L’assemblea del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella ha approvato il bilancio 2019, che si chiude in positivo a quasi 2,2 milioni di euro. Sono tante le misure adottate per consolidare il brand. Non ultima, la lunga battaglia legale che si è conclusa con il riconoscimento del marchio “Amarone” in Cina.
Si chiude in positivo, a 2,2 milioni di euro, il bilancio del 2019 del Consorzio Vini Valpolicella. Aumenta anche del 10% la partecipazione degli associati, registrati oggi in 44 Paesi nel mondo. Il dato permette di registrare un trend in crescita, grazie anche alle numerose attività di promozione e internazionalizzazione del marchio, oltre alla difesa della Doc su scala mondiale.
“Contestualmente – ha rilevato il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello – si sono operate importanti economie di scala attraverso l’internalizzazione delle attività organizzative a partire dall’incoming di buyer e giornalisti fino ai servizi logistici delle tappe estere. Un risparmio – ha proseguito – di circa 190mila euro reimpiegato in promozione, formazione, comunicazione e tutela a consolidamento del brand collettivo. Ed è stato proprio l’aumento delle azioni di tutela a generare l’unica voce di spesa in crescita di oltre il 30% sulla media del triennio”.
Grande soddisfazione all’interno del Consorzio. “Chiudiamo un triennio in linea con gli obiettivi generali – ha detto il presidente, Andrea Sartori -, primo fra tutti assicurando il mantenimento in equilibrio di tutta la filiera nel medio e, si spera, nel lungo termine. Si spiegano così sia le modifiche dei disciplinari quanto i provvedimenti sulle rese e sugli impianti”.
Bene, infine, anche l’incremento di finanziamenti pubblici e sponsorizzazioni private per progetti targati Consorzio, in primis Anteprima Amarone, e la crescita dei ricavi sui servizi agronomici.
Il mandato triennale del Consiglio di amministrazione del Consorzio tutela vini Valpolicella guidato dal presidente in uscita, Andrea Sartori, si è chiuso con il riconoscimento del marchio “Amarone” in Cina, dopo una lunga battaglia legale.
“Massimo impegno anche nelle azioni legate al mercato e alla tutela nei nostri brand, a partire da quello dell’Amarone, il cui nome appartiene alla denominazione e non a compagini private, come stabilito dal Tribunale di appello di Venezia. Lasciamo un comparto in salute – ha concluso Sartori – ma anche un’eredità pesante, vista congiuntura degli ultimi mesi, che richiederà la responsabilità di tutti e l’impegno di non scendere a compromessi su qualità e prezzi”.
Durante l’assemblea del Consorzio sono anche stati nominati i nuovi consiglieri. Nel prossimo Consiglio di amministrazione utile, verrà eletto anche il prossimo presidente.
Immaginate una serata speciale, dove i profumi inebrianti della cucina stellata incontrano la magia di…
Saranno presentati a Palermo i risultati di tre anni di attività: l'incontro promosso dal Coreras
«Certo che da voi in Sicilia si mangia bene»! Il biglietto da visita dei Cugini…
E se il rosso del futuro venisse dalle colline saluzzesi, e fosse di un’uva di…
Al via il Taormina Food Expo 2024, dal 21 al 24 novembre, presso il Palazzo…
Manca poco all’XI edizione di Taormina Gourmet, che da quest’anno diventa “on Tour”. Uno dei più importanti…