Nuovo Dpcm, il Consorzio Vino Chianti: “Colpo duro al settore”

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Un tracollo nel consumo del vino del 70%:  è il costo stimato dell’ultimo decreto del Governo che chiude i locali alle 18. Questo l’allarme del Consorzio Vino Chianti, 3.000 produttori per 15.500 ettari di vigneto per una produzione di 800mila ettolitri. “Il 70 per cento del vino si consuma dall’aperitivo in poi – spiega il presidente del Consorzio, Giovanni Busi – è un colpo durissimo al settore.  Tutto questo senza considerare che  i ristoratori, i locali e  le enoteche si sono  adattati puntualmente ad ogni disposizione, accogliendo i clienti in totale sicurezza. Hanno fatto sacrifici economici importanti, anche indebitandosi ulteriormente, pur di restare aperti”.

Nella situazione attuale, continua il presidente, “era necessario adattare le restrizioni alle realtà locali e alle condizioni di lavoro delle attività, per garantire i lavoratori e le aziende. Invece si è preferito agire in maniera dura, anche confusa, per tamponare un oggettivo problema di organizzazione che questo Governo continua a manifestare”.

Di fronte a una situazione critica, “il Governo si è mostrato assente e sordo – aggiunge Busi – Continua questa brutta abitudine di annunciare ristori e misure di sostegno senza poi concretizzare in tempi brevi. Ci sono ancora lavoratori che aspettano la cassa integrazione dei mesi estivi, c’è sempre troppo burocrazia che soffoca le imprese, soprattutto le più piccole.  Altri paesi europei hanno garantito almeno il 75% dell’incasso, noi ancora siamo troppo indietro.  Sarebbe necessario anche garantire un accesso al credito più facile, oggi completamente assente, eliminando temporaneamente gli accordi di Basilea.”

Molta preoccupazione anche per le previsione sul Natale: “Con il virus dobbiamo convivere ancora per diverso tempo – conclude il presidente –  Ora  il Governo deve prendere provvedimenti concreti altrimenti il fallimento di interi settori economici sarà inevitabile”

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