Un nuovo nato nel mondo del beverage italiano. Dall’idea di due giovani imprenditori di Numana, Loris Spinsante e Lorenzo Santinelli, piante ed erbe del Parco del Monte Conero hanno dato vita al “Gin del Conero”.
La provincia di Ancona ha un nuovo gin tutto suo. Il “Gin del Conero”, infatti, è un distillato prodotto dal ginepro rosso, dal corbezzolo e da altre piante spontanee dell’area del Parco del Monte Conero. Il ginepro, come si legge sul sito dedicato, viene raccolto a mano in varie fasi di maturazione e appassimento, nel promontorio del Conero. Ne viene fuori un Gin Premium con una tipica sapidità mediterranea miscelata a note orientali.
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Le enoteche e i locali marchigiani hanno ricevuto le prime bottiglie del Gin del Conero già nell’aprile scorso. Una vera sfida in tempi di lockdown. Ma il successo non ha tardato ad arrivare. “Al momento, su 1.600 bottiglie prodotte – racconta Spinsante all’Ansa – ne sono state vendute circa un migliaio, un successo che è andato oltre ogni aspettativa, anche per i giudizi positivi giunti dagli esperti. Il gin è stato premiato anche nell’ambito del Merano Wine Festival”.
Un prodotto d’eccellenza, frutto di cura e ricerche. “Gin del Conero – spiega ancora Spinsante – è un gin premium, prodotto in piccole quantità, che valorizza botaniche agrumate ed erbacee coltivate all’interno del Parco stesso. La raccolta del corbezzolo, del ginepro e il blend dello stesso con un’altra varietà tipica dei monti Sibillini – dice ancora – fa sì che il tutto sia nel massimo rispetto ed eco-sostenibilità dell’ambiente”.
Il Gin del Conero porta il marchio della regionalità. “La raccolta, l’essiccamento e la selezione delle bacche vengono fatte manualmente e l’azienda che ha sposato il progetto e che provvede alla produzione e all’imbottigliato del distillato è anch’essa marchigiana”, sottolinea il giovane imprenditore.
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“La scelta della distilleria è stata minuziosa – spiega -. L’obiettivo è stato quello di creare un prodotto di alta qualità mantenendo la filiera locale e regionale, valorizzando così le Marche e in particolar modo il suo promontorio più famoso”.
I due giovani imprenditori sognano in grande e mettono altri progetti in cantiere. “Per il futuro si punta a creare un’altra linea di gin e poi un amaro che segua le caratteristiche del prodotto madre. L’obiettivo al momento è di arrivare alle 6-8 mila bottiglie e conquistare il mercato nazionale, passando magari anche attraverso la grande distribuzione”, conclude Spinsante.
Immagini dalla pagina Facebook
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