La tenuta di Monaci delle Terre Nere a Zafferana Etnea, alle pendici dell’Etna, inaugura la nuova stagione con una cantina estremamente all’avanguardia, che completa l’offerta enoturistica della struttura.
KANTICO, LA NUOVA CANTINA DI MONACI DELLE TERRE NERE
“Kantico” è la novità della struttura ideata da Guido Coffa, grande appassionato di vini. Un’opera contemporanea che rispetta l’unicità di Monaci e il suo restauro conservativo. Uno dei valori di Monaci delle Terre Nere è, infatti, il rispetto dei principi della sostenibilità e della bio-architettura: “Kantico” si integra perfettamente nella struttura e rappresenta il completamento della lussuosa struttura. Una cantina di design, a cui si può accedere direttamente dall’area adiacente alla reception: si scende attraverso una scala a chiocciola e la pavimentazione dei tre piani è interamente in vetro. Al suo interno etichette da tutto il mondo, molte delle quali storiche e di grande valore.
Ricavata all’interno di un’antica cisterna di raccolta dell’acqua piovana, la nuova cantina si trova all’interno della villa padronale del 1700 che ospita anche il ristorante Locanda Nerello e il Convivium Bar. Il progetto, che porta la firma degli architetti Eleonora Maria Tommaselli e Stefano Fausto Tironi dello studio SFEM di Pavia, mantiene intatta e valorizza la muratura perimetrale e la luce naturale che filtra dalla copertura voltata, attraverso l’antico pozzo ancora fruibile dalla terrazza soprastante. Una struttura metallica in elevazione e una pavimentazione in vetro suddividono lo spazio in tre piani, percorribili in senso discendente grazie a una scala perimetrale che conduce alla base della cisterna.
La cantina ospita circa 5.000 bottiglie, disposte su tutti e tre i tre piani all’interno di bottigliere con fissaggio a parete: il percorso di visita conduce gli ospiti fino al fondo della cisterna, dove è stata installata una geodetica realizzata a mano da FrequencyMatrix. L’opera, originale e unica, è stata progettata con tecnologia quantistica per catalizzare l’energia dello spazio e, stimolata con frequenze specifiche, permette alla cantina di “vibrare” interagendo naturalmente con le caratteristiche magnetico-vibratorie dei vini.
MONACI DELLE TERRE NERE: 400 ANNI DI STORIA
L’hotel Monaci delle Terre Nere – parte dell’associazione internazionale Relais & Châteaux dal 2019 – è avvolto da un rilassante silenzio che permette di rigenerare mente e corpo grazie alla natura. Un luogo dell’anima con una forte energia che emana dalla pietra lavica su cui è stato edificato – le “terre nere” anticamente coltivate dai Monaci da cui prende il nome – dove vivere momenti di relax mentre si gode di una vista privilegiata sul Mar Ionio e sul vulcano più grande d’Europa, nonché Patrimonio dell’Unesco dal 2013.
I 25 ettari di terrazzamenti fanno da cornice agli spazi dell’ospitalità di Monaci delle Terre Nere, che
si articolano secondo la logica dell’hotel diffuso: il cuore pulsante è l’edificio principale, una casa nobiliare risalente al 1700, attorno a cui gravitano camere, suite e ville, restaurate secondo i principi della bioarchitettura e impreziosite da materiali originali e pezzi di design.
La storia di Monaci delle Terre Nere inizia nel 1600, quando i monaci dell’ordine degli Agostiniani
Scalzi di Viagrande decisero di colonizzare la zona di Zafferana Etnea, dandole il nome di “Contrada Monaci”. Ancora oggi la via Monaci, immersa nel verde della campagna siciliana e dove risiede la tenuta, è rimasta invariata – almeno parzialmente – rispetto alla costruzione originale. Una volta stabilitisi qui, i monaci diedero vita a terrazzamenti per la coltivazione di vitigni, grazie anche alla predisposizione vitivinicola della zona, che oggi infatti è parte dell’area dell’Etna DOC. Un secolo dopo, nel 1700 circa, i monaci decisero di cedere parte dei terreni alla famiglia Patti che costruì il casale principale: oggi si conferma come uno degli edifici più storici del comune di Zafferana Etnea.
Dal 1800, però, la tenuta divenne di proprietà della famiglia Leotta, che se ne prese cura per tre generazioni fino a quando non decisero di metterla in vendita, a causa del notevole impegno richiesto dalla conduzione dell’azienda agricola e dal restauro degli edifici.
