Il pecorino è probabilmente il vitigno autoctono italiano più sottovalutato. E questo, verosimilmente, perché nell’eno-immaginario italiano, l’Abruzzo non è certo la regione della coolnees, dell’hype e delle vacanze Ig-friendly. Sarebbe però ora di dirlo chiaro: questo vitigno, nelle mani giuste, può dare vita ad uno dei migliori bianchi non solo italiani, ma del mondo.
Mani “giuste” sono quelle dell’azienda Fontefico di Vasto (località tristemente nota per avere ospitato il Jova Beach Party). Con loro il pecorino raggiunge vette da vero e proprio “effetto wow”, specie nella versione superiore: La Foia.
La Foia 2020 è un vino che appaga senza annoiare e la cui potenza non è mai supponente o troppo assertiva. Una visiva dorata da vino che un passato ce l’ha. Un’olfattiva che apre sul miele e chiude su sensuali spezie bianche. Una bocca che dà avvolgenza e che ammalia, appaga e seduce. Un bianco cremoso, intenso, con una persistenza quasi arrogante e un finale amaricante, birichino, edonista.
Se non un “wine for the ages”, un bianco da ribere anche tra molto tempo. Da ascoltare con qualcosa di appagante, intenso e cremoso come questo pezzo: si chiama Year of Love e lei è Jenny Hval. Buon ascolto, buon Abruzzo.
Le nuove frontiere sono sostenibilità, biodiversità, enoturismo, ricerca e innovazione
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