Una vittoria per le associazioni di filiera del vino italiano. “Ancora una volta l’Italia del vino rimane fuori dalla disputa commerciale Airbus. Non ci sarà alcun dazio aggiuntivo negli Stati Uniti sui vini del nostro Paese, almeno per questo nuovo round” . Lo annuncia, con soddisfazione, il presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona, a commento della decisione relativa al rinnovo dei dazi imposti dal rappresentante del Commercio americano (United States Trade Representative – Ustr) nell’ambito dell’indagine Airbus.
Secondo le elaborazioni su base dogane dell’Osservatorio del Vino di Uiv, gli Stati Uniti rappresentano il primo buyer di vino al mondo e l’Italia è tornata a essere il primo Paese fornitore.
“Ora – ha aggiunto Abbona – confidiamo che l’azione politico-diplomatica combinata che ha visto protagonisti, tra gli altri, il Sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto, e l’Ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio, e oltre 27.0000 commenti anti-dazi pervenuti dai Paesi interessati agli uffici del Commercio americano, si concentri sull’indagine Usa relativa alla cosiddetta digital tax approvata l’anno scorso dal Governo italiano”.
I dazi imposti dagli Stati Uniti sono un’ombra che si estende sul commercio europeo. “L’obiettivo – ha spiegato Abbona – è scongiurare ancora una volta una ritorsione commerciale che si rivelerebbe perdente per l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti. Per questo servirà intensificare il dialogo incoraggiando, anche in sede europea e internazionale, un percorso di cooperazione con gli Stati Uniti sui due fronti aperti. Dobbiamo assolutamente evitare che il vino possa divenire nuovamente bersaglio di dispute alle quali è completamente estraneo”.
Cia-Agricoltori Italiani ritiene indispensabile continuare l’azione politico-diplomatica che ha portato all’esito positivo odierno..
“Serve lavorare a livello europeo –spiega il presidente Cia, Dino Scanavino- per salvaguardare il nostro sistema agroalimentare, che soffre a causa delle conseguenze della pandemia. La contrazione dei consumi interni di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola è stato, infatti, un ulteriore colpo per queste eccellenze italiane, già vittime della politica protezionistica Usa nel 18 ottobre 2019”.
“Cia è preoccupata anche per i nuovi dazi annunciati su prodotti della Francia e della Germania –conclude Scanavino-, che non potranno non avere ripercussioni per il nostro Paese: la chiusura dello sbocco Usa per quelle merci creerà necessariamente una sovraofferta nel mercato interno. Restiamo, comunque, fiduciosi che il lavoro negoziale del Commissario Hogan con l’amministrazione Usa possa risolvere una volta per tutte questa lunga guerra commerciale, anche in vista dell’atteso verdetto dell’arbitrato Wto sulla controversia Boeing, che dovrebbe risolversi in modo positivo per l’Europa”.
Tre settimane fa, dopo essersi messo in regola con l’Organizzazione mondiale del commercio sulle sovvenzioni statali, il consorzio Airbus aveva iniziato a sperare in un ritiro dei dazi da parte degli Stati Uniti. La United States Trade Representative (Ustr), invece, ha soltanto modificato l’elenco dei prodotti soggetti a dazi aggiuntivi autorizzati dall’Omc.
“I cambiamenti sono modesti”, si legge nella nota: “La quantità di prodotti soggetti a contromisure rimarrà invariata a 7,5 miliardi di dollari e le aliquote tariffarie rimarranno invariate al 15% per gli aeromobili e al 25% per tutti gli altri prodotti”.
“L’Ustr rimuove dall’elenco tariffario alcuni prodotti dalla Grecia e dal Regno Unito e aggiunge un volume equivalente da Francia e Germania”, annuncia l’organismo americano.
“L’Ue e gli Stati membri – ha commentato l’ambasciatore Robert Lighthizer – non hanno intrapreso le azioni necessarie per conformarsi alle decisioni dell’Omc. Gli Stati Uniti, tuttavia, si impegnano a ottenere una risoluzione a lungo termine a questa controversia”.
“Di conseguenza – continua Lighthizer – gli Stati Uniti inizieranno un nuovo processo con l’Ue nel tentativo di raggiungere un accordo che rimedi alla condotta che ha danneggiato l’industria aeronautica e i lavoratori statunitensi e garantirà condizioni di parità per le aziende statunitensi”.
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