Dal Perricone al neo nato Carricante, le promesse dell’azienda Todaro

Leggi l'articolo completo

È dalla contrada Feotto, nella Valle dello Jato, in provincia di Palermo, che nascono i fiori all’occhiello dell’azienda Todaro. Sarà per il microclima, per  i suoli argillosi ricchi di pietre, per l’esposizione dei vigneti o per le mani e le idee di Giuseppe e Adriano Todaro che hanno scelto di puntare sugli autoctoni e sull’artigianalità.

È in realtà tutto questo messo insieme che rende i vini dei giovani fratelli Todaro così interessanti, buoni e tipici. Con il loro Perricone, ormai orgoglio dell’azienda, e oggi anche con il Carricante in purezza (nuova sfida e unico esempio in bottiglia per la Sicilia occidentale), i fratelli Todaro sono riusciti a valorizzare il terroir di questa vallata protetta dal Monte Jato, dove dall’epoca preromana si coltivava la vite.

L’azienda Todaro inizia il suo percorso nel 2011 con Giuseppe e Adriano affiancati da collaboratori coetanei e supportati in questa avventura dai consigli paterni. In vigna e in cantina la gestione è in biologico: ogni giorno si mette in atto una lunga serie di accortezze e lavori manuali necessaria per garantire l’artigianalità delle produzioni.

I vigneti, che si estendono per 25 ettari ad un’altitudine compresa tra i 450 e 650 metri sul livello del mare, sono in prevalenza autoctoni come Perricone, Nero d’Avola, Catarratto, Carricante e varietà internazionali da cui viene prodotto l’affascinante taglio bordolese “Quattro Elementa”.

«Curiosità e voglia di sperimentare ci hanno guidato nella scelta di piantare nel 2013 il Carricante – racconta Giuseppe Todaro -. Volevamo ampliare la nostra linea con un altro autoctono e a seguito di diverse ricerche ci siamo decisi a osare con un vitigno che non era mai stato piantato in questo territorio”.

Il Carricante è infatti il vitigno a bacca bianca più diffuso nella provincia di Catania, autoctono dell’Etna, dove è allevato su terreno vulcanico ad alte quote sul livello del mare e a cui è riservato un posto d’onore a fianco del Nerello Mascalese nel disciplinare della Doc Etna.

Nella Valle dello Jato a 430 metri di altitudine gode di un suolo fertile, permeabile e fresco, è allevato a spalliera e potato a guyot. Il vino matura 6 mesi sulle fecce fini prima di essere imbottigliato. L’annata 2019, la prima in bottiglia, ci regala un vino dove l’espressione varietale è evidente, seppur con un profilo diverso rispetto a quello prodotto nelle varie zone dell’Etna. Il bouquet è abbastanza complesso e giustamente intenso, dove si rincorrono sentori floreali, erbe aromatiche, spezie dolci e note minerali. Al palato si percepisce subito la freschezza spiccata e al contempo ampiezza e rotondità del sorso. Non mancano una piacevole sapidità e buona persistenza. Sarà interessante poter apprezzare l’evoluzione di questo Carricante nei prossimi anni.

Il vero protagonista però, è il Perricone, vitigno su cui l’azienda punta particolarmente già da diversi anni per raccontare l’identità del territorio.

Un vitigno non facile da coltivare e che fino a vent’anni fa era sottovalutato e usato solo nei blend o nel Marsala rubino. Oggi ha ormai conquistato il suo posto nella viticoltura siciliana di qualità grazie a quei produttori che lo stanno valorizzando con impegno.

I fratelli Todaro hanno dato una loro personale interpretazione: oltre al terroir che lo ospita è sicuramente la tecnica di produzione che contraddistingue la firma. Il Perricone Feotto è frutto di un’attenta selezione delle uve più sane. Segue una leggera surmaturazione in pianta e la fermentazione “all’antica” in mastelli all’aperto per favorire una maggiore ossigenazione. Poi matura per 2 anni in barrique. Una piccola produzione di meno di 2 mila bottiglie.

Abbiamo degustato tre annate a confronto. La 2017 che presenta un’intrigante complessità aromatica tipica della varietà, dalla frutta rossa alle bacche, dalle spezie alle note vegetali. Scalpitante, avvolgente, con tannini ancora un po’ ruvidi e ottime prospettive. La 2016 dà più spazio alla frutta matura e alle spezie, meno presenti le note vegetali. Cupo, armonioso, morbido, preciso e persistente. La 2014 presenta note che virano verso il balsamico e la marmellata di frutta rossa e nera. Recupera freschezza in bocca, dove il sorso è molto concentrato, rotondo e lungo.

Ma le novità in casa Todaro non sono finite. Ispirati dalla ricerca dell’abbinamento con la pizza, è già in vasca un rosato ancestrale da uve Perricone di prossima uscita, pensato in collaborazione con Marco Durastanti patron di Villa Costanza.

Leggi l'articolo completo

Recent Posts

A Nodo Nostro, l’iniziativa di Santa Filomena District per celebrare il primo anniversario

A Nodo Nostro, l’iniziativa di Santa Filomena District per celebrare il primo anniversario, suggella l’impegno…

15 ore ago

Report Assovini: così le aziende siciliane si rinnovano

Le nuove frontiere sono sostenibilità, biodiversità, enoturismo, ricerca e innovazione

16 ore ago

Confartigianato Imprese Sicilia alla Settimana della cucina italiana nel mondo

Presentato anche il Visitor Center: un momento di promozione per il caseificio Valvo di Enna…

17 ore ago

Cena stellata di beneficenza con lo chef Accursio Craparo per sostenere La Locanda del Samaritano di Catania

Immaginate una serata speciale, dove i profumi inebrianti della cucina stellata incontrano la magia di…

1 giorno ago

Agricoltura, col progetto Sfinge grani antichi certificati con tecnologia blockchain

Saranno presentati a Palermo i risultati di tre anni di attività: l'incontro promosso dal Coreras

1 giorno ago

Giusina in cucina allo Sfincione Fest di Bagheria: «Lo preparo a ogni cena con gli amici»

«Certo che da voi in Sicilia si mangia bene»! Il biglietto da visita dei Cugini…

2 giorni ago