Il mercato del Prosecco italiano è in pericolo, è allarme per i nuovi dazi Usa

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Risale ad un anno fa l’iscrizione de “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella lista dei patrimoni mondiali dell’Unesco. Nell’anniversario di questo riconoscimento, la Coldiretti lancia l’allarme dazi per le esportazioni negli Stati Uniti, che sono  diventati il principale mercato di consumo del Prosecco al di fuori dei confini nazionali.

Le nuove regole imposte dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con la procedura di consultazione da parte del dipartimento statunitense del commercio (USTR) che si concluderà il 26 luglio, mettono a dura prova i prodotti Made in Italy. Tra questi rientrano anche le popolari bollicine italiane.

Se dovessero entrare in vigore dazi del 100% ad valorem, si concretizzerebbe un vero e proprio pericolo per il Prosecco italiano. Secondo quanto sottolinea la Coldiretti, infatti, una bottiglia di Prosecco che oggi negli Stati Uniti viene venduta al dettaglio mediamente a 10 dollari, ne verrebbe a costare 15. Questo comporterebbe una rilevante perdita di competitività rispetto alle produzioni non colpite.

Il comparto del Prosecco italiano è molto forte. Basti pensare, per esempio, che nel primo trimestre del 2020, nonostante l’emergenza coronavirus, il mercato si è mantenuto stabile. Le dure regole americane per l’esportazione, però, provocherebbero un danno enorme.

Uno dei principali rischi che ne deriverebbero, oltre ad un blocco del mercato, sarebbe quello della proliferazione delle imitazioni, sempre più numerose in tutti i continenti. Non ne è immune l’Europa, dove sono in  vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano il Prosecco nazionale, venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi.

Per farsi strada, il Prosecco italiano, ha dovuto lottare, nonostante l’evidente qualità del prodotto. Basti pensare che l’ultima battaglia legale vinta dal Prosecco è quella contro le bollicine francesi senza alcol commercializzate con il nome “Nosecco” e destinato al mercato britannico. “Una concorrenza sleale insopportabile – spiega Coldiretti – soprattutto se si considerano le difficoltà di bar, ristoranti e alberghi che hanno causato un crollo delle vendite di vino nella ristorazione in tutto il mondo”.

Il timore quindi è quello di “una tempesta perfetta con le tensioni determinate dalla Brexit che – conclude la Coldiretti – si sommano alle misure protezionistiche degli Stati Uniti in una situazione in cui il commercio internazionale è già frenato dai limiti posti dalla pandemia coronavirus”.

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