LA NUOVA VESTE DI MONACI
È nel 2007 che Monaci delle Terre Nere diventa “l’amore a prima vista” di Guido Alessandro Coffa. Dopo aver girato infatti il mondo, torna in Sicilia per cercare la sua casa: si imbatte, in una giornata di novembre, in un appezzamento di terra con un rudere di una villa ed è subito stato colpo di fulmine. “È stato il posto a scegliere me, io ho solo rispolverato la sua bellezza celata”, racconta Coffa. Dopo anni di duro lavoro per recuperare e restaurare gli edifici preesistenti, sceglie di partecipare a un bando per agriturismo, che riesce a vincere e così apre la struttura con solo sei camere.
La nuova veste della tenuta vede come protagonisti l’architettura tradizionale siciliana e l’arte contemporanea, perfettamente fuse insieme: gli ambienti comuni e le singole sistemazioni sono state arredate con pezzi unici di design e rese modernamente confortevoli grazie a camini, vasche idromassaggio e pareti a vetro che creano immediatamente un’ambiente di charme dove trascorrere.
Grazie al costante lavoro e all’amore di Guido Coffa, della Maitre de Maison e del suo team per la tenuta, Monaci delle Terre Nere ha visto un lungo percorso di trasformazione, passando da 6 a 25 ettari e ampliando l’ospitalità raggiungendo le 24 camere, di cui 9 con piscina privata: l’ampliamento dell’hotel, il miglioramento dei servizi e l’occhio di riguardo per la riduzione dell’impatto ambientale, hanno portato Monaci delle Terre Nere a diventare parte di Relais & Châteaux nel 2019. L’ingresso nell’associazione internazionale, e la sottoscrizione del suo Manifesto “per un mondo migliore attraverso la cucina e l’ospitalità”, è un obiettivo importante che ha ulteriormente confermato l’unicità di questo progetto ambizioso, che unisce l’attenzione per la natura, il desiderio di autenticità e la tutela del territorio.
ECOSOSTENIBILITÀ, BIODIVERSITÀ E CHILOMETRO ZERO
I 25 ettari della tenuta sono il luogo dove crescono spontaneamente un totale di 150 tipologie autoctone di alberi da frutto, molte delle quali tipiche siciliane e in via d’estinzione, come per esempio l’albero di Ciliegio Mastrantonio DOP (definito anche come il re dei frutti dell’Etna), il Pesco Tabbacchiero e Sbergio, il Pero Coscia e Baccibedda, il Melo Cola, l’Albicocco Damaschino, il Fico Vinnignola e anche il Susino Muscateddu. Nei terrazzamenti crescono anche verdure selvatiche e più di 40 varietà di erbe, spezie e aromi – come Cannatedda, Caliceddi, Caccialepre, Coscivecchi, Portulaca –, oltre alcuni presidi di slow food, come il cavolo trunzo di Aci.
Tutte queste piante vengono irrigate sfruttando la struttura naturale dei terrazzamenti e, di conseguenza, la gravità: vista la conformazione del terreno, l’acqua scende naturalmente verso valle, che quindi permette di non utilizzare nessun motore elettrico. Grazie a questa vasta biodiversità, il 70% degli ingredienti utilizzati nel Ristorante Locanda Nerello e al Convivium Bar provengono dalla produzione agricola di Monaci delle Terre Nere, che possiede anche oltre 100 galline che vivono in circa 3000 metri quadri della tenuta, curate con amore da Rosario, il capo dell’Agricoltura dell’hotel.
Fil rouge di ogni azione del proprietario, l’ecosostenibilità è evidente in ogni aspetto della tenuta, a partire dall’utilizzo consapevole di pannelli solari per il riscaldamento delle diverse strutture e delle piscine private delle ville: attualmente il 70% dell’energia proviene da questo impianto, che è stato ulteriormente potenziato con altri due impianti fotovoltaici da 75kw con accumulatori per essere sempre più autosufficienti. Gli interventi di ristrutturazione della villa e degli edifici diffusi sono il frutto di una scelta ecologica consapevole, volta a preservare la struttura preesistente rendendola nuovamente accessibile: per il restauro sono stati scelti artigiani locali che hanno utilizzato intonaci naturali e che hanno reperito gran parte dei materiali – come il castagno dell’Etna per creare il parquet delle camere, o le vecchie cimasse come testate dei letti – dal territorio, seguendo quindi i principi fondamentali della bioedilizia. In quasi tutte le camere è stato previsto un camino a legna, che verrà acceso su richiesta durante le stagioni più fredde per riscaldare ulteriormente l’ambiente, mentre per le stagioni più calde sono stati selezionati degli impianti di condizionamento elettrico certificati per l’efficienza energetica. Nelle camere, suite e ville sono state predisposte una linea cortesia eco friendly monouso e dispenser ecologici, riducendo l’utilizzo di plastica al minimo per attuare una filosofia “impatto zero”. Un’altra tecnica sostenibile adottata da Monaci è la “pacciamatura”, ovvero il riciclo dell’erba tagliata: lasciata sul suolo, protegge il prato sottostante e conserva l’idratazione e la corretta temperatura del suolo, oltre a prevenire la crescita di piante infestanti.
