Andare sul posto, guardare, annusare, toccare, ascoltare il racconto, in una Sicilia che disegna le sue vigne tra coste e campagne: il risultato del “viaggio” è la Guida ai Vini di Sicilia 2025 del Giornale di Sicilia, firmata da Slow Wine e curata da Francesco Abate e Giancarlo Gariglio, con il coordinamento editoriale di Olivia Reviglio. Da oggi, mercoledì 4 dicembre, è in edicola, in abbinamento facoltativo al Giornale di Sicilia e alla Gazzetta del Sud al costo di 3.50 euro, più il prezzo del quotidiano. Centotrentotto cantine, ben quaranta concentrate nella provincia di Catania, trentuno nel Trapanese, diciannove nel Ragusano, diciassette nell’Agrigentino, a seguire Palermo con dodici, Siracusa con otto, Messina con sette e Caltanissetta con quattro. La consegna degli attestati alle cantine selezionate si è svolta ieri al Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Palermo.
Non può sfuggire, sfogliando quelle pagine, l’enorme lavoro fatto in oltre vent’anni per sdoganare una terra troppo a lungo considerata la Cenerentola dei mosti, capace solo di rimpolpare le produzioni del nord povere di gradazione, per merito dei suoi grappoli gonfi di zucchero e sole. Per fortuna, grandi e piccoli produttori crescono e sempre ormai scelgono di camminare sulle proprie gambe, senza ripararsi dietro ai grandi nomi dell’enologia. Un salto di cultura enologica supportato dal moltiplicarsi di realtà vignaiole oggi articolate e interessanti. Anno dopo anno la Sicilia ha scalato i gradini che conducono al paradiso di Bacco, dove ora sta comodamente seduta, abbracciando il percorso di un’agricoltura rispettosa della salute della terra, recuperando saperi antichi e sposandoli a quelli nuovi. «È un appuntamento ormai irrinunciabile – sottolinea il direttore responsabile del Giornale di Sicilia, Marco Romano -. Il settore dell’enogastronomia in Sicilia continua a essere particolarmente florido e, dunque, meritevole di attenzione e sostegno. Crediamo che, ancora una volta, il lavoro fatto con Slow Wine miri a valorizzare l’intero comparto in cui spiccano numerose eccellenze».
Nella Guida, tra pagine che sono un invito a scoprire il legame tra vino e paesaggio e da cui emerge una Sicilia che guarda avanti con un occhio alla qualità e uno al rispetto della terra, una è dedicata ai premiati: trentuno Vini top e cinquantuno Cantine top. Già, la cantina, quel luogo simbolo che ha bisogno di tempo e silenzio per assecondare il muto lavorìo del vino, esaurita la fase tumultuosa della fermentazione e della vinificazione. Si dà spazio anche alle realtà emergenti, più piccole ma straordinarie che fanno del vino un atto d’amore verso il territorio, produzioni che stupiscono per autenticità e carattere, mai banali. In Sicilia, infatti, il potere della biodiversità si traduce in un’incredibile varietà di produzioni, dai bianchi più freschi e asciutti ai rossi profondi e carnali, fino ai grandi vini da meditazione. Tradizione e cultura non mancano: non sarà un caso se Omero colloca qui la dimora di Polifemo, robusto bevitore di vino locali.
Lo stato di salute dei vini siciliani lo certificano i due curatori nella loro introduzione: «I vini assaggiati quest’anno, i Nero d’Avola della Sicilia occidentale ci sono sembrati, con le dovute eccezioni, in leggero arretramento, al contrario di quelli prodotti nella parte orientale, che invece potrebbero aver addirittura guadagnato qualcosa in termini di dinamismo. I Catarratto di montagna e quelli prodotti dai grappoli di vecchie vigne hanno dimostrato una maggiore tenuta rispetto, ad esempio, ai Grillo che, salvo poche eccezioni, hanno perso in tensione acida e vena salina, apparendo un po’ più “grassi” e meno incisivi. In ripresa, invece, i Frappato e i Cerasuolo di Vittoria. Merita un piccolo approfondimento la produzione etnea. Agli Etna rosso che tendono alla rotondità e all’appiattimento delle diversità, si contrappongono vini che ricercano succo e tensione gustativa; ma sono ancora gli Etna bianco, a dispetto della produzione minoritaria rispetto agli Etna rosso, a confermarsi all’apice qualitativo della denominazione. Salmastri e aromatici i bianchi delle isole minori, nonostante la drastica riduzione delle rese nel 2023. In buona forma i vini da Perricone, ma piacevoli sorprese arrivano specialmente dai blend di uve rosse autoctone, che si distinguono per bevibilità e vocazione gastronomica. È cresciuto l’interesse per i vini rifermentati e per i vini rosa».
