La riapertura di bar e ristoranti è stato un momento atteso, sognato e tanto desiderato. Le chiusure per contenere i contagi di Coronavirus hanno messo in ginocchio non solo il settore dei ristoranti ma anche quello del vino. E’ proprio al mondo della ristorazione infatti che è legato il destino del vino secondo Uiv, Unione italiana vini.
“I lockdown hanno fortemente penalizzato la ristorazione e con essa il mondo del vino, che solo in Italia registra nell’ultimo anno crediti non corrisposti dall’horeca per 500 milioni di euro e mancate vendite nel ‘fuori casa’ per 1,5/1,8 miliardi di euro. Ora, con le riaperture a singhiozzo previste nelle bozze del Dl Riaperture, la normalità è ancora lontana e le tensioni finanziarie si fanno sempre più forti. Per questo chiediamo al Governo di attivare con il ‘Fondo filiere in crisi’ anche misure di sostegno per far fronte alla sofferenza dei mancati pagamenti e strumenti a sostegno della ristorazione”.
Lo ha dichiarato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti. Ha commentato così la discussione sul Dl Riaperture all’ordine del giorno del 21 aprile in Consiglio dei ministri. Ha aggiunto che “la ristorazione è da sempre la migliore alleata del vino e anche in questa congiuntura condividiamo le difficoltà di uno dei settori più colpiti dalla crisi”.
“Uiv ritiene inoltre – ha sostenuto ancora Castelletti – che in vista delle riaperture, in particolare le più imminenti degli Stati Uniti e del Regno Unito, il settore necessiti anche di una forte azione di promozione”. Secondo l’Osservatorio Uiv, la maggior presenza di vino in cantina (+3,6% sul pari periodo del 2020) è determinato da un’ultima vendemmia in crescita del 3,2%.
“Ne consegue- spiegano nel merito- che gli attuali 200 mila ettolitri in eccedenza rispetto allo scorso anno siano quasi totalmente un effetto della maggior produzione”. Si segnala infine che lo scorso anno il mercato interno (-24% a valore) ha perso dieci volte più dell’export (-2,3%, a 6,3 miliardi di euro), con l’horeca a -38%, le enoteche a -23%, la vendita diretta a -19% a fronte di una crescita del 12% delle vendite nella grande distribuzione.
Le nuove frontiere sono sostenibilità, biodiversità, enoturismo, ricerca e innovazione
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