Se si va al ristorante o al winebar e si chiede un vino bianco, quasi sicuramente verrà servita l’ultima annata in commercio del vino scelto. E a quei bravi sommelier che proveranno a consigliare un bianco un po’ più “stagionato”, ci sarà chi storcerà il naso e chiederà, appunto, l’ultima annata. Per molti bianchi italiani e stranieri, fortunatamente, questa rigida abitudine è stata superata, ma per i vini siciliani la strada è ancora in salita.
In Sicilia ci sono viticoltori che stanno provando già da un po’ a invertire questa tendenza, dando valore alla permanenza in bottiglia e producendo dei vini bianchi che con il tempo acquisiscono fascino e carattere proprio come fosse un essere vivente. Uno di questi produttori è, senza alcun dubbio, Francesco Spadafora della storica azienda Dei Principi di Spadafora, che non si spaventa di dover attendere anche diversi anni per mettere in commercio il proprio vino se questo significa valorizzare il terroir. Grazie alle sue scelte in vigna ed in cantina con il suo Grillo è riuscito a stupirci.
Se il Grillo, autoctono siciliano sempre più bevuto nel mondo, è apprezzato per la sua freschezza, sapidità, struttura e bouquet profumato, sappiate che con qualche anno in più sulle spalle potrete amarlo ancora di più. Scoprirete che sa anche essere longevo e riservarvi delle piacevoli sorprese a distanza di anni dalla vendemmia. È questo il caso del Grillo, oggi Principe G, di Francesco Spadafora che ci ha guidati, insieme a Federico Latteri, in un emozionante viaggio attraverso le sue vendemmie di Grillo dalla 2008 alla 2018, per poi concludere con i campioni di vasca delle annate 2019 e 2020.
“Il mercato ancora non è riuscito a comprendere le potenzialità dell’evoluzione del Grillo – spiega Francesco Spadafora -, vitigno che esprime la sua identità dopo qualche anno e che qui, a Virzì (Monreale), produciamo dando valore al tempo. Il nostro Grillo esce a 2 anni dalla vendemmia ma è solo all’inizio della sua vita”.
Oltre ai racconti del Principe Spadafora, è il vino che ha dimostrato nel calice la sua stoffa e noi ve lo raccontiamo attraverso 7 annate.
Il Grillo Dei Principi di Spadafora è il frutto della vinificazione di più parcelle poste a circa 350 metri di altitudine. Quest’ultime vengono combinate, come in cucina, sulla base dell’interpretazione dell’annata, secondo quanto ci spiega Spadafora a cui piace suggerire affinità con il mondo culinario, ma soprattutto cucinare e proporre a tavola abbinamenti insoliti.
La fermentazione è spontanea da pied de cuve a temperatura controllata in vasca di cemento, a cui segue la fermentazione malolattica per dare eleganza al vino. Il Grillo matura per 12 mesi in vasca e altri 4 in bottiglia.
Principe G 2018
È in commercio da questa settimana, giovanissimo e scattante. Assaggiandolo a fianco di annate più “sagge” capirete quanta strada abbia ancora davanti a sé.
Dal bouquet profumatissimo di fiori selvatici, citronella e agrumi. Freschissimo, piacevolmente sapido e dal finale di media lunghezza.
Principe G 2017
Intenso e garbatamente esuberante. Un giovane rampante nel quale troviamo i tipici aromi di agrumi, fiori ed erbe a cui si affiancano sentori di pera, frutta gialla disidratata e ancora note burrose e salmastre. Al palato è fresco, di medio corpo e molto sapido. Il sorso è morbido con una buona persistenza.
Grillo 2014
Dal paglierino dei precedenti qui il colore è già più intenso con riflessi dorati. Un bouquet che cambia registro nel quale emergono con eleganza note di vaniglia, anice stellato, fiori e frutta secca. Il sorso è setoso, caldo e sapido. Buona la freschezza e ottima la corrispondenza gusto-olfattiva. Finale più lungo dei precedenti.
Grillo 2013
Ritorna un colore più scarico tendente al paglierino con riflessi verdi. All’olfatto è delicato e floreale. Esprime la sua vivacità al palato, con un sorso ricco di freschezza e sapidità. Polposo, persistente e speziato. Un Grillo che non dimostra tutti i suoi anni.
Grillo 2012
Bouquet di bella intensità dove si susseguono note salmastre a sentori di spezie dolci con una punta di agrumato. Al palato è marino prima di tutto. Fine, preciso e corposo. Molto intrigante.
Grillo 2009
Dorato. Complesso. Qui ritroviamo sentori di uva, frutta gialla matura e persino idrocarburi. Al sorso è ampio e quasi brusco. Saporito, corposo e con un finale lungo che ricorda il sapore dei biscotti. Molto affascinante.
Grillo 2008
Intenso il colore e l’olfatto. A 12 anni dalla vendemmia questo Grillo mostra ancora un bel carattere. Andiamo su note di frutta cotta e candita, miele, mandorle e anice. Il sorso è avvolgente, sempre sapido, morbido e polposo. Lungo dal finale di frutta secca.
Il tempo trasforma il Grillo di Spadafora e gli permette di manifestare le diverse sfaccettature della propria personalità dalla giovinezza alla vecchiaia. Le verticali di un vino consentono di conoscerlo meglio e di averne un quadro più puntuale: abbiamo riscontrato una continuità espressiva che conferisce a questo Grillo una marcata e precisa identità. Ad ogni annata riesce a regalare emozioni e piacere, sta a voi – a secondo del momento e del piatto da accompagnare – scegliere la “sfumatura” più calzante.
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