La bella stagione è ormai entrata nel pieno. Qualcuno ha già iniziato il suo periodo di riposo, che però non può mai prescindere dalla buona cucina. Sempre più spesso le vacanze vengono incentrate sulla scoperta di sapori e piatti tipici italiani. Per non farsi cogliere impreparati, ecco una guida regione per regione, secondo un’indagine svolta da TheFork, app leader per la prenotazione dei ristoranti online a livello internazionale, sui propri utenti.
Il diffondersi della pandemia di coronavirus ha frenato l’afflusso di turisti dall’estero. Un bollettino Enit dipinge una situazione ancora non florida. Per la piena ripresa si dovrà forse aspettare addirittura il 2023. L’Italia si conferma, però, come meta privilegiata per chi sceglie una vacanza all’insegna del gusto e della scoperta di piatti della tradizione. Cinque italiani su dieci infatti si concederanno anche più di una vacanza e lo faranno proprio alla riscoperta del Belpaese.
Scopriamo adesso insieme a TheFork quali sono i piatti tipici di ogni regione e dove mangiarli.
Un piatto davvero valdostano doc: si tratta di una gustosa variante delle classiche costolette, amate e apprezzate in Italia e non. Quello che rende le costolette alla valdostana uniche è la farcitura di prosciutto cotto e fontina.
Dove provarla? Il Borgo Antico, Aosta. Un ristorante intimo ed elegante in cui assaporare il menù dello Chef Paolo Tripodi, che porta in tavola tutte le ricette più amate della Valle D’Aosta.
E’ un piatto tipico della Valpelline, a nord della regione. Si tratta di una zuppa preparata solitamente con pane bianco raffermo, burro, brodo di cavolo verza e soprattutto Fontina valdostana doc.
Dove provarla? Bar Ristorante Lac Lexert, Dzovennoz. Poco distante dal confine svizzero, al Lac Lexert potrete gustare tutto il meglio della cucina valdostana in una location spettacolare, immersa nel verde a due passi dal Lago Lexert.
Se siete amanti della polenta e dei formaggi, questo piatto diventerà uno fra i vostri preferiti. Si tratta di una polenta arricchita di due prodotti tipici della Valle D’Aosta: la toma e la fontina.
Dove mangiarla? La Bottega degli Antichi Sapori, Aosta. Un ristorante che vi farà innamorare della cucina tipica di queste regione. La Bottega degli Antichi Sapori propone piatti tipici valdostani preparati utilizzando tutte le migliori materie prima del territorio.
Gli agnolotti sono in generale una tipica pasta fresca ripiena del Piemonte. Quelli cosiddetti “del plin” si differenziano dagli altri perché più piccoli e solitamente di forma perlopiù rettangolare.
Dove provarli? Fratelli Bruzzone, Torino. Se siete a Torino e volete assaggiare dell’ottima pasta fresca e i piatti tipici piemontesi, i Fratelli Bruzzone sapranno esaudire i vostri desideri. L’atmosfera conviviale e informale sono la cornice perfetta per avventurarsi fra i sapori gastronomici di questa regione.
Gli amanti dei formaggi non sapranno resistere a questo primo piatto piemontese. Il castelmagno infatti è un formaggio a denominazione di origine protetta, prodotto nel comune omonimo, e viene utilizzato in questo caso per condire un gustoso primo con gnocchi di patate.
Dove provarli? Bricco delle Viole, Barolo. Con una meravigliosa vista sui paesaggi piemontesi, dal Bricco delle Viole potrete assaporare una cucina tradizionale a regola d’arte, con un menù ricco di ricette tipiche del territorio.
Si tratta di un tipo di pasta lunga fresca all’uovo tipica del Piemonte. Il nome “Tajarin” viene dalla parola “tagliolini” ma da essi si differenziano perché l’impasto viene preparato utilizzando anche farina di mais e solitamente con un maggior numero di tuorli d’uovo.
Dove provarli? Tabui, Torino. In uno splendido dehors esterno o in un’elegante sala interna, da Tabui potrete gustare tutto il meglio della cucina piemontese tra cui naturalmente i tajarin conditi con Tartufo Nero d’Estate.
Da molti considerato il piatto simbolo del Lago di Como, probabilmente per la presenza dei cosiddetti missoltini, in dialetto misultin, ovvero agoni (pesci di lago) essiccati al sole. Vengono serviti con la polenta ben abbrustolita.
