I fratelli Luca e Martina Caruso continuano a mantenere alto il nome del Signum, unico ristorante stellato dell’isola di Salina, nelle Eolie. Fervono nuovi progetti ma la cucina della chef Martina Caruso è ormai una certezza. Accanto a lei, il fratello Luca, direttore e sommelier, sempre pronto ad abbinare i migliori vini ai piatti proposti.
Un piccolo angolo di paradiso, dove poter assaggiare la cucina schietta e sincera di Martina Caruso. Semplice e ricercata al tempo stesso. Genuina e digeribile, capace di esaltare i frutti dell’orto e i preziosi doni del mare. Tutto accompagnato dalle migliori Malvasie di Lipari o un Riesling o, ancora, un’etichetta bolgherese accuratamente scelti da Luca Caruso.
In carta e nel calice una selezione di una cantina tra le più vaste nella ristorazione meridionale, costruita in due decenni per raccontare l’anima agricola di Salina e della Sicilia. Inoltre il Signum propone una collezione-cult del millesimo di nascita della chef Martina.
Una coppia indissolubile. Luca e Martina sono uniti da un legame di sangue e dalla gestione del Ristorante Signum, ormai parte della famiglia anche lui, così come gli ospiti più fedeli e i nuovi clienti. Gli amanti della buona tavola possono vivere un’esperienza a tutto tondo grazie al sapiente gioco di squadra, al buon servizio di sala e al barteding.
Dal riconoscimento della stella Michelin al Signum “è cambiato parecchio, tutto. – racconta Martina Caruso ad Alessandra Moneti dell’Ansa – Chi viene a conoscenza della mia storia, viene di proposito qui. È una tappa di gusto da non perdere. Ciononostante non abbiamo cambiato la linea: orto, mare, cucina mediterranea, stagionalità, sono le parole chiave con la contaminazione che però non è l’ingrediente principale. Nel progetto in fieri di ‘Salina isola green’ penso anche a una certificazione di cucina etica, nel rispetto della materia prima e dei fornitori”.
L’offerta gastronomica del Signum è precisa e ricercata. Attenta alla qualità e ai prodotti locali. Chi sceglie di far la colazione, infatti, vedrà alternarsi brioche con granita e marmellate home made ai salumi dei Nebrodi, l’olio del Belice, i formaggi tipici siciliani, insieme a una spremuta di limone appena colto dall’albero. Un bistrot con terrazza panoramica propone hamburger sia di carne che di pesce esaltati da salse e patate di preparazione casalinga. Imperdibile anche il tonno a doppia panatura.
La maggior parte dei clienti è attratta dal menù degustazione di Martina Caruso. Il più richiesto è quello a sette portate.
Gli orizzonti del Ristorante si ampliano sempre di più. “In fase più avanzata è il progetto del prossimo ristorante, sempre all’interno del Signum, che sarà dedicato alla cultura della brace e dei brodi, i tanti – racconta Martina Caruso – che ho sperimentato durante il lockdown quando ho avuto tempo per praticare la pesca più sostenibile, in apnea”.
Si apre la strada per una cucina B&B nello spazio adiacente la nuova cantina, il più recente investimento di famiglia. Poi si passerà a programmare un laboratorio di sughi e conserve, lavorando sulle verdure invernali e proiettando questi aromi in un arco temporale vasto e per chi viaggia.
“Mi piace il gioco di spezie ma anche mettermi alla prova – conclude la chef- con tecniche della tradizione. Ora però massima concentrazione sul presente, perché quest’anno è cambiata la schiera degli avventori, più italiani e qualche nordeuropeo. E la sfida di stupirli pur parlando la stessa lingua e la stessa cultura gastronomica è grande”.
Immagini dalla pagina Facebook “Martina Caruso chef“
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