Inizia con brio e un pizzico di scanzonata leggerezza questo 2021 per il Gavi. Nel secondo anno di celebrazioni del vitigno Cortese promosso da Regione Piemonte per valorizzare questo storico vitigno piemontese, il Consorzio Tutela del Gavi ha lanciato la sfida ad Andrea Gori e Giulia Graglia: interrogare gli astri sul tema natale del Gavi Docg. Gli autori di “Divinando Le stelle nel bicchiere” hanno stabilito che questo vino legato alle sue tre terre – rossa, bianca e gialla -, dalla grande profondità olfattiva, che in bocca si dimostra schietto e di carattere altri non può essere se non un TORO!
Mansueto brucatore, con gli zoccoli ben piantati per terra (e nelle terre!), il bovide taurino ama la campagna, la placida sicurezza di un fazzoletto di tenere erbette da gustare, filo per filo. Ma che non sia fieno secco, giammai! È noto che il toro è un sopraffino gourmet, dall’aspetto curato ma con la panzetta in agguato (e quasi sempre a dieta!), che ama concedersi piaceri di carne e carnali con stile e naturalezza. Non rimane sempre a brucare nello stesso angolo di mondo, chi si immagina che si accontenti non conosce la fama (ma soprattutto la FAME) di conquista materiale del nostro bovino. Anzi, il TORELLO evoluto si concede delle grandi migrazioni al pari dei suoi cugini GNU, alla ricerca del prato più fresco, succulento, goloso ed élite che possa esistere. Ma torna, sempre, alle sue origini, a quella campagna, che gli dà tanta sicurezza.
Ecco che il nostro bos taurus incarna perfettamente il savoir faire del Gavi, un vino nato in un territorio a metà tra Piemonte e Liguria che ha saputo conquistarsi la fama nel mondo del vino, lavorando sodo, testa bassa, con onestà e trasparenza. Il Gavi Docg non si è fatto trasformare dalle lusinghe di certe tendenze, quelle dei vini piacioni e ruffiani, che hanno spopolato nel mondo per un periodo. Tutt’altro il Gavi, come il Toro, è rimasto fedele alla sua terra, che non ha mai tradito ricordando le sue schiette origini di semplicità ed eleganza. E così, con la pazienza tipica del Toro, il Gavi Docg ha saputo reggere nel tempo, affermarsi come un vino adatto ai gourmet, meraviglioso a tutto pasto, strepitoso con i cibi non convenzionali, come la cucina orientale.
“Con questo viaggio tra le stelle” – commenta Roberto Ghio, Presidente del Consorzio Tutela del Gavi – “vogliamo prima di tutto mandare un messaggio positivo. La denominazione ha retto bene l’impatto della pandemia, segnando nel 2020 un + 1% in termini di bottiglie prodotte e senza diminuire il suo impatto nell’export, dove rimane presente in ben 100 Paesi nel mondo. Ci auguriamo quindi che quest’anno sia veramente e finalmente un Anno Cortese, da festeggiare con un bicchiere di Gavi in mano”.
Le tre anime del Gavi: Annata, Riserva e Spumante.
Sfida nella sfida, il Consorzio ha chiesto ad Andre Gori e a Giulia Graglia di interpretare le tre anime produttive del Gavi, con altrettante chiavi astrologiche.
“L’obiettivo non è tanto capire a quale segno possa piacere una determinata tipologia di vino – spiega Andrea Gori, wine critic e oste accompagnato da Giulia Graglia, astrologa e creativa – “quanto piuttosto leggere le similitudini caratteriali e di personalità tra persone e vini per augurare a tutti quanti un brindisi per un “cortese” 2021, anno in cui il desiderio universale è di lasciarsi alle spalle i mesi pandemici che ancora stiamo vivendo”.
Ne è nata una degustazione dove calice al naso con le tre tipologie del Gavi, e calendario alla mano, si è potuto scoprire le sfaccettature di questo vino. Il raggruppamento astrale dei 12 segni ha seguito la tripartizione tra segni cardinali, segni fissi e segni mobili.
Il Gavi Annata, fresco e immediato, è ideale per i segni cardinali, quelli che danno l’avvio a ciascuna delle quattro stagioni: ariete (primavera), cancro (estate), bilancia (autunno) e capricorno (inverno). Incarnano quindi le caratteristiche tipiche della giovinezza e l’impulsività coraggiosa di chi inizia un percorso. Siamo di fronte all’abbinamento perfetto con il Gavi Annata, che contiene in sé, già da giovane, gli aspetti migliori della propria evoluzione, che svelerà quando sarà maturo, così come fanno le stagioni, quando entrano nel loro pieno.
La Riserva è perfetta per i segni fissi come toro (primavera), leone (estate), scorpione (autunno) e acquario (inverno). Questi sono i segni che non amano troppo i cambiamenti, a cui piace che vengano confermate le loro certezze. Quale Gavi può essere più adatto a loro del Riserva? È un vino che vede confermate le proprie caratteristiche connaturate, provenienti dal terroir e dal vitigno d’origine, grazie alla volontà dei produttori di perpetuarne le potenzialità.
E le bollicine da Cortese? Non potevano che andare a chi non teme né le fughe né i cambiamenti come i segni mobili, situati alla fine delle quattro stagioni: gemelli (primavera), vergine (estate), sagittario (autunno) e pesci (inverno). In tutti questi casi, ormai la stagione in atto è quasi alla fine e si sente già nell’aria l’arrivo di quella successiva. Questi segni restano in bilico fra due tendenze, fanno parte di una realtà ma vorrebbero già traslare in un’altra, sono volubili, mutevoli e frizzanti, impossibili da arginare. Quasi pleonastico assegnare a loro il Gavi Spumante, capace di trasformare la stoffa di un vitigno importante in leggiadria, attraverso l’effervescenza che porta il cuore verso l’alto.
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