Nonostante l’inevitabile incertezza causata dall’inarrestabile pandemia, tra le aziende associate al Consorzio tutela vini Montecucco aleggia un’aria di ottimismo grazie alle uve sanissime raccolte durante l’ultima vendemmia e non solo.
Nella Denominazione toscana racchiusa tra i territori del Brunello di Montalcino e Morellino di Scansano e protetta dal Monte Amiata si registra una vendemmia di qualità impeccabile.
Dai vigneti di produzione della Doc e Docg sono state portate in cantina uve dallo stato fitosanitario ottimale, sia per il Sangiovese che per il Vermentino. Sul fronte quantitativo però – a causa soprattutto delle scarse piogge estive – questa stagione produttiva osserva una flessione del 10-15% circa rispetto al 2019 (annata da record per il Montecucco).
L’iniezione di ottimismo è arrivata già prima della vendemmia, come ci racconta il Vice presidente Giovan Battista Basile: “Pre Covid-19 la nostra Denominazione stava vivendo un trend positivo sui mercati, questa pandemia è stata chiaramente un duro colpo per tutti. Però quest’anno, durante i mesi estivi, abbiamo avuto nuovamente un assaggio di quel trend positivo. – continua Basile – Le nostre cantine, infatti, sono state animate dalle tante visite di enoturisti attenti alla qualità. Il boom turistico in Maremma ha visto per lo più italiani e qualche europeo dei paesi confinanti. Possiamo dire che abbiamo registrato un circa +20% rispetto allo scorso anno”.
A fianco di questi avvenimenti certamente favorevoli, il Consorzio durante l’anno ha dovuto sospendere le attività promozionali, assumere un atteggiamento di grande prudenza nelle scelte e attivarsi con le ultime tecnologie per far sentire la vicinanza ai soci, dare loro il sostegno necessario durante il difficile periodo e organizzare seminari virtuali per restare in contatto con stampa e clienti.
“Negli ultimi anni abbiamo investito molto in comunicazione – spiega la direttrice Silvia Coppetti -, in modo capillare sia in Italia che negli Stati Uniti, e stiamo avendo ottimi risultati. La scelta di rafforzare la comunicazione, per noi essenziale, si è rivelata azzeccata soprattutto quest’anno in cui sappiamo bene non è stato possibile promuovere i nostri vini e quindi la Denominazione come ci aspettavamo”.
Inoltre, il periodo del lockdown ha aperto la strada del delivery. Sono infatti moltissime le aziende del Montecucco ad essersi organizzate con la consegna a domicilio a beneficio dei winelover del territorio.
A sud di Siena e a nord di Grosseto si trova l’areale della denominazione Montecucco.
Un areale piuttosto ampio rispetto a quello delle vicine Doc Morellino di Scansano e Brunello di Montalcino. La Doc nasce nel 1998, quando erano solo sei le aziende attive nel territorio.
Due anni dopo, nel 2000 nasce il Consorzio per la tutela e la promozione della neonata Denominazione. Nell’arco di 22 anni, è stata fatta tanta strada. Sono infatti 67 le aziende che producono, e quindi credono, oggi, nella Doc Montecucco, con una produzione annua che oscilla tra il milione e mezzo e i due milioni di bottiglie. Produzione che in realtà, per la tipologia Sangiovese, dal 2011 può fregiarsi della Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Seppur meno conosciuta ci sarà un motivo se la Doc e Docg Montecucco ha interessato sempre più produttori negli anni. La sua peculiarità è certamente ricercabile nelle condizioni climatiche e geologiche. Il re della zona non può che essere il Sangiovese grosso, che trova un equilibrio produttivo ottimale sulle colline del Montecucco vicine al Monte Amiata. Viene prodotto anche con egregi risultati il Vermentino. I suoli sono molto eterogenei, vulcanici quelli più vicini al Monte Amiata, tufacei quelli più vicini al Monte Giovo e ricchi di sabbia arenaria nelle aree più basse. Il Consorzio sta infatti pensando di attuare una possibile zonazione, anche ad esclusivo uso interno, per l’ampia diversità dei suoli.
Dal clima tipicamente mediterraneo, si caratterizza per importanti escursioni termiche, a volte si registra fino a 14 °C di differenza tra giorno e notte nelle zone più alte. Qui l’escursione termica, infatti, durante la maturazione, completa il quadro aromatico fornendo vini che si distinguono da quelli prodotti a quote più basse, per la loro maggiore ricchezza aromatica.
Nella denominazione c’è grande rispetto per le altre colture, considerate una ricchezza da tutelare per mantenere la biodiversità del territorio. Intenzione favorita dalle pratiche viticole in biologico, che riguarda infatti il 70% della produzione.
Per il suo ottimo rapporto qualità-prezzo rispetto alle altre Doc e Docg toscane i vini a denominazione Montecucco sono particolarmente apprezzati in Nord America, Europa centrale e Giappone, per citare alcuni paesi. L’export interessa, infatti, il 60% della produzione a marchio Doc e Docg Montecucco.
Immaginate una serata speciale, dove i profumi inebrianti della cucina stellata incontrano la magia di…
Saranno presentati a Palermo i risultati di tre anni di attività: l'incontro promosso dal Coreras
«Certo che da voi in Sicilia si mangia bene»! Il biglietto da visita dei Cugini…
E se il rosso del futuro venisse dalle colline saluzzesi, e fosse di un’uva di…
Al via il Taormina Food Expo 2024, dal 21 al 24 novembre, presso il Palazzo…
Manca poco all’XI edizione di Taormina Gourmet, che da quest’anno diventa “on Tour”. Uno dei più importanti…