Il boom dell’avocado e la guerra dei cartelli messicani, quale futuro per i produttori?

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Da alcuni anni, in parallelo con il boom degli acquisti di avocado, la situazione nel sud America e soprattutto in Messico è precipitata.

Il Prodotto

Stiamo parlando di un frutto che negli ultimi anni sta invadendo le nostre cucine. Per farvi capire la popolarità di questo prodotto osserviamo un dato: ci sono 6 milioni di post con l’hastag #avocado su Instagram. Possiamo parlare di vera e propria dipendenza anche se come prodotto, viene “spacciato” quotidianamente promuovendolo come vero e proprio frutto degli dei.

La ricchezza di grassi non ha limitato il volo dell’avocado. Possiamo leggere infatti nei molteplici siti di alimentazione, come l’avocado sia ricco di sali minerali, vitamine, antiossidanti e molte benefici per il corpo umano.

Numeri

Nel mondo ne vengono venduti circa 5,60 milioni di tonnellate. Con la crescita e l’incremento delle vendite, anche i prezzi sono lievitati. Dal 2018 il valore di marcato ha superato i 14 miliardi di dollari con una crescita costante annuale di oltre il 5%.

Anche il nostro bel paese è stato raggiunto dalla folle corsa all’avocado, facendo registrare incrementi record. Secondo la Coop, nei primi mesi del 2017 si annovera una crescita di circa il 78%. Tale business, in Italia muove un capitale di circa 8 milioni di euro.

Tra i maggiori acquirenti, ci sono gli Stati Uniti con le loro 830 tonnellate. Stiamo parlando dunque di circa 3,5 kg a testa all’anno. Anche in questo caso si vede la crescita sorprendente. Si è passati dallo 0,7 degli anni ’80 alla situazione attuale.

Inoltre, nei giorni del super seguito Superbowl, di avocado ne vengono venduti 70 milioni di chili. Negli ultimi 20/30 anni, il rito di mangiare guacamole non si è interrotto, dando cosi il via a numeri in crescita costante. Nel 2020 una cassa di Avocado costa tra gli 80 e i 90 dollari. Nel 2019 il prezzo era di poco più della metà.

Il Re Messico

Al primo posto sul podio dei maggiori produttori di avocado a livello mondiale, risiede stabilmente il Messico. Leader indiscusso di questo business, è il principale produttore coprendo circa il 40% del volume venduto. Il Peru viene subito dopo con l’8 per cento, seguito dalla Colombia, 5,6 per cento,

Il successo della sua produzione ha fatto si che l’agricoltura nazionale in Messico si sia quasi convertita ad una monocoltura. Dal 2011, gli ettari riservati alla pianta di avocado sono diventati oltre il doppio. La varietà più diffusa è la Hass, a buccia rugosa, anche perché fruttifica per l’intero periodo dell’anno.

Dunque se ci troviamo in Messico e cerchiamo una bella partita di avocado basta dirigersi verso lo stato del Michoacán. Un vero e proprio paese del Bengodi per questo mercato. Con una produzione triplicata in circa dieci anni e le esportazioni aumentate di oltre dieci volte, il Michoacán produce più dell’ottanta per cento di tutto il raccolto messicano. Dunque più del 30% del consumo mondiale.

Il male della terra

Naturalmente tutto il potere di questo prodotto non potè passare inosservato. I principali cartelli del Messico (se ne contano 4), hanno messo da parte il narcotraffico per dedicarsi a pieno all’agricoltura.  A caro prezzo ne hanno pagate le conseguenze i contadini locali.

Solo nel 2019 sono stati uccisi 1500 persone tra agricoltori e membri delle rispettive famiglie. Nei primi mesi del 2020 siamo già arrivati a circa 1200. I cartelli, con una potenza paramilitare di altissimo livello, costringono ad abbandonare i terreni.

Dove non si registra una agricoltura dedita alla pianta dell’avocado, si invertono le colture correnti applicate per dare vita a nuove piantagioni di avocado. Chi si oppone ai cartelli, trova la morte. Bruciare la casa o il podere del contadino sono azioni che sono all’ordine de giorno. Le estorsioni, ad un popolo contadino già tendenzialmente non ricco, arrivano ad oltre 3 milioni di dollari annui.

Davanti a tutto questo, lo Stato messicano non sembra voler far nulla, lasciando dunque i gruppi criminali liberi di fare come desiderano.

Alcuni agricoltori però gridano: “Io non mi piego”!

Sempre più uomini dunque, a causa di uno stato fantasma, hanno dovuto procurarsi armi e munizioni, difendendo i propri territori a costo di dare la vita. Nell’ultimo periodo sono cresciute a dismisura le “milizie contadine” che in maniera organizzata difendono la loro dignità.

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