Il caffè è una delle bevande più popolari e consumate al mondo sulla quale sono state e continuano ad essere effettuati degli studi per valutare gli effetti sulla salute. Giuseppe Verdi definiva il caffè come “balsamo del cuore e dello spirito”; ma prima di poter ottenere questa accezione positiva, questa bevanda era anticamente classificata come altamente nociva tanto da essere sconsigliata dagli stessi medici. Addirittura nel ‘700, il re Gustavo III di Svezia stabilì come pena di morte l’assunzione di alte dosi di caffè.
Varietà a confronto
Svariate e numerose sono le sostanze contenute nel caffè la cui presenza e quantità dipende dalla specie di caffè che consideriamo.
Esistono infatti 60 specie di caffè di cui solo 4 utilizzate per la preparazione della bevanda:
- -La Coffea arabica L., più comunemente nota come Arabica, perchè appunto originaria della penisola arabica;
- -La Coffea canephora Pierre ex Froehner, detta anche Robusta, perchè molto resistente alle malattie e può essere coltivata anche in pianura;
- -La Liberica, caratterizzata da semi di grosse dimensioni e resistente all’attacco dei parassiti. Il caffè che ne deriva è di qualità inferiore rispetto a quello ottenuto con le specie precedenti;
- -L’Excelsa, specie molto resistente che permette la produzione di un caffè con un gusto molto simile a quello ottenuto con l’Arabica.
In Italia, l’Arabica e la Robusta, sono le specie principalmente utilizzate per la produzione di caffè.
Composizione nutrizionale
Tra le sostanze presenti nel caffè capaci di avere un ruolo attivo sul metabolismo cellulare ricordiamo:
- -sali minerali, in particolare il potassio;
- -precursori delle vitamine, come la trigonellina (precursore della vitamina PP);
- -antiossidanti come i tannini;
- -gli alcaloidi come la più che nota caffeina.
La caffeina
La caffeina è un composto chimico dal sapore leggermente amaro. Non è esclusivamente presente nel caffè, ma anche in altre piante quali il tè, il cacao, la noce di cola, l’erba mate e il guaranà.
Dopo l’ingestione di una tazzina di caffè, la massima concentrazione di caffeina nel corpo viene raggiunta mediamente dopo un’ora dalla sua assunzione. Viene facilmente assorbita dall’organismo, attraversa senza alcuna difficoltà i tessuti e grazie al sangue, viene trasportata in ogni organo tra i quali il fegato, dove viene metabolizzata e quindi eliminata tramite l’urina.
Fattori che incidono sul metabolismo della caffeina
Le donne metabolizzano la caffeina ad una velocità nettamente superiore all’uomo addirittura del 25%. L’uso però di contraccettivi orali ne riduce la velocità. Lo stesso si verifica nelle donne in gravidanza accrescendo così anche l’esposizione del feto a questa sostanza.
Anche il fumo di sigaretta ne accelera il metabolismo ecco spiegata la stretta associazione sociale tra caffè e sigaretta.
Effetti farmacologici della caffeina e del caffè
La caffeina, in genere, apporta uno stimolo sia fisico che mentale in chi la consuma. E’ stata classificata come una sostanza psicostimolante come ad es. le anfetamine, ma è chiaro come i suoi effetti siano ben lontano da quest’ultima. Differentemente da tutte le sostanze psicostimolanti, la caffeina non determina assuefazione, infatti chi normalmente consuma il caffè non avverte la necessità di aumentarne le dosi.
La caffeina inoltre stimola la concentrazione, aumenta il rendimento lavorativo, riduce il mal di testa. Nelle persone sane, aiuta la digestione perchè stimola il rilascio di succhi gastrici così come la produzione della bile prodotta dal fegato, necessaria per la digestione dei grassi. Favorisce la respirazione perchè determina la broncodilatazione. La caffeina induce la diuresi sia per un’azione diretta sui tubuli renali, sia perché aumenta la velocità di eliminazione di sodio e cloro. Il caffè aumenta la motilità intestinale prevenendo e curando la stipsi. Ha effetto termogenetico e stimola la lipolisi nel tessuto adiposo, quindi, nel suo piccolo, è un aiuto per la perdita di massa grassa. Ha azione analgesica e potenzia l’effetto farmacologico di alcuni farmaci come aspirina, paracetamolo e farmaci anti-infiammatori non steroidei.
Attenzione!
La caffeina attraversa facilmente la placenta. E’ preferibile quindi non abusarne! Passa facilmente nel latte materno e può indurre irritabilità nel neonato che purtroppo, a sua volta, metabolizza la caffeina molto lentamente determinando un accumulo di questa sostanza nel suo organismo.
Lascia un commento