Cia-Agricoltori Italiani, a ridosso del periodo della raccolta delle uve, lancia un allarme. Con il Fisco 4.0, sono troppi gli ostacoli burocratici alla realizzazione di contratti regolari per stranieri da impiegare per la vendemmia.
Negli anni passati bastava un’ora per sbrigare la pratica. Oggi, invece, la trafila per dotare di codice fiscale i lavoratori stranieri da contrattualizzare per la vendemmia è troppo lunga. Col fisco 4.0 e lo smart working degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate, servono 15 giorni.
Per assumere braccianti esteri con un regolare rapporto di lavoro, è necessario il rilascio di un codice fiscale. Le imprese agricole, però, dopo aver presentato via e-mail la modulistica precompilata devono aspettare tempi troppo lunghi per il rilascio del codice.
Cia ritiene che, rispetto all’era pre-Covid, la digitalizzazione della richiesta dovrebbe essere persino più snella per gli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate, perché permette di bypassare ogni difficoltà di incomprensione linguistica con il lavoratore straniero, che prima era costretto a recarsi personalmente a eseguire la pratica.
Ma non finisce qui. Un altro ostacolo riguarda l’indicazione degli sportelli digitali di non effettuare richieste di codici fiscali cumulativi. Si può inoltrare la richiesta al massimo per dieci codici in ogni e-mail. Ulteriore dispendio di tempo, nel periodo a ridosso delle vendemmie, quando dovrebbe già essere tutto pronto per la raccolta delle uve.
Cia ricorda come questi ostacoli si aggiungano alla difficoltà di reclutamento di manodopera straniera dopo l’esplosione della pandemia e si augura che la Pubblica amministrazione in smart working riesca a meglio utilizzare le risorse offerte dalla tecnologia, per dare un servizio davvero efficiente alle imprese agricole e vitivinicole italiane.
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