I dolcificanti, noti anche come edulcoranti, sono sostanze usate nell’industria alimentare per conferire un sapore dolce a cibi e bevande.
A seconda della loro origine, sono distinti in:
-naturali (detti anche nutritivi o calorici): sono estratti dalle piante e caratterizzati in genere da un contenuto calorico;
-artificiali (detti anche non-nutritivi o acalorici): ottenuti per mezzo di sintesi chimica e dotati di un potere nutritivo alquanto basso o addirittura nullo.
Dolcificanti: pro e contro
Dolcificanti naturali a seconda dell’origine si distinguono in:
- dolcificanti naturali derivati dagli zuccheri (glucosio, saccarosio, fruttosio). Tra questi il fruttosio che possiede un potere dolcificante superiore a quello del saccarosio, inoltre ha indice glicemico molto più basso. Il suo metabolismo non richiede l’intervento dell’insulina e per questa ragione è stato utilizzato come dolcificante nei prodotti destinati ai diabetici. Attenzione: se assunto in elevate quantità può causare disturbi gastrointestinali( gonfiore, dolori addominali e diarrea), ma anche steatosi epatica;
- dolcificanti derivati da carboidrati complessi o glicosidi, quali lo stevioside (stevia). Lo stevioside è un composto estratto dalle foglie di una pianta originaria del Centro America. Ha un potere edulcorante 200-300 volte superiore al saccarosio, ma ad alte concentrazioni presenta un retrogusto amaro. Non apporta calorie ed è l’unico dolcificante naturale acalorico.
- dolcificanti derivati da polialcoli (sorbitolo, xilitolo, maltitolo, mannitolo, isomalto ecc.): hanno un contenuto calorico pari a circa la metà del saccarosio, così come un inferiore potere edulcorante. Anche questi possono essere responsabili di effetti gastrointestinali come meteorismo, flatulenza e diarrea. Per tale motivo si raccomanda di non superare i 20 gr/die. Non sono però responsabili di carie dentaria perché poco fermentescibili dai batteri del cavo orale;
Dolcificanti artificiali
I dolcificanti artificiali sono delle sostanze ottenute per sintesi chimica, caratterizzati da un elevato potere dolcificante e da un basso e perfino assente potere nutritivo.
Conferiscono una sensazione dolce di intensità decisamente superiore a quella del saccarosio (fino a 500-1000 volte maggiore) e non danno il retrogusto amaro tipico di alcuni dolcificanti naturali. Altro vantaggio è quello di non danno effetto lassativo. Rientrano nella categoria degli additivi chimici e, quindi, sono sottoposti alla normativa che disciplina gli additivi alimentari.
L’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha stabilito per ognuno degli edulcoranti una dose giornaliera accettabile (DGA) ovvero la quantità di sostanza espressa in g per kg di peso corporeo che un soggetto può assumere per tutta la vita senza rischi per la salute.
I dolcificanti artificiali maggiormente utilizzati sono:
- saccarina: possiede un potere edulcorante 300-500 volte superiore al saccarosio e un potere calorico quasi nullo.
- acesulfame-K: ha un potere edulcorante circa 200 volte superiore a quello del saccarosio, non fornisce alcun apporto calorico. Poichè possiede una buona resistenza al calore, è adatto anche per alimenti sottoposti a elevate temperature;
- aspartame: è costituito da due aminoacidi, l’acido aspartico e la fenilalanina e una piccola quantità di metanolo. Ha un potere calorico di 4 kcal/g ed un potere dolcificante 200 volte maggiore del saccarosio. Per la presenza della fenilalanina, il suo utilizzo è vietato alle persone affette da fenilchetonuria;
- sucralosio: possiede un potere dolcificante 500-600 volte superiore al saccarosio e non fornisce alcun apporto calorico. Il sucralosio possiede una buona resistenza al calore, è adatto anche per alimenti sottoposti a elevate temperature come nel caso dei prodotti da forno.
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