Dove mangiarla? Hosteria Magnolia, Tremezzina. Con una meravigliosa vista sul lago di Como, da Hosteria Magnolia potrete godervi un pranzo o una cena all’aria aperta godendo delle migliori giornate estive e deliziandovi dei piatti tipici della cucina del territorio.
I pizzoccheri sono una varietà di pasta tipica della Valtellina, preparata con un mix di farine tra le quali quella di grano saraceno. Hanno un caratteristico colore marrone scuro e sono di forma rettangolare allungata. Pensate che le prime testimonianze di questo piatto risalgono addirittura al 1600.
Dove mangiarli? Ristorante dell’Agriturismo da YSY, Civo. Nel cuore della Valtellina, un agriturismo che non solo produce molte delle materie prima utilizzate all’interno del ristorante – di cucina tipica del territorio – ma addirittura autoproduce tutta l’energia che consuma grazie ad un impianto fotovoltaico. Insomma un’esperienza genuina a 360° quella del ristorante da YSY.
Pasta fresca ripiena a forma di mezzaluna tipica delle zone di Bergamo e Brescia (ma molto amati in tutta la regione). Storicamente il ripieno è composto da carne, Grana Padano ed erbe aromatiche ma ad oggi ne esistono diverse varietà, tutte da provare.
Dove mangiarli? La Baita, Solto Collina. Immerso nel verde, a due passi dal lago d’Iseo, La Baita è il ristorante perfetto per concedersi un po’ di relax all’insegna del cibo genuino e soprattutto della cucina tradizionale.
Come suggerisce il nome si tratta di un piatto tipico della città di Vicenza a base di stoccafisso (che nel vicentino è comunque chiamato baccalà). L’aggiunta di latte e cipolle conferisce a questo piatto un sapore delicato e gustoso.
Dove mangiarlo? Darì Ristorante & Enoteca, Verona. Un ristorante dall’atmosfera romantica ed eccentrica, con pareti colorate e uno splendido dehors esterno. Darì parte dalla cucina regionale tipica per proporre poi interessanti piatti ricchi di sperimentazione e innovazione.
Piatto tipico della cucina veneziana, veronese e vicentina, risi e bisi significa letteralmente riso e piselli. Un piatto semplice e genuine ed è proprio la sua semplicità a renderlo versatile e perfetto per ogni stagione.
Dove mangiarlo? Ristorante Amistà, Corrubbio. Ristorante dell’hotel Byblos, la cucina contemporanea del ristorante Amistà si è guadagnata il Piatto della Guida MICHELIN. Grazie allo splendido giardino, qui potrete assaporare all’aria aperta ricette innovative ma con una chiara impronta veneta.
Forse il piatto simbolo della cucina veneziana, le sarde in saor sono un piatto – ovviamente – a base di sarde fritte condite cipolle cotte con aceto e caramellate, pinoli e uvetta.
Dove mangiarle? Bistrot De Venise, Venezia. Entrando nel Bistrot De Venise sembra di essere in un’altra epoca: atmosfera elegante, arredamento impeccabile, ma soprattutto un menù ricco di piatti di una volta, tanto buoni da meritare il Piatto della Guida Michelin.
In dialetto knödel, i canederli sono una specialità gastronomica antichissima – è probabile che risalgano addirittura al 1180. Si tratta di grandi polpette il cui ingrediente principale è il pane raffermo e il condimento varia a seconda delle zone ma solitamente vi si trova speck, uova, cipolla alla tirolese ed erba cipollina.
Dove mangiarli? Al Tino, Trento. Nel cuore di Trento, Al Tino vi farà scoprire tutte le bontà della cucina del territorio, dai canederli fino allo spezzatino di cervo.
Chi non conosce lo strudel? Il dolce a base di sfoglia sottile con ripieno di mele, pinoli uvetta e cannella. La Val di Non in Trentino è una delle zone dove maggiormente si prepara questo dolce, probabilmente anche vista la coltivazione di mele DOP.
Dove mangiarlo? Ristorante Il Doge, Rovereto. Un’atmosfera davvero romantica quella del Ristorante Il Doge, con mura in pietra e luci delicate, perfetta per sfuggire alle calde giornate estive. Il menù qui propone molti piatti sia di carne che di pesce, tutti con radici spiccatamente locali.
