Grappa del Trentino, allarme Covid: si stima un calo nella nuova stagione produttiva

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Il coronavirus mette in allerta il comparto della Grappa in Trentino. La nuova stagione produttiva, infatti, potrebbe subire un rallentamento. Si stima, al momento, una campagna contenuta ma si spera in un recupero in tempi brevi.

Grappa del Trentino, allarme Covid: si stima un calo di produzione

A lanciare l’allarme è Bruno Pilzer, neo presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino.  Le stime prevedano una campagna produttiva della grappa più contenuta, a causa del coronavirus. Nonostante ciò si guarda con buone speranze al prossimo futuro. Non si esclude, infatti, che si possa tornate ad un processo produttivo “normale”  sulla base dell’andamento della vendemmia. Salvo, però, stop dovuti a coronavirus.

Attualmente ogni anno in Trentino vengono prodotti circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl) ovvero circa 2,5 milioni di bottiglie equivalenti, distillando a 130 mila quintali di vinaccia.

La Grappa del Trentino tra innovazione, qualità e racconto

Pilzer sostiene che con l’inizio del suo mandato cercherà un “confronto e una riflessione sulle future esigenze in una logica di equilibri aziendali”. Si punta al un prodotto sempre più eccellente.  “Grazie anche all’Istituto Mach – aggiunge il neo presidente -, è stato raggiunto un buon livello di qualità di grappa che si può migliorare”.

Cambiamenti sì, ma a piccole dosi. Secondo Pilzer, infatti, è “necessario innovare senza distruggere e affiancare alla qualità produttiva una qualità di racconto”.

Il presidente afferma inoltre di rendersi “conto che la grappa sta soffrendo di più di quello che ci si può aspettare ed è necessario migliorare la conoscenza, offrendo la possibilità di entrare in distilleria garantendo tutte le regole di sicurezza del momento potendo contare su un cambio generazionale che può favorire, viste le specializzazioni, una qualità di racconto”.

Infine conclude che il “turismo è andato bene nei mesi di luglio e agosto con la riscoperta di tanti italiani”, ma non nasconde preoccupazione per l’immediato futuro legato a una nuova ondata del coronavirus. “Speriamo -dice – che non blocchi l’attività produttiva”.

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