Alto-spendente, amante della natura e del buon vino. È questo l’identikit del turista “perfetto” tracciato dalle aziende di Montalcino attive nell’enoturismo. Ma se fino a qualche mese fa, ad alimentare le economie locali erano per la stragrande maggioranza turisti stranieri, adesso sono gli italiani ad essere entrati nel mirino delle aziende del Brunello.
Certo, per Montalcino sarà difficile replicare i numeri registrati nel 2019. I 180mila enopernottamenti sembrano francamente un miraggio. Ma la resilienza degli imprenditori toscani, unita alle nuove tendenze del turismo interno, può far miracoli. Le cantine del Brunello, che intanto hanno riaperto alle visite solo su prenotazione e in totale sicurezza, hanno deciso di fare rete. Ad oggi si conta infatti una struttura d’accoglienza ogni 35 abitanti, tra alberghi, agriturismo, wine relais e ristoranti.
“Siamo consapevoli che non sarà facile modificare in breve tempo i target dell’hospitality in un luogo in cui i 2/3 delle presenze sono di norma straniere, e di queste la maggior parte è extraeuropea – ha detto Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino -. Ci conforta però il dato dello scorso anno, che ha visto un aumento dei turisti italiani di quasi il 5%, e guardiamo con molto interesse all’ultimo sondaggio di Enit dal quale emerge che 9 italiani su 10 hanno intenzione di trascorrere le proprie vacanze nel Belpaese”.
Può essere utile ricordare alcuni dati emersi dall’indagine dell’Agenzia nazionale del turismo. Quest’anno, oltre il 90% degli italiani che hanno già scelto la loro meta resterà in Italia. Gettonatissime le (principale motivazione per il 30% degli intervistati), enogastronomiche (13,6%) e di turismo esperienziale sul territorio (11,2%). Dati che indiscutibilmente non potranno che far sorridere gli operatori di Montalcino e del magnifico comprensorio della Val d’Orcia.
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