La cimice asiatica ha causato all’agricoltura italiana danni per quasi un milione di euro in un solo anno. Per far fronte a questa piaga è stato testato l’utilizzo di cani molecolari opportunamente addestrati.
Il Centro di Difesa e Certificazione del Crea, grazie allo sviluppo di sistemi diagnostici innovativi, punta a proteggere le produzioni agricole da virus, batteri, funghi o insetti. In questo modo le rende più resistenti agli stress da cambiamenti climatici e quindi più competitive. L’addestramento dei cani molecolari contro la cimice asiatica rientra tra queste attività.
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Si tratta di veri e propri programmi di lotta biologica contro l’insetto killer. Già nel 2018, infatti, i ricercatori del Crea hanno introdotto la vespa samurai, antagonista naturale della cimice asiatica. L’analisi del rischio ha poi permesso di ottenere l’autorizzazione nel corso del 2020 per avviare il Programma Nazionale. Al programma hanno partecipato 7 Regioni e varie istituzioni scientifiche di eccellenza.
Il Centro è impegnato nell’individuare tempestivamente in piante, legnami e prodotti agricoli provenienti dall’estero, organismi e microrganismi nocivi, ed è diventato punto di riferimento consolidato e riconosciuto a livello nazionale ed europeo.
“Il nostro impegno è conservare e valorizzare il patrimonio dell’agricoltura italiana proprio attraverso la difesa delle piante dalle aggressioni delle specie aliene, con soluzioni innovative concertate con tutti gli attori e al passo con i tempi”, spiega il direttore del Centro, Pio Federico Roversi, nel precisare che l’altra sfida, altrettanto strategica, è la certificazione delle sementi, “poiché utilizzare un seme certificato è garanzia di qualità dal produttore al consumatore”.
Le aziende agricole spesso vengono colpite fenomeni naturali. Tra questi anche la diffusione della cimice asiatica, che attacca le piante. L’Europa ha guardato con attenzione al fenomeno. “L’Ue – spiega il presidente di Apo Conerpo Davide Vernocchi – stimolava da tempo l’avvio di fondi mutualistici gestiti direttamente dalle organizzazioni di produttori, come modalità innovative di stabilizzazione del reddito delle aziende agricole”.
Anche in Italia questo piccolo animaletto ha creato molti danni- “La cimice asiatica – spiega Vernocchi – ha causato nel nostro Paese, oltre 600 milioni di euro nel solo 2019: lo scopo del Fondo è quello di fornire un supporto che alleggerisca i maggiori costi per la difesa che i produttori saranno costretti a sopportare”.
Già in altri momenti erano arrivati fondi per sostenere i frutticoltori. “Il nostro obiettivo – continua Vernocchi – è proprio quello di creare uno strumento ulteriore a disposizione dei nostri produttori per aiutare quelli più colpiti. Il Fondo si affiancherà al plafond di 16 milioni di euro per finanziamenti agevolati stanziato lo scorso anno”.
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