Gli Ambasciatori del Gusto hanno scritto una lettera indirizzata al Governo con una richiesta precisa: un confronto per un intervento concreto che porti al superamento della crisi. La pandemia di Coronavirus ha messo in ginocchio il settore della ristorazione. Le strutture sono rimaste chiuse per tanto tempo e molte di loro lo rimarranno per sempre.
In un momento in cui l’Italia a colori sembra tingersi sempre più di giallo, riaffiora la speranza di una ripartenza per i ristoratori. Il Coronavirus ha inferto un duro colpo all’intero settore e molti non ce l’hanno fatta. Adesso l’Associazione degli Ambasciatori del Gusto si rivolge direttamente al Governo per superare la crisi.
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“Solo un intervento politico concreto può disinnescare il rischio di collasso dell’intero settore della ristorazione e dell’accoglienza: non possiamo permetterci di disperdere ulteriori risorse economiche e non possiamo resistere ancora a lungo. Il comparto ha necessità riappropriarsi del proprio ruolo, quello di leva economica e sociale, imprescindibile e necessaria per la ripartenza del Paese. Offriamo il nostro punto di vista e le nostre competenze per collaborare in modo attivo e proficuo per tutti. Ogni giorno con coraggio parliamo ai nostri dipendenti e guardiamo al futuro. Chiediamo di adottare lo stesso spirito, con prospettiva e progettualità”. E’ quanto scrive l’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto con una lettera indirizzata al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e al ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli.
Inoltre, l’associazione, “realtà portavoce di tutte le categorie imprenditoriali del settore (cuochi, pizzaioli, panificatori, pasticceri, gelatieri, personale di sala, sommelier)”, sottolinea che “è necessario un confronto sulle azioni più indicate e sulle modalità operative da coadiuvare perché l’Esecutivo possa utilizzare i fondi del Next Generation Ue anche per la pianificazione e la programmazione di nuovi interventi strutturali a favore della ristorazione”.
La speranza insita nella richiesta è che ci sia una maggiore attenzione al mondo della ristorazione. Una cura che si risolva in azioni concrete come “l’erogazione dei ristori” che “devono perdere la connotazione di “sussidi” per diventare veri e propri fondi da ricostruzione, immediati e proporzionali alle perdite effettive”.
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