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La consegna dei premi Vigata a Casa Grazia di Gela: un tributo a Camilleri
16 Set 2025 08:06

Tutti i premiati della cerimonia a Casa Grazia

Aneddoti e curiosità nel segno di Andrea Camilleri hanno intrecciato memoria condivisa e identità culturale, in occasione della prima edizione del Premio Vigata, svoltosi a Gela il 12 settembre scorso. Voluto dalla famiglia Brunetti per celebrare il felice connubio tra cibo, storie, luoghi e territori nel centenario della nascita dello scrittore empedoclino che con la sua inventiva linguistica ha traghettato la Sicilia, tra realtà e immaginazione, nel mondo, il premio è stato ospitato tra le vigne e gli ulivi di Casa Grazia, di proprietà della famiglia. Incastontata nello scenario della bellezza incontaminata della Riserva Naturale del Lago Biviere.

«Un premio destinato a durare nel tempo – ha esordito Maria Grazia Di Francesco Brunetti, ceo di Casa Grazia – perché è un progetto ad ampio raggio che celebra il genio di Camilleri e il legame indissolubile tra letteratura, territorio e luoghi. Il nostro auspicio è che questa serata diventi un momento di incontro, di bellezza e di ispirazione». Un puzzle a più voci ha puntellato la cerimonia di premiazione condotta da Ornella Sgroi, giornalista del Corriere della Sera. La nipote dello scrittore, la regista Alessandra Mortelliti, in rappresentanza del Fondo Andrea Camilleri, partner dell’iniziativa, ha definito il Premio Vigata un «faro di bellezza per la Sicilia». Il Premio, nato in collaborazione con il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Camilleri e il Centro di cultura e spiritualità cristiana Salvatore Zuppardo è stato patrocinato dal Comune di Gela. Presenti il sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore alla Cultura Peppe Di Cristina. Gela, del resto, è la prima città che nel 1982, con lìAccademia Eschilea, riconobbe il talento di Camilleri, tributando un riconoscimento al romanzo Un filo di fumo. La professoressa Sarah Zappulla Muscarà, presidente della giuria del Premio Vigata, ha svelato alcuni retroscena di quel premio a distanza di crca 40 anni. «Faticai non poco – ha raccontato – a convincere Gesualdo Bufalino, che era tra gli altri in giuria assieme a Federico Hoefer e Salvatore Sciascia, a premiare Camilleri, insistendo proprio sull’originalità del suo linguaggio letterario. Ed oggi sono davvero orgogliosa e felice di essere qui, perché il Premio Vigàta promuove la cultura e incentiva la lettura».

Silvana Grasso premiata da Maria Grazia Di Francesco Brunetti

La giuria (composta da Andrea Cassisi, Felice Cavallaro, Maria Grazia Di Francesco Brunetti e Francesco Liardo) ha premiato personalità di rilievo del giornalismo e della narrativa: Donata Agnello, direttore del mensile I Love Sicilia, un magazine che affronta gli aspetti della bellezza, dell’arte, dell’innovazione e della capacità produttiva dell’isola, senza trascurarne i paradossi, i ritardi, le contraddizioni e gli aspetti critici; Mario  Andreose, giornalista, traduttore, scrittore, presidente de La nave di Teseo, figura storica dell’editoria, protagonista di primo piano della cultura libraria italiana, dalla fine degli anni Cinquanta a oggi; Michele Brambilla e Paolo Di Stefano per la narrativa, il primo direttore del Secolo XIX e autore di un noir fortemente intrigante, fascinoso, sorprendente tra cronaca e memoria, Non è successo niente di grave (Baldini+Castoldi), e il secondo, giornalista culturale del Corriere della Sera e scrittore pluripremiato per romanzi familiari e sociali che affrontano i momenti chiave della storia italiana (e particolarmente siciliana), che con Una giornata meravigliosa (Feltrinelli) fa attraversare ai lettori una giornata di settembre dall’alba alla notte nell’intreccio folle di storie grottesche, comiche e tragiche; Silvana Grasso, scrittrice e filologa, per l’originalità nell’invenzione linguistica, la potente magmatica lingua letteraria che forgia e scolpisce come uno scultore, per le innovazioni di merito, di metafora e similitudine. A Silvana Grasso è andato il Premio Speciale Vigata consegnato da Maria Grazia Di Francesco Brunetti. Vulcanica come la sua terra d’origine, Giarre, Silvana Grasso con la sua vis teatrale ha ipnotizzato il pubblico di Casa Grazia con le sue performance linguistiche tra il greco e il siciliano. Rendendo vive e contemporanee, alla stregua di Camilleri, le radici della nostra identità. 


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