Nasce in Emilia Romagna l’Associazione Vallicoltori Italiani (Avi). Una nuova realtà che intende promuovere, coordinare e potenziare le attività dei pescatori delle valli nonché i servizi dedicati. Ma anche accompagnare gli associati nella gestione, trasformazione e valorizzazione delle produzioni, concorrendo a preservare il territorio e la sua biodiversità.
L’Emilia Romagna a supporto dei pescatori delle valli con l’Associazione Vallicoltori Italiani. La regione ospita 73 dei 231 habitat di interesse conservazionistico comunitario, ed è proprio qui che nasce una nuova realtà per promuovere, potenziare e coordinare l’attività dei pescatori delle valli. Avi rappresenta la quasi totalità delle valli costiere private dell’Emilia-Romagna, dal Ferrarese al Ravennate, un’area di 4.000 ettari circa appartenente alla Rete Natura 2000.
E’ ormai palese e noto a tutti che la rivoluzione attuata dai cambiamenti climatici richiede una difesa attiva della biodiversità. Da un lato la nuova organizzazione vuole tutelare gli interessi dei vallicoltori, dall’altro contrastare le criticità ambientali che fanno danni incalcolabili e irreversibili proprio alle risorse naturali.
“Avi – spiega il presidente Paolo Ciani, che è anche il responsabile dei vallicoltori di Confagricoltura Emilia-Romagna – è la prima associazione italiana che riunisce i pescatori delle valli costiere che producono branzini, orate, anguille, cefali e sogliole in maniera del tutto naturale seguendo il metodo biologico (ovverosia: non si utilizzano mangimi artificiali, neppure farmaci), e affidando l’alimentazione dei pesci esclusivamente alle risorse marine presenti (gamberetti, anellidi, molluschi e larve), salvaguardando così sia l’ambiente sia l’integrità dell’ecosistema vallivo”.
Le nuove frontiere sono sostenibilità, biodiversità, enoturismo, ricerca e innovazione
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