Ve lo ricordate il 2011? Esordiva una cantante abbastanza interessante, destinata a vendere qualche disco: Adele. E mentre “Someone like you” passava in radio e la primavera araba colorava i cieli del Sud, a Sennori imbottigliavano il Chimbanta di Dettori. Un vino da un’uva che si conosce poco, se non frequenti l’isola, con questo insolito nome di donna “Monica“. Come una cantante R’N’B.
Viene considerato, come tutti quelli che adoro, un vitigno minore, troppo semplice, troppo immediato, troppo diretto. Come se la semplicità fosse un difetto e l’immediatezza un peccato, mentre credo saranno tra le poche qualità che sopravviveranno in questo mondo “dopo” che forse ci aspetta.
Mirto, Mediterraneo ed estate al naso. In bocca il palato lo accarezza e si libra, leggero, ottimista. Sensuale dove tutti i cliché sui rossi sardi e sulla loro cornica pesantezza vengono ribaltati. Spero per sempre.
Un vino sudista ma in senso buono, per anima, ottimismo e sincerità. Uva forse minore, ma non per questo meno emozionane, non meno indimenticabile.
Il pezzo che da sentire mentre lo bevete, meglio se in compagnia, si chiama “C’eravamo abbastanza amati“. Lui adesso è famoso (ai tempi lo era meno) e si chiama Vasco Brondi.
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