Che il mondo del vino stia attraversando un momento di rivoluzione è sotto l’evidenza di tutti. Quali siano gli scenari e i mondi possibili entro cui far evolvere il settore, restano ancora tuttavia ampiamente da indagare. Questo lo spirito che anima Uva Sapiens, società di alta consulenza tecnica e specialistica nel settore vinicolo, che si interroga sul vino che verrà. Secondo il team di enologi e agronomi gli ingredienti del vino del futuro sono essenzialmente la multidisciplinarietà e la contaminazione proveniente da altri settori.
“Se oggi nel mondo si sta affermando l’intelligenza artificiale – dice Marchiori – noi vorremmo di contro essere dei portatori sani di un’intelligenza naturale: mettere al servizio i dati raccolti in questo decennio di esperienza per apportare un’evoluzione culturale positiva e costruttiva rispetto ai tempi e alle sfide che il settore vinicolo sta vivendo”.
Il vino, per come lo intendiamo oggi, si trova infatti per Uva Sapiens, ad un bivio: o entrerà a far parte del mondo delle “bevande”, cadendo inevitabilmente nel vortice delle tendenze e delle mode che ne determineranno i nuovi connotati identitari. Oppure, anche in virtù di un calo dei consumi che è ormai già un dato evidente, il vino diventerà ancor più vino dell’eccellenza parte di un più ampio processo culturale che farà da volano per le diverse aree produttive da cui proviene. “Così facendo – continua Marchiori – il vino potrà tornare ad essere il più antico “social network” del mondo, non più solo “prodotto” quindi ma “attore” del sistema in grado di incidere nelle strategie di valorizzazione dei territori che passa anche attraverso un dialogo efficace e strutturato con i diversi protagonisti della filiera. Una visione questa che rimanda all’idea di vino come esperienza culturale, una sorta “way of living” capace di ridare valore e significato al concetto di unicità dei territori.”
Uva sapiens nasce nel 2013 dalla volontà di Mattia Filippi, Umberto Marchiori e Roberto Merlo di dare forma e sostanza a un’intuizione ma anche a una necessità che appariva sempre più evidente nella loro attività quotidiana di consulenti enologici: fornire ai loro partner un servizio di alta consulenza tecnica e specialistica capace di dialogare in modo sinergico con tutti gli aspetti che compongono la filiera del vino.
I tre soci di Uva Sapiens credono fortemente nell’approccio multisettoriale e innovativo.
“La domanda che sempre più ci muove e ci stimola – racconta il Presidente di Uva Sapiens Umberto Marchiori – è quella di capire quali siano oggi e saranno nel prossimo domani le condizioni produttive ma anche percettive e culturali che saranno funzionali al perpetuare del mondo del vino. Per farlo siamo fermamente convinti che non possiamo limitarci a trovare delle risposte all’interno della cultura del vino intesa come tecnica specifica ma dobbiamo invece aprirci a mondi e settori diversi da cui trarre contaminazioni positive, stimoli e anche provocazioni”.
“Condividiamo l’idea che il vino rappresenta oggi più che mai una forza capace di evolvere grazie al contributo di tante competenze diverse – dice Mattia Filippi – e oltre che a un approccio sì tecnico ma anche e forse soprattutto umanistico. Questo è il momento di “buttare la palla in avanti” per esplorare nuove soluzioni e costruire nuove consapevolezze in quello che rappresenta oggi un tempo che ci impone di mettere in discussione i vecchi paradigmi ed aprirci a nuovi scenari”.
Un approccio che è insito nella genesi e filosofia consulenziale di Uva Sapiens, nata nel 2013. Fin da subito, questo gruppo di lavoro ha dato risalto all’importanza della multidisciplinarietà. “Il contesto entro cui operavamo – raccontano – presentava in tutta evidenza un limite che volevamo superare, ossia la compartimentazione delle competenze e dei servizi di consulenza nel mondo del vino. Osservavamo la presenza di tante figure diverse per conoscenze e saperi che si muovevano nella scacchiera che compone la consulenza vinicola, e questo rendeva spesso dispersiva e segmentata la risposta che veniva fornita ai bisogni dei produttori”. Ed è proprio da questa consapevolezza che è partito il progetto consulenziale di Uva Sapiens: la contaminazione positiva dell’intero processo produttivo mediante la raccolta prima e la sintesi poi di punti di vista diversi.
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