Gli spätzle sono una specialità gastronomica non solo italiana, ma anche tedesca e austriaca, seppur con ricette leggermente diverse fra loro. In Trentino-Alto Adige ad esempio vengono chiamati anche gnocchetti tirolesi e sono perlopiù fatti di spinaci e conditi con speck e panna.
Dove mangiarli? Casa Del Campo, Madonna di Campiglio. Se siete amanti delle atmosfere tirolesi, la Casa Del Campo fa senz’altro al caso vostro. Il suo arredamento in legno, da baita di montagna, fa da perfetta cornice per gustare un pasto a base delle migliori specialità locali ma anche di un’ottima pizza.
Il frico viene considerata una delle specialità gastronomiche più tipiche di questa regione e in particolare della Carnia, una zona montuosa situata a nord-ovest di Udine. Si tratta di un piatto a base di formaggi, patate e cipolle e ha l’aspetto finale di una specie frittata.
Dove mangiarlo? Cinghiai a Sotet, Dolegna del Collio. Atmosfera da pub, birre artigianali e cucina tipica friulana: questo è Chinghiai a Sotet. Un mix perfetto per scoprire alcuni tra i più sfiziosi piatti tradizionali di questa regione.
Se amate i sapori decisi, il muset e brovade (o bruade, nel dialetto della zona) vi conquisterà. La bruade è una rapa bianca dal colletto viola e il muset è un insaccato molto simile al cotechino.
Dove mangiarlo? Gelindo dei Magredi, Vivaro. Uno splendido dehor esterno, immerso nel verde e con tanto di piscina, in cui gustare i piatti della tradizione gastronomica friulana preparati da Tiziano ed Elena con amore e attenzione alle materie prime.
Forse uno dei piatti che subisce tutt’oggi il maggior numero di imitazioni – senza successo. Quello che fa della piadina romagnola un unicum non sono tanto gli ingredienti (farina di grano, strutto, bicarbonato o lievito, sale e acqua) ma la preparazione dell’impasto, i dosaggi e soprattutto la cottura sulla tipica teglia di terracotta.
Dove mangiarlo? Osteria Don Abbondio, Forlì. Una sinfonia di prelibatezze quella del menù dell’Osteria Don Abbondio, con piatti tipici della Romagna (dai passatelli ai cappelletti fino ai salumi tipici con piada romagnola), tutti da gustare nel grazioso giardino esterno coperto da ombrelloni.
Non ha bisogno di presentazioni, gustoso con qualsiasi accostamento: salumi, salse, creme dolci: lo gnocco fritto è sempre una buona idea. Tipico perlopiù di Modena e Reggio Emilia, questo piccolo fagotto fritto di farina, strutto e acqua gassata ha ormai conquistato tutto il Belpaese.
Dove mangiarlo? La Bottega da Leonida, San Marino. Un piccolo bistrot, dall’atmosfera intima e familiare, in cui gustare i piatti tipici della regione preparati in modo genuino e gustoso dallo Chef Luca. In loco è possibile anche acquistare alcuni prodotti gastronomici.
Uno dei piatti più amati dagli italiani: sua maestà la lasagna. Molte regioni hanno la loro versione, ma l’origine di questo piatto è certamente emiliana. La tradizione vuole che la si prepari con il ragù di carne mista, la polpa di pomodoro e la sfoglia porosa al punto giusto da catturare il condimento.
Dove mangiarle? Hostaria San Carlino, Bologna. L’Hostaria San Carlino ha quella tipica atmosfera da osteria che mette a proprio agio chiunque: arredamento semplice ma curato, bottiglie di vino ovunque e soprattutto un menù fatto di piatti tipici regionali preparati come vuole la tradizione.
Chi non conosce le trofie al pesto? Si tratta di un tipo di pasta di forma allungata tipiche della cucina ligure, ritenute probabilmente originarie di Sori in provincia di Genova. La sua peculiarità è la caratteristica attorcigliatura, che la rende perfetta da abbinare a sughi cremosi come il pesto.
Dove mangiarle? Soho, Genova. Un locale dal carattere originale e semplice allo stesso tempo, con una cucina che parte della radici della tradizione gastronomica ligure per poi innovare e sperimentare ottenendo un menù contemporaneo degno del Piatto della Guida MICHELIN.
