

Creare un prodotto nuovo, un aceto biologico vulcanico dell’Etna, capace di esprimere l’identità del paesaggio, dei vitigni autoctoni e delle competenze locali agricole e tecniche. Questo l’obiettivo del progetto Ace.Vù. Il convegno finale si svolgerà domani, mercoledì 11 giugno, alle 9.30, nell’azienda Azienda Barone Di Miceli di Castiglione di Sicilia, con la consegna dei risultati conseguiti dopo tre anni di attività di campo e di laboratorio, realizzate dal partenariato composto da quattro aziende vitivinicole, un’impresa di commercializzazione e, per la parte scientifica, dal Dipartimento Di3A dell’Università di Catania, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Porgeranno i saluti Mario D’Amico, direttore Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione Ambiente (Di3A) e Roberto Cellini, direttore Dipartimento di Economia e Impresa (DEI), Giovanni Sutera, dirigente Responsabile del Servizio 9 dell’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Catania, Maria Rosa Battiato, dirigente UO S9.04, Servizi allo sviluppo, qualità agroalimentare diversificazione; Aurora Ursino, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Sicilia della Provincia di Catania, e Daniele Romano, presidente dell’Ordine Tecnologi Alimentari Sicilia e Sardegna. Agli agronomi e ai tecnologi Alimentari che parteciperanno verranno riconosciuti CFP secondo quanto stabilito dai Consigli degli Ordini nazionali.
Introdurrà Giovanni La Via, docente Di3A, responsabile scientifico del progetto AceVu. Interverranno Giuseppe Trovato, Di3A, Innovation Broker, e Maria Gullo, Dipartimento di Scienze della Vita, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, le docenti Cristina Restuccia ed Elena Arena del Di3A, la dottoranda Maria Veronica Faulisi, Di3A; Gaetano Chinnici, docente DEl; Bernardo Di Miceli, azienda capofila e Gesualdo Maria Interlandi, azienda partner, Francesco Di Miceli, azienda di commercializzazione La Trinacria Corporation Srl. Concludono l’assessore dell’Agricoltura allo Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana Salvatore Barbagallo, il dirigente generale dell’assessorato Fulvio Bellomo; il dirigente dell’Area 3 del Dipartimento Agricoltura, Coordinamento e gestione generale programmi, Agro-biodiversità e cooperazione Antonino Drago.
La produzione di aceto rappresenta una novità assoluta per un’area da sempre vocata all’eccellenza vitivinicola ma tradizionalmente non coinvolta nella filiera acetica. «Il progetto Ace.Vù – anticipa l’innovation broker Giuseppe Trovato – ha perseguito un obiettivo tanto ambizioso quanto inedito per il territorio etneo. Produrre un aceto biologico vulcanico dell’Etna, nelle caratteristiche organolettiche, qualitative e sensoriali superiori, utilizzando tecniche innovative e vitigni tipici del territorio etneo. Fare aceto è difficile perché seppur si tratta di un processo naturale è necessario nello specifico che si controlli. Il processo per ottenere quella giusta percentuale di acido acetico, che caratterizza il prodotto, ma che dovrà sviluppare anche aromi tipici del nostro territorio».
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