Cioccolato etico, boom di consumi: sulle tavole di Natale spopola il “bean to bar”

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È il re indiscusso del comfort food e il cioccolato etico sarà protagonista delle tavole di Natale. A fare la differenza è la crescente richiesta di barrette e praline “bean to bar” cioè prodotte seguendo direttamente tutte le fasi della lavorazione, dalla fava fino alla tavoletta. Si tratta di una delle tendenze attualmente più in voga nel mondo del cioccolato.

Cioccolato etico, boom di consumi

Negli ultimi mesi, con la diffusione della pandemia e la pratica sempre più utilizzata dello smart working, i consumi sono letteralmente esplosi. Il bean to bar è una produzione che racconta le diverse vie del cioccolato, con particolare attenzione alla filiera etica. Proprio questa è la strada sempre più in voga negli ultimi mesi tra i consumatori del comfort food per eccellenza. 

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La scelta, quindi, si sposta verso produzioni artigianali. Una shelf life mediamente di tre settimane salvo le produzioni anidre (senza acqua) che durano di più. Protagoniste delle tavole di Natale di quest’anno e delle tombolate tra le mura domestiche sono proprio praline e barrette prodotte in modo artigianale.

I cioccolatieri-narratori del “bean to bar”

In Italia, oltre ai big come Domori e Majani, sono una trentina i cioccolatieri-narratori del “bean to bar”. L’ultimo nato, ad esempio, è Divino, ad Aprilia (Latina), nell’agro-romano.

“Nel nostro piccolo laboratorio – racconta Valerio Sposito, cioccolatiere dell’azienda a conduzione familiare Divino insieme a Jennifer Boero – ci occupiamo di alcune delle fasi più importanti, la selezione a mano e la depellicolazione e soprattutto la tostatura e il temperaggio. Lavoriamo con genetiche così selezionate e di alta qualità che non hanno bisogno di concaggio”.

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“Io sono cresciuto – precisa Sposito – nella pasticceria di famiglia e poi nel 2010 ho aperto una gelateria ho approfondito le singole materie. Ma il salto è stato due anni fa quando ho visitato delle piantagioni in Colombia studiando la genetica e la fermentazione”.

“Esistono nel mondo 1200 tipologie di varietà di cacao – continua – e, come nel vino, a seconda della coltura e da come lo faccio essiccare e lavorare nella mola a pietra o a biglia, ottengo un risultato molto diverso. Raccontare questo mondo “bean to bar”, di cui l’Africa è con una quota del 70% il primo produttore al mondo per il mass market ma noi preferiamo altre aromaticità, è il nostro progetto. E proviamo a dimostrare, giorno per giorno al consumatore con le nostre tavolette, praline e napolitains, la grande differenza con chi lavora con prodotti già pronti. Orgogliosamente artigiani del gusto”.

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Immagini da Pixabay

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