Il baccalà è probabilmente una delle pietanze più utilizzate nelle cucine regionali italiane e naturalmente ogni territorio ha la sua ricetta. Il brandacujùn è quella ligure (soprattutto della zona di ponente) e prevede l’utilizzo di stoccafisso preparato con aglio, prezzemolo, olio di oliva taggiasca e succo di limone, e patate.
Dove mangiarlo? 27 Sapori Cucina & Vino, Genova. Menù scritto su una lavagna a tutta parete, tavoli in legno, arredamento semplice e una graziosa veranda, il tutto condito dai sapori della cucina ligure tradizionale. Questo è 27 Sapori Cucina & Vino.
La focaccia col formaggio – in dialetto ligure a fugassa cö formaggio – è veramente una prelibatezza da provare almeno una volta nella vita. La chiamiamo “di Recco” perché è tipica della città ligure omonima sulla riviera di Levante.
Dove mangiarla? Il Boschetto, Sori. Una cucina per tutti i gusti quella de Il Boschetto, che propone tante ricette tipiche della tradizione culinaria mediterranea sia di pesce che di carne, ma anche delle proposte vegetariane e vegane.
Il cacciucco è la famosa zuppa di pesce tipica delle zone di Livorno e Viareggio. Al suo interno troviamo molluschi, crostacei e diversi tipi di pesce. Pellegrino Artusi descrisse la variante livornese come più pesante ma decisamente più gustosa in confronto a quella viareggina.
Dove mangiarlo? Le Botteghe Beer Restaurant, Livorno. Un ampio spazio interno con mura di mattoni e un grazioso dehors esterno, per gustare la cucina toscana a 360° dalle specialità di carne e di pesce fino a dell’ottima pizza.
Per gli amanti della carne, la bistecca alla fiorentina – o più semplicemente fiorentina – è un piatto senza paragoni. Si tratta di un taglio di carne di vitellone o di scottona, molto alto e comprensivo dell’osso che va cotto sulla griglia e servito rigorosamente al sangue.
Dove mangiarla? Braciere Malatesta, Firenze. L’ambiente di questo ristorante fiorentino è davvero speciale: sedie tutte diverse, tanti quadri alle pareti, mattonelle a terra con trame particolari e al centro della sala interna un tronco d’albero che buca il soffitto. Il tutto condito da carne alla brace cotta a regola d’arte.
Forse uno dei piatti più estivi in assoluto, la panzanella toscana è una ricetta semplice nella preparazione ma davvero sorprendente nel gusto. Il trucco sta nello scegliere ingredienti freschi e di prima qualità (tranne il pane, quello deve essere raffermo per inzupparsi bene nel sughetto dei pomodori!).
Dove mangiarla? Gallo Nero, Siena. Dal Gallo Nero potrete gustare i piatti dello Chef Salvatore Mirko Baiano che non ha paura di sperimentare e innovare partendo dalle radici gastronomiche toscane, per un risultato assolutamente da provare.
Il Piemonte non è l’unica regione italiana a vantare ottime varietà di tartufo. L’Umbria infatti offre tartufi di ogni tipo, dal Nero di Norcia allo Scorzone, tutti ottimi da abbinare a diverse pietanze, tra cui le tagliatelle.
Dove mangiarle? Taverna Castelluccio, Norcia. All’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, la Taverna Castelluccio gode di una location d’eccezione. Immersa nel verde, è il luogo perfetto per rilassarsi e godere delle prelibatezze della cucina umbra doc.
Come suggerisce il nome l’ingrediente chiave per questo piatto sono le salsicce di Norcia, un prodotto gastronomico tipico umbro che è possibile consumare sia fresco che secco. Per la pasta alla norcina serve anche del tartufo nero, naturalmente umbro anche questo.
Dove mangiarla? Enoteca San Pietro, Assisi. L’atmosfera è quella di una tipica osteria umbra ma allo stesso tempo originale e a suo modo unica. I piatti proposti sono quelli della tradizione gastronomica umbra, perfetti per chi vuole assaporare il meglio di questa regione.
Anche chiamato lo spezzatino umbro, il friccò all’eugubina è una specialità di carne tipica della città di Gubbio. Gli ingredienti per questo piatto sono carni miste arricchite da erbe aromatiche, peperoncino e acciughe.
