“Ambasciatori e custodi di cultura e territori”, è questo il pay-off scelto per la 20a edizione di Sicilia en Primeur, evento vetrina per le anteprime dei vini siciliani organizzato da Assovini Sicilia, in programma a Taormina e Radicepura dal 9 al 13 maggio.
Saranno oltre ottanta i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno alla kermesse. Da sottolineare la presenza di Master of Wine e professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma. “La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza- commenta Laurent Bernard de la Gatinais, Presidente di Assovini Sicilia. E oggi, i soci di Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende. Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare”.
Ed effettivamente è uno spaccato decisamente confortante quello che emerge dallo studio UniCredit-Nomisma “Gli asset che creano valore per la filiera vitivinicola italiana: mercati, territori, imprese”, presentato oggi a Palermo nella sede di Unicredit.
“Oggi l’export di vino italiano si concentra principalmente sul mercato Europeo e quello Nord Americano mentre l’Asia è ancora marginale, seppur in crescita. Stesso vale in proporzione per la Sicilia: i 5 mercati più significativi sono infatti la Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera, il Regno Unito e il Belgio. Da sottolineare in particolare la crescita tra il 2021 e il 2022 dell’export siciliano verso Stati Uniti (+28%) e Svizzera (+24%) – riporta lo studio – È comunque da precisare che i dati Istat di export tengono conto del luogo di spedizione all’estero, per cui sfuggono i quantitativi di vino siciliano che non partono direttamente dalla Sicilia per l’estero, ma partono da porti ubicati in altre regioni alle quali questi volumi di prodotto vengono computati come export vinicolo. Per cui si stima che in realtà il commercio estero di vini e mosti siciliani sia superiore rispetto ai dati ufficiali Istat”.
Una crescita esponenziale negli ultimi 10 anni per l’Italia che ha riqualificato il proprio portafoglio vini esportati, riducendo la componente di vini sfusi (da 31% al 19%), compensando con l’aumento degli spumanti; questo ha premiato a livello di prezzo medio all’export (da 2,22 euro/litro a 3,60 euro/litro).
Ma considerando i dati DOP, il divario con la Francia risulta ancora troppo marcato: il peso dei vini DOP sul totale export imbottigliati (69%) è ancora significativamente al di sotto rispetto alla Francia (84%), con prezzi medi all’export anche qui nettamente inferiori: dai Bianchi di Borgogna prezzati mediamente a 16€/litro, ai Bianchi del Trentino Alto Adige e del Friuli VG venduti a 5,17€/litro ed ai Bianchi di Sicilia, prezzati a 3,76€/litro. Anche i Rossi di Sicilia sono abbastanza allineati ai Bianchi, con un prezzo medio al litro di 3,56€.
Il prezzo medio dell’export dei vini DOP italiani è cresciuto nell’ultimo decennio del 22,8%, con un’ottima performance dei Bianchi siciliani con il +30,6%, grazie ad un focus importante sulla qualità (In Sicilia ad oggi sono state riconosciuti 24 vini DOP, di cui 1 DOCG e 23 DOC, e 7 vini a IGT), sulla segmentazione/ differenziazione dei prodotti, sullo sviluppo di strategie multicanale, su un maggiore presidio dei mercati.
La Sicilia ha ancora molti margini di miglioramento riguardo al posizionamento dei vini (fermi) DOP nella GDO: le vendite del prodotto siciliano pesano ca. il 4% sulle vendite totali della grande distribuzione italiana ma tiene bene il prezzo medio di vendita, ben al di sopra della media Italia (5,01 €/bottiglia 0,75l vs 4,20€ in Italia).
Con riguardo ai vini generici, in Sicilia, come in molte altre regioni del Sud, la quota di questo prodotto è ancora molto significativa (ca. 24% della produzione sul totale regionale vs 16% media Italia) ma comunque in riduzione importante nell’ultimo decennio (-9 pp).
La Sicilia è la terza regione (con il 31% vs 19% Italia) con riferimento all’incidenza della coltivazione di vino BIO sul totale superficie vitata regionale, anche se con margini di crescita minori dal 2011 al 2021 rispetto ad altre regioni (97% vs 138% a livello Italia).
La Sicilia è nelle top 5 regioni vinicole in Italia per redditività media delle società di capitale. Sul mondo dei Social le cantine siciliane hanno un buon posizionamento, certamente migliorabile: ciascuna ha in media ca. 16,4 mila followers, coprendo ca. il 10,3% del totale nazionale.
La Sicilia è al 4° posto in Italia per acquisizioni nel settore vitivinicolo (8% sul numero totale del periodo 2016-2022); con riferimento alla denominazione target, l’Etna è grande protagonista, al 4° posto in Italia, e al di sopra di denominazioni come il Chianti Classico, il Valpolicella e il Barbera d’Asti.
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