IL RISTORANTE LOCANDA NERELLO
Slow food, stagionalità e Sicilia: questi sono i tre pilastri di Locanda Nerello, il ristorante della tenuta che è caratterizzato da un ambiente esclusivo e informale in grado di creare un’atmosfera calorosa. Tutti i menù – dalla colazione alla cena – propongono piatti rivisitati della tradizione siciliana, realizzati con prodotti freschi e di alta qualità – a km0, provenienti per la maggior parte della produzione agricola di Monaci o da piccole aziende agricole circostanti – nel pieno rispetto della stagionalità: la dedizione per la terra e il rispetto per il territorio sono il leit motiv di Monaci delle Terre Nere, anche a tavola. Vengono anche utilizzati alcuni dei presidi slow food locali, come il “cavulu Acitrunzu”, uno dei 40 presidi esistenti in Sicilia.
La cucina del ristorante è capitanata dall’Executive Chef Salvo Sardo, siciliano doc che a 21 anni (nel 2009) si è trasferito a Londra per inseguire il suo sogno di diventare uno chef internazionale. Dopo solo un anno in città, ha iniziato a lavorare da “Locanda Locatelli”, il ristorante stellato dello chef stellato Giorgio Locatelli, diventando in soli 16 mesi il Sous Chef di uno dei ristoranti più famosi di Londra. È stato poi scelto da Locatelli per guidare la cucina di “Ronda Locatelli”, il bistrot all’interno dell’hotel Atlantis The Palm a Dubai, dove è rimasto per 7 anni e mezzo, prima di diventare l’Executive Chef di “The Island House”, un boutique hotel alle Bahamas. Dopo 15 anni di esperienze all’estero, Salvo Sardo ha scelto di tornare nella sua terra, in Sicilia: da dicembre 2022 fa parte del team Monaci delle Terre Nere, dove propone una cucina tipica mediterranea, elegante e saporita, da degustare godendosi la vista sulla natura circostante dalla terrazza panoramica in estate, oppure in inverno, accanto al camino per lasciarsi avvolgere dal calore del fuoco.
I VINI DI MONACI
Il proprietario Guido Coffa è un grande appassionato di vini e per questo ha scelto di dare vita ad un ricco vigneto anche a Monaci delle Terre Nere, che viene definito anche come “Wine Resort”: passeggiando tra i filari, si possono scoprire alcune delle varietà di viti indigene della regione etnea, tra cui due esclusive varianti autoctone di uva, ovvero il Nerello Mascalese e il Carricante, quest’ultimo presente solo in quest’area della Sicilia. La terra del vigneto viene lavorata a mano e non vengono utilizzati pesticidi, fungicidi, erbicidi, fertilizzanti chimici o sintetici, per questo le uve sono definite organiche. Anche le erbe spontanee vengono considerate molto importanti, perché permettono al terreno della vigna di ossigenarsi e alimentarsi. Una volta pronte, le uve vengono raccolte a mano, selezionando l’uva migliore prima in vigna e poi in cantina.
Monaci delle Terre Nere produce vini Doc dell’Etna e anche vini organici provenienti dai vitigni pre-filloxera, ovvero uve reliquie del vulcano. Nell’800 alcune vigne autoctone del territorio stavano andando perse a causa della diffusione della filloxera: da qualche anno, però, Monaci delle Terre Nere si impegna a ripiantare specie antiche, come Zu Matteo, Trebotti, Barbarossa e molti altri ancora che, grazie ad uno straordinario lavoro di recupero del loro genoma da parte dell’Università di Catania, tornano a vivere nelle terre di Monaci. Qui viene prodotto anche il vino “Le viti di Minico”: un blend delle varietà antiche presenti a Monaci che vuole essere un omaggio al passato e una speranza per il futuro. Vista la spiccata passione per il settore, uno dei vini è stato dedicato al proprietario, etichettato con il nome “Guido Coffa”, presente anche nel minibar di alcune Deluxe Suite e ville.
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