Essenzialità e gusto nel centro storico di Palermo: la ripartenza di “A’nìca”

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Una cucina senza eccessi che non ammette sprechi, un’atmosfera confortevole che trasmette serenità, un mix interessante di due culture apparentemente lontane tra loro ma che si incontrano per amore: Sicilia e Svezia. Riapre – dopo mesi tormentati a causa del lockdown – “A’nìca Ristorante & Pizza Gourmet“, nell’elegante via Alloro, asse principale del quartiere della Kalsa a Palermo.

La filosofia di A’nìca è un incontro tra due culture che si intersecano nel proporre un’esperienza culinaria che punta all’essenziale, alla freschezza delle materie prime e alla loro sostenibilità. Questa l’idea dei proprietari Annika Pettersson, svedese, caparbia e dedita ex manager di banca, che per amore sceglie la Sicilia, e il giovanissimo imprenditore siciliano Giulio Scaduto. Insieme al supporto delle loro famiglie, danno vita a un accogliente ristorante nel cuore di Palermo che prende il nome proprio da Annika, divenendo così “A’nica” ovvero “la piccola”, simpatica rivisitazione in dialetto palermitano.

I tavoli all’esterno

Essenzialità e cura, la filosofia di “A’nica”

Due le caratteristiche principali del ristorante: l’ambientazione, presentata nella sua essenzialità, dove nulla è superfluo e tutto è scelto con cura, e la cucina espressione del territorio che segue la stagionalità. L’arredamento lineare e ordinato si accosta a pezzi unici e di riciclo, per un’atmosfera confortevole e serena, riscaldata dalla luce naturale o da punti luce disposti accuratamente nel ristorante. Ecco la loro versione del lagom – ricetta svedese per la felicità – misto alla passione siciliana. In cucina il team è giovane e con alle spalle importanti esperienze: Luca Barnini, executive chef, Vincenzo Mezzatesta, chef di cucina, Daniele Cammarata, pizzaiolo, Martino Puccio e Federica Rocco in sala.

Gli interni

“Amo la Sicilia dal primo giorno in cui l’ho conosciuta: era il 2002 quando per la prima volta visitai l’isola, in particolare Balestrate nel 2011 – racconta Annika Pettersson – Mi divido ancora oggi tra la mia terra, la Svezia, e la Sicilia che oggi è la mia seconda casa. A’nìca è la rappresentazione ideale della sicilianità che si unisce alla cultura nordeuropea”.

“La mia famiglia gestisce aziende agricole da quasi 100 anni – racconta Giulio Scaduto, giovane imprenditore – Io ho trascorso la mia infanzia a Villa Cefalà, azienda agricola trasformata in agriturismo quando ero ancora molto piccolo. Piano piano il nostro ristorante è cresciuto ed è diventato il core business della nostra attività. Vista l’esperienza maturata abbiamo deciso di aprire un ristorante che coniugasse diversi aspetti: il buon cibo, l’utilizzo di materie prime della nostra terra e lo spirito di accoglienza tipici di un agriturismo”.

La cucina di A’nìca interpreta piatti tipici della tradizione culinaria siciliana esplorando tra mare, terra e monti: tra i cavalli di battaglia l’insalata di àmmaru, i paccheri all’ortolana, la calamarata, la tagliata di alalunga, l’insalata sapurita, gli spaghetti alla chitarra e il gelo di melone. Tra i piatti più amati, soprattutto nella stagione autunnale, fagottini di pasta fillo con ortaggi e verdure su salsa caponata, le fettuccine con bottarga di tonno, vongole e datterino, minestra di pasta all’aragostella e broccoletti, filetto di maialino cotto a bassa temperatura in crosta di lardo di Colonnata con carciofo alla Viddaniedda. Fiore all’occhiello del locale è la pizza prodotta con farine di qualità e impasto lievitato per un minimo di 48 ore e cotto su pietra refrattaria, con l’aggiunta di prodotti bio e stagionali.

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