Il Ristorante La Palta di Bilegno compie 30 anni

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Lo stellato piacentino ha celebrato l’anniversario il 28 settembre con un menù iconico. Ecco il racconto della nostra inviata.

“Ho pensato a un percorso legato al territorio, alla memoria, alla tradizione e al futuro. Ho pensato a pietanze iconiche e ad altre più creative, a piatti rappresentativi della mia cucina e a un piatto che forse entrerà in carta nel 2020” dice Isa Mazzocchi, raccontando il menu ideato per celebrare i primi 30 anni del Ristorante La Palta.

Aperto nel 1989, anche grazie ai sacrifici di papà Gino e mamma Stefana, già titolari di una trattoria-tabaccheria (un appaltino, da cui La Palta). Il sogno si avvera. E oggi continua. Sempre con la regia della stessa famiglia: Isa in cucina, la sorella Monica in sala e il marito Roberto Gazzola ai vini. E pure a qualche cocktail, visto il suo passato da bartender.

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Una brigata coesa completa il quadro: incorniciato da un giardino rigoglioso e dalla fertile campagna piacentina. Sì, campagna. Un mare di campagna. Alla quale Isa si ispira, pur guardando oltre l’orizzonte. Preparando pisarei e fasò (rigorosamente senza pomodoro e con i fagioli dell’occhio); guazzetto di pomodori arrostiti con uova strapazzate e grana padano; millefoglie di fegato grasso d’oca e banana con limone candito; toast di anguilla con piselli (crudi, in crema e in gelato); piccione al Campari; raviolo di ravioli in sei stagionature di parmigiano reggiano (13, 21, 36, 48, 60, 85 mesi); zuppetta di pesci d’acqua dolce al timo e asina scottata al whisky torbato con pioppini, fieno, fiori, bacche ed erbe wild. “Praticamente quello che mangia l’asina”, precisa madame Isa. Anzi una Grande Dame, facente parte dell’Atelier des Grandes Dames firmato Veuve Clicquot.

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Isa, fortissimamente Isa. Che dispensa pure bavarese d’uva fragola e millefoglie di cioccolato fondente Guanaja ai frutti blu. Dieci piatti. In verticale. Ma non in consecutio temporum. Perché, come nella vita, i ricordi vicini incrociano a intermittenza quelli più lontani nel tempo. Dieci pietanze cult (più gli anolini verdi fritti con maionese al Gutturnio) orgogliosi di incontrare una collection di etichette must del Piacentino. Non escludendo lo Champagne e il cocktail “Solo Rosso”, twist su Negroni by Roberto (complici Campari, Amara e il gin di Pure Sardinia). Un omaggio al territorio e alla fantasia, grazie a maison quali LURETTA, Cantine Romagnoli, Lusenti, La Tosa, La Stoppa, Il Negrese e Torre Fornello con il vino Una-Uva. Una luminosa Malvasia dal tono secco e deciso, i cui grappoli vengono colti tardivamente da quattro particelle di un vigneto. Un progetto lungimirante, nato per volere di Enrico Sgorbati e di mister Gazzola. Un viticoltore e un ristoratore.

Ad maiora.

Didascalia foto di gruppo: In prima fila a partire da destra: Roberto Gazzola, Isa Mazzocchi, la mamma delle sorelle Mazzocchi e, seconda da sinistra, Monica Mazzocchi. Intorno i figli e la brigata di cucina.

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