La pandemia di Coronavirus premia il cioccolato confezionato. Se da un lato l’emergenza sanitaria ha frenato le vendite nei bar e nei locali chiusi, dall’altro ha spinto i consumi del prodotto confezionato. Lo dimostrano i dati di Icam Cioccolato, che chiude il 2020 con un fatturato di 177 milioni di euro.
Cambiano le abitudini e cambiano i consumi. Gli italiani hanno modificato il modo di fare la spesa durante i periodi di quarantena. Le ristrettezze a causa della pandemia hanno tenuto a lungo chiusi ristoranti e bar, con ricadute sulle filiere di prodotti e sui fornitori.
A farne le spese anche il mercato del cioccolato, ma non di quello confezionato. Icam Cioccolato, azienda lombarda leader nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, si lascia alle spalle un 2020 con performance fuori dall’ordinario.
“Dopo la deflagrazione dell’emergenza sanitaria non ci saremmo mai aspettati di chiudere l’anno con questi numeri”. Lo ha dichiarato Angelo Agostoni, presidente di Icam Cioccolato.
L’azienda infatti ha chiuso l’anno della pandemia con un fatturato di 177 milioni di euro. Un aumento di +15 milioni rispetto al 2019. Segno che l’emergenza sanitaria ha premiato il confezionato private label nella distribuzione moderna. Anche Icam però ha fatto la sua parte con un grande impegno per la gestione di un anno difficile vissuto tra chiusure, incertezze e distanziamento sociale.
La crescita di Icam per il 2020 ha confermato il trend positivo intrapreso da da cinque anni. I successi, a partire dal 2015, infatti, hanno fatto registrare un aumento di +42 milioni di euro. Alle spalle, ben settantacinque anni di scelte strategiche da parte dell’azienda. La multi-canalità, il bio e l’approccio etico hanno contribuito alla crescita straordinaria dell’area del Private Label che ha registrato un +19% (aumentando da 39% a 43% la quota nel mix di fatturato).
In termini di sostenibilità e filiera etica Icam oggi acquista cacao da 21 diversi paesi di Centro-America, America Latina e Africa. Nella maggior parte di questi paesi, inoltre, sono attivi accordi di collaborazione di lunga durata con le cooperative presenti sul territorio.
L’anno appena conclusosi ha visto crescere del 4% la quantità di fave di cacao acquistate (24mila tonnellate) – il cui 65% è composto da cacao bio e FairTrade.
E in un anno difficile per il canale horeca l’azienda ha visto crescere l’export, in particolare in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, dove il cioccolato è considerato quasi come un “bene rifugio” essenziale nella lista della spesa. Tendenza che ha contribuito anche alla forte crescita dell’export di Icam che si è attestata a chiusura d’anno su un +16% rispetto al 2019 (portando al 62% la quota nel mix del fatturato aziendale). Incremento che in generale si è registrato nella maggior parte dei 69 paesi del mondo in cui Icam vende e distribuisce prodotti di cioccolato, in modo particolare per questa specifica area di business.
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