Dove mangiarlo? Gastronomia Eugubina, Gubbio. Un ambiente semplice e casereccio, in cui gustare tutto il meglio della cucina umbra preparata con le ricette di una volta. Come suggerisce il nome, alla Gastronomia Eugubina potrete anche acquistare prodotti enogastronomici tipici di ottima qualità.
La loro origine è spesso ricondotta alla Piana del Voltigno, ma oggi sono diffusi in tutta la regione. Gli arrosticini sono una specialità abruzzese di carne molto amata nel Belpaese, espressione di una tradizione culinaria della pastorizia. Sono infatti tradizionalmente a base di pecora, animale da sempre allevato in Abruzzo.
Dove mangiarli? Il Vecchio Mulino, Chieti. Un’atmosfera semplice e conviviale quella che respira al Vecchio Mulino che rispecchia alla perfezione la cucina proposta che è naturalmente quella tipica abruzzese preparata come vuole la tradizione.
Il coniglio in porchetta è una specialità gastronomica marchigiana molto gustosa che gli amanti della cacciagione apprezzeranno. Si tratta di un piatto preparato con coniglio disossato, profumato al finocchietto selvatico e farcito solitamente con fegatini cotti, gambi del finocchietto, pancetta, salsiccia (o a volte lardo).
Dove mangiarlo? La Brocca, Montottone. Volete assaggiare la vera cucina marchigiana senza compromessi? La Brocca fa al caso vostro. Ambiente tranquillo e familiare e un menù ricco di piatti della tradizione.
Il ciauscolo è un insaccato di carne di maiale tipico delle Marche (e anche di alcune zone dell’Umbria) e forse non tutti sanno che quello prodotto nelle province di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno ha ricevuto nel 2009 il riconoscimento di Indicazione geografica protetta (IGP) europea.
Dove mangiarlo? Lìntulì Làpperlà, Matelica. Un ristorante di piccole dimensioni, arredato con grande originalità, in cui si respira un’atmosfera intima e conviviale. Da Lìntulì Làpperlà potrete gustare molti piatti tipici della tradizione gastronomica marchigiana.
La pasta alla carbonara è uno dei simboli della città eterna. Si tratta di un tipo di condimento per pasta lunga o corta a base di uovo, pancetta e pepe le cui origini vengono molto discusse (c’è chi dice che furono gli americani durante il secondo dopoguerra ad ispirare questa ricetta).
Dove mangiarla? Antica Trattoria Pasqualino al Colosseo, Roma. Nel cuore di Roma, proprio a due passi dal Colosseo, all’Antica Trattoria Pasqualino potrete assaporare alcuni dei piatti tipici della capitale e della regione in generale, sia nella bella e spaziosa sala interna sia nel grazioso dehors esterno.
Un piatto forse poco conosciuto ma perfetto per la stagione estiva. Si tratta di pomodori ripieni con il riso cotti al forno con contorno di patate, da mangiare a temperatura tiepida o addirittura freddi.
Dove mangiarli? Zenzero Biorestaurant, Roma. Quasi sul mare, all’interno del piccolo Parco Canale dello Stagno, da Zenzero Biorestaurant lo Chef Massimiliano Di Giovanni propone piatti della tradizione rivisitati in chiave bio, con proposte vegetariane e senza glutine.
Il saltimbocca alla romana è un classico secondo di carne della tradizione gastronomica laziale. Si tratta di fettine di vitello con sopra una fettina di prosciutto crudo o speck e una foglia di salvia. Il tutto poi viene marinato nel vino bianco.
Dove mangiarli? Checco Er Carrettiere, Roma. Nel cuore di Trastevere, uno dei più incantevoli quartieri di Roma, da Checco Er Carrettiere – come suggerisce il nome – potrete assaporare tutta la tradizione enogastronomica del Lazio e in particolare di Roma.
I cavatelli sono un tipo di pasta corta tradizionalmente associata alla cultura gastronomica del Molise e oggi diffusa anche in Puglia. Hanno una caratteristica forma allungata e incavata all’interno e vengono serviti di solito con il ragù o con i broccoli.
Dove mangiarli? Monticelli Sapere e Sapori, Campobasso. Nel cuore di Campobasso, Monticelli Sapere e Sapori è un ristorante dall’atmosfera unica, con le sue pareti in roccia e le volte dipinte. Qui potrete gustare una selezione di piatti tipici della tradizione molisana, preparati a regola d’arte.
