L’esportazione in Giappone dei prodotti agroalimentari made in Italy registra un bilancio positivo. L’accordo commerciale tra Unione Europea e Giappone produce i suoi buoni effetti a due anni esatti dall’entrata in vigore, incassando una crescita del 5% rispetto al 2019. Lo fa sapere la Confagricoltura.
Inoltre, grazie all’accordo economico Jefta, i prodotti scambiati verranno tutelati reciprocamente dalle contraffazioni. Saranno ben 28 le indicazioni geografiche protette. Tra questi ci sono anche il Culatello di Zibello e l’olio toscano.
La pandemia di Coronavirus non blocca le esportazioni di prodotti agroalimentari made in Italy in Giappone. Ben due anni fa, l’Unione Europea ha stipulato un accordo con il Paese orientale e adesso se ne raccolgono i frutti. L’export di prodotti italiani in Giappone ha registrato infatti un aumento del 5% rispetto al 2019.
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“Le prospettive sono favorevoli – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – e possiamo tagliare traguardi più ambiziosi, anche alla luce delle recenti modifiche dell’accordo, con l’aumento delle indicazioni geografiche protette e la revisione delle pratiche enologiche da parte delle autorità giapponesi. Si sono così aperte nuove possibilità di collocamento per i vini italiani, e possiamo migliorare la posizione già acquisita di quinto fornitore di prodotti caseari sul mercato nipponico”.
Il traguardo non è definitivo. Si attendono ancora il rilancio del sistema multilaterale di gestione degli scambi e una riforma del Wto. Secondo Giansanti intanto “questi dati confermano che gli accordi bilaterali, che devono prevedere una chiara condizione di reciprocità, sono uno strumento efficace per l’ulteriore affermazione del Made in Italy sui mercati internazionali”.
Nel Jefta, l’accordo economico fra Unione Europea e Giappone, saranno aggiunte altre 28 indicazioni geografiche che verranno protette reciprocamente.
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Un altro passo contro i falsi e a tutela dei prodotto italiani. Tra questi ci sono anche il Culatello di Zibello e l’olio toscano. Il patto commerciale tra Bruxelles e Tokyo contiene già 45 marchi agroalimentari made in Italy.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ricorda anche che l’Italia e l’Unione europea non esportano solo prodotti destinati all’alimentazione.
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C’è infatti un sistema di produzione che garantisce i più alti standard a livello mondiale in termini di sicurezza per i consumatori, qualità e rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali. E sul mercato unico dell’Unione devono accedere prodotti che hanno requisiti analoghi a quelli richiesti dalla normativa europea.
L’accordo semplifica anche le procedure per richiedere le preferenze tariffarie, il che vuol dire facilitare l’export delle aziende verso il Giappone.
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