“Assolutamente contrari”. I Comuni del Moscato non lasciano spiragli al Comune di Asti che è tornato a chiedere l’inserimento nella zona di produzione del Moscato d’Asti docg. “Nella recente riunione del consiglio direttivo dell’associazione – si legge in una nota dell’associazione Comuni del Moscato. – si è aperta una finestra sul passato, discutendo nuovamente, dopo tanti anni, della questione”.
Il Comune di Asti aveva recentemente manifestato, in un incontro in videoconferenza a cui hanno partecipato anche il Consorzio di tutela, Coldiretti e Confagricoltura, la volontà di far parte del territorio del disciplinare. Ma “la posizione dei sindaci dell’associazione è stata netta”, ha dichiarato presidente dell’associazione Comuni del Moscato, Alessio Monti. Insomma, il no “a questa idea che il Comune di Asti ha rispolverato”, è senza appello.
Secondo l’associazione “se si vogliono cercare delle motivazioni, si possono ricordare quelle già espresse nel tempo passato” quando la querelle era stata accesa. “Esiste una difesa delle regole, dei giusti principi e dei caratteri storici e colturali che identificano l’attuale territorio di produzione – conclude la nota – si tratta di difendere i diritti e il lavoro dei produttori dei 51 Comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo che oggi fanno parte del disciplinare, anche contro una eventuale non voluta estensione di produzione”.
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