Si tratta di una tipologia particolare di pasta lunga tipica del Molise, a base di farina e uova. Nella forma somigliano agli spaghetti alla chitarra, ma al contrario di questi sono meno squadrati e soprattutto più sottili. Si condiscono di solito con del ragù o con un sugo di noci e baccalà.
Dove mangiarli? Locanda Belvedere, Castelnuovo Al Volturno. Stefano Ruso, Patron e Chef della struttura, vi sorprenderà con una cucina molisana d’eccezione. Qui infatti il rispetto per la materia prima e le ricette della tradizione si fondono con la passione per la cucina e l’amore per la sperimentazione, per un risultato tutto da scoprire.
La soppressata molisana è un salume davvero gustoso che si ottiene lavorando le parti più nobili e magre del maiale. Ha una forma caratteristica a parallelepipedo che la distingue da altri tipi di insaccati.
Dove mangiarla? Moustache, Fornelli. Un ristorante dall’arredamento moderno e originale, con un’atmosfera conviviale. Qui la cucina è quella tipica del territorio, con un menù ricco di proposte più o meno gourmet tutte nel rispetto della tradizione.
Non ha bisogno di presentazioni. La pizza napoletana è la regina della gastronomia italiana, da qualche anno ormai è addirittura Patrimonio Unesco.
Dove mangiarla? Pizzeria Michele Via Martucci, Napoli. Nel cuore del capoluogo campano, la Pizzeria Michele accosta brillantemente un arredamento tipico da pizzeria a elementi più contemporanei, creando la perfetta cornice per gustare una pizza squisita, preparata come vuole la tradizione.
Per gli amanti delle cozze questo è un must al quale non si può proprio rinunciare, soprattutto nella stagione estiva. Questo piatto prevede solo due ingredienti: cozze e pepe. Qualcuno ci aggiunge anche del prezzemolo o del limone spremuto.
Dove mangiarla? Rosolino Ristorante, Napoli. Un’atmosfera elegante e raffinata quella di Rosolino, in cui potrete gustare i piatti dello Chef Luigi Napolitano che propone una cucina tipicamente campana ma che non teme sperimentazione e contaminazione.
Per i napoletani il ragù è senza dubbio il condimento per eccellenza, con una cottura che richiede tanta pazienza e tanta attenzione affinché il risultato sia all’altezza della tradizione.
Dove mangiarla? Nam 43, Napoli. Un locale semplice e conviviale, perfetto per assaporare i gustosi piatti della tradizione partenopea. Per le migliori giornate estive potrete usufruire anche dei tavoli esterni.
Piatto tipico della cucina barese, la tiella di riso patate e cozze è una ricetta semplice ma non banale. Condita anche con pomodori e cipolle, viene cotta in forno in una teglia (la tiella appunto) e servita come piatto unico.
Dove mangiarla? Pescerì, Bari. Nel cuore di Bari Pescerì si definisce “il mare in cucina”, e infatti è la cucina di pesce qui a fare da padrona, con ricette della tradizione ma anche piatti innovativi da cui lasciarsi sorprendere.
Nonostante i lunghi chilometri di costa, in Puglia sono tante anche le specialità di carne. Una fra tutte le gustose bombette pugliesi: involtini di carne di maiale ripieni solitamente di solo formaggio.
Dove mangiarla? Braceria del Corso, Cisternino. Se vi trovate in Valle d’Itria e siete amanti della carne non potete non fare tappa alla Braceria del Corso. Qui la carne è la protagonista assoluta, con tanti tagli e tipologie diverse, cotta rigorosamente alla brace.
Si tratta di un primo piatto tipico della cucina barese ma in realtà di tutta la Puglia. Le orecchiette vengono fatte solitamente a mano e il condimento con le cime di rapa è spesso arricchito da alici e peperoncino.
Dove mangiarla? Opera, Bari. Un locale elegante e raffinato, come i piatti che propone: un mix di tradizione e sperimentazione, tutta a base di pesce fresco e materie prima di ottima qualità.
I fileja (o filej) sono un tipo di pasta tipico della Calabria e in particolare di Vibo Valentia. Hanno una forma abbastanza allungata (un po’ a metà tra una pasta lunga e una pasta corta) e attorcigliata, perfetta per accogliere il sugo di ‘nduja, il famoso insaccato calabro morbido e più o meno piccante.
