Ma è davvero così invalicabile il muro eretto dagli italiani sull’uso degli insetti in cucina? Stando ai risultati di un interessante studio commissionato da Uber Eats, parrebbe di no. Gli italiani sarebbero infatti disposti a sperimentare le nuove frontiere della cucina virando su cibi alternativi come farine d’insetto, carni sintetiche e altre alternative vegane.
L’indagine, che ha coinvolto circa 1.200 persone, rivela che il 69% degli intervistati sarebbe disposto a sperimentare piatti e diete alternative. Il 67% degli intervistati ordinerebbe i nuovi cibi tramite consegna a domicilio.
La classifica dei cibi alternativi che gli italiani sarebbero disposti a consumare:
1 Alimenti biologici (63%)
2 Carni sintetiche (59%)
3 Cibi preparati con farina d’insetto (54%)
4 Pasta di microalghe (49%)
La maggioranza degli italiani intervistati (58%) ha dichiarato di seguire una dieta particolare e il momento clou per iniziare questo tipo di percorso è l’estate, visto che il 28% si interessa all’argomento dieta solo all’inizio della bella stagione. Mentre il 25% è più coerente e segue il regime alimentare scelto per tutto il corso dell’anno, altri invece prediligono il periodo successivo alle feste natalizie (22%).
Lo stile di vita vegano è al primo posto con il 25% delle preferenze, seguito da una dieta ricca di proteine (21%) e dalla dieta detox (18%). Tra le altre tipologie di scelte alimentari troviamo la dieta ‘dissociata’ e quella ‘a zona’. Da notare che per il 34% degli intervistati il food delivery è considerato come una modalità utile per seguire una particolare dieta. In quanto a soddisfazione rispetto al regime alimentare scelto, il 33% si è dichiarato poco soddisfatto e soltanto un 20% molto soddisfatto. La ragione principale di questa poca soddisfazione è dovuta al fatto di dover rinunciare a particolari alimenti (65%).
Soltanto il 31% dei soggetti intervistati non sarebbe disposto a sperimentare cibo alternativo, il che significa che circa 7 italiani su 10 sarebbero propensi a provare piatti o diete alternative. Il motivo principale è la voglia di provare nuovi sapori (65%) seguito da ragioni etiche ovvero per favorire sistemi di produzione a basso impatto ambientale (61%), ma anche per risparmiare (57%). A frenare questa scelta è soprattutto il legame alle tradizioni culinarie italiane (62%). Infatti, il 67% non vorrebbe consumare una versione alternativa della pasta, seguita dalla pizza (64%) e dalla carne (51%).
Metodologia – Il metodo impiegato è l’innovativo WOA (Web Opinion Analysis). Si tratta di uno screening della rete compiuto monitorando blog, forum e i principali social network – Facebook, Twitter, YouTube – con l’intento di captare come gli utenti web si pongono rispetto a un determinato tema. La griglia dei campi di indagine ha aggregato in macro-risposte gli interventi degli utenti sull’argomento di fondo, filtrando la grossa mole di informazioni reperite al fine di ridurle all’essenziale ed essere lavorate per i soli fini analitici che l’indagine propone. Sono circa 1200 utenti web le persone coinvolte nello studio. La ricerca è condotta su un campione di donne e uomini definito trasversalmente nella fascia d’età dai 20-50 anni di diverso titolo di studio e professione, includendo nello studio solo coloro che hanno fatto espressamente riferimento alla loro provenienza geografica per rendicontare al meglio gli utenti indagati.
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