Sfogliare questa guida significa anche scoprire itinerari, angoli, tra vigne, cantine, borghi che offrono la possibilità di immergersi completamente nello spirito siciliano. Perché il vino non si beve mai da solo: accanto a un buon calice, c’è sempre una storia da raccontare, un piatto da condividere, una terra da esplorare.
Barraco
Benanti
Bonavita
Calcagno
Cantine Barbera
Castellucci Miano
Centopassi
Frank Cornelissen
COS
CVA Canicattì
Marco De Bartoli
Ferrandes
Gulfi
I Custodi delle Vigne dell’Etna
I Vigneri
Manenti
Marabino
Arianna Occhipinti
Passopisciaro
Planeta
Poggio di Bortolone
Porta del Vento
Possente
Tanca Nica
Tasca d’Almerita
Tenuta delle Terre Nere
Tenuta di Castellaro
Valdibella
Aldo Viola
Alessandro Viola
Vite ad Ovest
Acamante 2020 Valdibella, Altogrado 2016 Barraco, Ammàno 2023 Cantine Barbera, Angelo 2022 Aldo Viola, Arcifà 2023 CVA Canicattì, Bianco 2023 Elios, Bianco Pomice 2023 Tenuta di Castellaro, Carricante di San Giovanni 2020 Sive Natura, Catarratto 2023 Sergio Drago, Cerasuolo di Vittoria Cl. 2019 Gulfi, Cerasuolo di Vittoria Cl. Dorilli 2022 Planeta, Contrada S 2022 Passopisciaro, Emigrante 2022 Tre.Mi.La. Etnawines, Etna Bianco Cuvée Vigne Niche Montalto 2022 Terre Nere, Etna Bianco Sup. Aurora 2023 I Vigneri, Etna Rosso Aetneus 2020 I Custodi delle Vigne dell’Etna, Etna Rosso Calderara Sottana 2022 Girolamo Russo, Etna Rosso Contrada Cavaliere 2022 Benanti, Etna Rosso Contrada Friera 2022 Vigneti Vecchio, Etna Rosso Contrada Sciaranuova VV 2020 Tasca d’Almerita, Etna Rosso Feudo di Mezzo 2022 Calcagno, Etna Rosso Vulká 2021 Cantine Nicosia, Faro Rosso 2021 Bonavita, Firri Firri 2023 Tanca Nica, Frappato 2023 COS, Fuorviante 2022 Manenti, Halarà Bianco 2020 Halarà, Kima 2023 Possente, Le Mie Origini 2022 Alessandro Viola, Lunarìa 2023 Sergio Genuardi, Marsala Ris. Soleras Sartie La Vela, Marsala Vergine Secco Vintage 2015 Heritage, Monreale Catarratto 2023 Porta del Vento, Monreale Catarratto Bianco di Mortilli 2022 Case Alte, Muffiato 18 2018 Fabio Ferracane, Munjebel CR 2021 Frank Cornelissen, Nostrale 2023 Longarico, Occhio di Terra 2023 Antonino Caravaglio, Pantelleria Bianco Leukòs 2023 Minardi, Passito di Pantelleria Ben Ryé 2021 Donnafugata, Passito di Pantelleria Decennale 2013 Ferrandes, Rosso 2023 Lamoresca, Sicilia Grillo SM 2022 Arianna Occhipinti, Sicilia Nero d’Avola Argille di Tagghia Via 2023 Centopassi, Sicilia Nero d’Avola Nero d’Altura 2021 Tenute Lombardo, Terre Calcaree 2022 Marabino, Turi Bianco 2023 Salvatore Marino, Valledolmo-C. di Sclafani Ris. Shiarà 2022 Castellucci Miano, Vecchio Samperi Perpetuo Marco De Bartoli, Vittoria Frappato 2023 Poggio di Bortolone, Vittoria Frappato Vigna Biddine Sottana 2023 Valle dell’Acate
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