Dove mangiarla? Eden, Ricadi. Godersi un bel tramonto in riva al mare mentre si assaporano piatti tipici della cucina calabra? Da Eden è possibile: un ristorante intimo e romantico a Ricadi, con uno splendido dehors vista mare.
Il peperone crusco è una specialità gastronomica tipica lucana. Si tratta di una preparazione molto particolare a base di peperoni dolci (spesso vengono usati quelli della città di Senise) che vengono prima fatti essiccare e poi cotti in olio bollente per pochi secondi. La loro caratteristica è proprio la croccantezza (da cui “cruschi”). In Basilicata si affiancano spesso a un piatto di baccalà.
Dove mangiarla? 3 Colli, Grassano. Un ristorante dagli interni eleganti e moderni, in cui gustare tutto il meglio della cucina tipica lucana attraverso piatti creativi e originali pensati per valorizzare i sapori del territorio.
Piatto molto diffuso in Sicilia, il cous cous alla trapanese è una prelibatezza unica per chi ama il pesce e il piccante. A differenza infatti del cous cous marocchino – a base prevalentemente di carne – quello della provincia di Trapani prevede l’impiego esclusivo di pesce.
Dove mangiarlo? La Marinara, Marsala. Nel centro storico di Marsala, da La Marinara sarete accolti da un’atmosfera familiare e conviviale ma soprattutto da una selezione di piatti siciliani doc preparati con le migliori materie prime e il miglior pesce fresco.
Un condimento amato in tutta Italia, quello della pasta alla Norma: si tratta di un sugo realizzato con pomodori freschi, melanzane fritte e ricotta salata. Non tutti sanno che il suo nome viene dall’omonima opera – la più celebre – del famoso compositore Vincenzo Bellini, catanese doc.
Dove mangiarla? I 3 Sapori, Catania. Un ristorante perfetto per gli amanti della carne e della pizza, preparati con un mix fra tradizione e innovazione. Qui infatti troverete tagli d’eccellenza e una selezione di farine e impasti a lunga lievitazione.
Gli ingredienti sono ancora una volta quelli della pasta alla Norma – d’altra parte pomodori e melanzane sono un must della cucina siciliana – ma preparati in modo molto diverso. La caponata siciliana ha tante versione diverse, ma ognuna è unica a suo modo.
Dove mangiarla? Krokos, Agrigento. Se siete in vacanza nella Valle dei Templi e volete gustare la cucina tipica siciliana, allora questo ristorante di Agrigento fa al caso vostro. Da Krokos infatti potrete assaporare alcune tra le più famose ricette dell’Isola, all’interno di un locale dall’atmosfera intima e romantica.
In Sardegna l’allevamento di maiali è un’attività antichissima quindi non stupisce che uno dei suoi piatti tradizionali sia proprio a base di questo animale. Il porcheddu – letteralmente “porcello” – è il tipico maiale arrostito, un piatto da provare assolutamente in terre sarde.
Dove mangiarlo? Agriturismo Agrisole, Olbia. L’Agriturismo Agrisole vi permetterà di assaggiare alcune tra le ricette dell’Isola più tipiche, preparate con materia prima genuina e a chilometro zero, in un’oasi immersa nel verde.
Questo piatto contiene tutta l’anima spagnola di Alghero. Si tratta di una ricetta molto gustosa che può essere sia una portata principale che un secondo. Si prepara con la polpa dell’aragosta (o dell’astiche) mista a pomodori e cipolla.
Dove mangiarla? Itticomania Ristopescheria Cozzeria, Alghero. Il nome di questo ristorante dice tutto: qui il pesce è il protagonista assoluto, preparato in base alle più svariate ricette con un mix di tradizione sarda e mediterranea.
Chi non conosce la fregola (o fregula)? La tipica pasta di semola sarda ottenuta attraverso l’utilizzo di un grosso catino di coccio e successivamente tostata in forno. Perfetta per le più svariate ricette, è molto versatile e gustosa specialmente per la stagione estiva.
Dove mangiarla? Il Giardinetto, Porto San Paolo. Un incantevole ristorante circondato dalla natura con un giardino esterno in cui poter mangiare e godere a pieno delle migliori giornate estive. La cucina qui è contemporanea, con ricette tipiche della Sardegna contaminate da tendenze gastronomiche moderne.
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