguria, il Palma di Alassio. Non si accontenta del trasferimento in solitaria a Roma e della stella Michelin conquistata da Achilli al Parlamento. Lo chef Massimo Viglietti entra nel mondo del ristorante giapponese Taki, indirizzo di successo di Taki Onorio e Yukari Vitti a Piazza Cavour. Così nasce il Taki Labò.
“Lo Ying e lo Yang – si definiscono così sulla pagina Facebook del ristorante -, due realtà completamente diverse che si uniscono formandone una sola. Inizia così la magnifica collaborazione Taki Labò, tra la fantastica Yukari Vitti e lo chef punk Massimo Viglietti”.
Dai due nasce un’unica cucina “creativa e d’avanguardia” dove “l’anima bianca di Yukari continuerà a raccontare il Giappone con i suoi sapori autentici, mentre la parte dark è rappresentata dallo chef Viglietti che narrerà la sua cucina colta e raffinata, ma sempre coinvolgente semplice e immediata”.
Lo Ying e lo Yang, due realtà completamente diverse che si uniscono formandone una sola.☯️
Inizia così la magnifica…
Pubblicato da Taki Ristorante Giapponese su Martedì 14 luglio 2020
La proposta della cucina tradizionale giapponese continua in piazza. All’ingresso più defilato, invece, si trova la cucina di Viglietti, con le sue contaminazioni tra musica e cucina colta. Non mancano gli interventi pulp sulle materie prime come le teste di gambero schiacciate in diretta sulla tartare di manzo. E ancora raffinati tè affumicati, tra focaccia ligure e acciughe che sposano la carne Waigu.
Taki Labò offre un’esperienza intima. Sono solamente quindici i coperti disponibili e sono tutti seduti al bancone. Quel che sembra wasabi è un burro al pesto mentre la zuppa col tuorlo d’uovo è un omaggio alla minestra maritata con cui i frati nutrivano i poveri, la purea è di aglio nero di Voghera. Per chi ama i giochi sulle consistenze da non perdere gli Spaghetti di patate mantecati con ricci di mare e serviti con mousse al caffè e cubetti di baccalà.
Musica di carattere e un nuovo registro narrativo di uno chef che qui vuole “provare a dipingere tele nuove e vivere l’avventura di un laboratorio-palcoscenico dove lavorare ingredienti giapponesi ma non solo. Ho pensato – ha confidato – a delle proposte senza frontiere per un racconto immersivo e inaspettato con ogni pietanza servita a temperatura controllata. Le papille non vengono così scioccate dal caldo e freddo ma da umori di grassezza-freschezza del mare, di terra, e delle carni che vedono alternarsi il nostrano Montasio all’anguilla in salsa parmentier fino al brodo vegetale alla moka espress”.
L’estro non è mai mancato allo chef Viglietti. Le polemiche hanno spesso fatto da eco alla sua cucina d’avanguardia, ma lo chef non si lascia intimidire. Cambia registro e continua a creare nuove esperienze culinarie. “Non sono più in guerra col mondo ma ora gioco, pur restando un ligure d’attacco – ha detto – e cerco con Taki Labò, anteprima di Taki Off, di trasformare il mio Ponente in Oriente. Sono stanco della vis polemica, della critica di sentenze a cui non ho mai risposto con una cucina ruffiana, per compiacere. Faccio quello che la mia famiglia di ristoratori mi ha insegnato”.
Immagini da Facebook e dal sito Taki
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